La signora Clara entra nel negozio dei generi alimentari in un momento in cui stranamente non ci sono altri clienti, e con la sua solita cortesia saluta l'esercente che conosce praticamente da una vita recandosi da lui quasi ogni giorno per fare gli acquisti che le servono allo scopo di preparare un buon pranzetto, generalmente semplice e senza grosse pretese, così come da sempre è preciso desiderio del suo maestro Bottai. <<Nonostante tutti gli anni che ha>>, fa subito il negoziante tanto per dire qualcosa mentre serve la signora Clara, <<ancora prosegue imperterrito a dare lezioni di pianoforte ai ragazzi del rione. Sicuramente il suo è un comportamento encomiabile>>. La signora Clara annuisce, per lei è diventato tutto così normale da non pensarci quasi più a cose di quel genere, e comunque considerato che il palazzo dove abita il maestro rimane esattamente di fronte a quella bottega, proprio dall'altro lato della strada, è normale che tutti i clienti sappiano chi sia e quale possa essere la sua giornata. <<Comunque è una presenza importante in questo quartiere>>, risponde la signora Clara alla fine, forse anche per mostrare una piccola punta di orgoglio per il suo occuparsi di un uomo in fondo notevole, e anche meritorio. <<Ormai esce di casa soltanto una volta o due la settimana>>, prosegue il negoziante con espressione saccente, <<o almeno questi sono i casi in cui lo vedo camminare lentamente qui davanti, lungo il marciapiede, all’ora in cui chiudo la bottega>>. Clara non dà peso a queste considerazioni, prosegue con i suoi acquisti di cose varie ed infine paga quanto dovuto, senza perdere altro tempo.
Quando esce però le viene a mente che a lei non sembra di avere mai incontrato il maestro Bottai per strada o comunque al di fuori del proprio appartamento, neanche una volta per sbaglio, come se lui fosse quasi incapace di allontanarsi troppo dal suo amato strumento a mezza coda che sembra lo faccia preoccupare persino quando viene soltanto spolverato; probabilmente il motivo di tutto questo è che lui si limita a fare due passi ogni tanto solo in certi orari scelti, durante i quali la signora Clara ha ormai concluso il suo lavoro e compiuto tutti i suoi giri nel quartiere, ed a quel punto non le resta altro da fare che occuparsi semplicemente della propria casa, a metà di una stradina poco lontano da lì, e riposarsi giustamente davanti alla sua televisione. O forse anche perché, quando il maestro Bottai sente la voglia di uscire dal proprio appartamento, una volta adempiuti gli impegni musicali con i suoi allievi, e terminata ormai ogni lezione al pianoforte, è esattamente il momento del giorno in cui sa bene di non incontrare per strada più nessuno tra coloro che lo conoscono e che forse lo potrebbero magari salutare, o peggio ancora fermare con un sorriso, per porgli addirittura qualche domanda di tipo diretto, proprio una di quelle che lui odia più di ogni altra cosa. La sua personalità poco socievole peraltro è nota a molti, e la sua propensione verso gli altri sembra svilupparsi solamente negli orari in cui resta seduto davanti al suo strumento, e non certo nel caso sciagurato in cui dovesse ritrovarsi in mezzo a tutti quanti con le proprie mani inerti e abbandonate dentro le tasche della giacca. Così riflette la signora Clara, e intanto affronta come al solito le vecchie scale del palazzo d’altra epoca dove abita il Bottai.
Non ama certo stare assieme alle persone il suo maestro, questo è il punto, e probabilmente riesce a malapena a sopportare, pur ormai abituato com’è dopo tanti anni, una presenza come quella della signora Clara che le gira per casa quasi ogni mattina spadroneggiando sul mobilio, tra le stoviglie di cucina e in ogni altro angolo di qualsiasi stanza. Naturalmente per i ragazzi che invece si recano da lui a lezione è tutta un'altra cosa: loro sono la parte viva del suo mestiere e della sua giornata, la materia soffice entro cui cercare di inserire qualcosa della sua conoscenza, e a cui in parte affidare le proprie aspettative. Certo, non sembra avere mai nei loro confronti un gesto di inutile carineria: ogni sua parola, ogni sua occhiata, ed ogni azione che compie, sono sempre finalizzate allo scopo per cui i ragazzi si recano da lui. Ma in ogni caso si vede che ci tiene a loro, che ne studia sommessamente ogni gesto, ogni comportamento, forse anche qualsiasi inflessione della voce quando lo salutano arrivando o andando via dal suo spoglio appartamento. E qualcuno di loro magari non riesce neppure a digerirlo troppo per quelle sue maniere un po’ scostanti, sempre prive persino di un piccolo gesto di incoraggiamento, anche se tutti sanno che resta uno dei migliori a cui rivolgersi, se si vuole imparare almeno qualcosa di importante sulla musica.
Bruno Magnolfi