“È stata assunta, quel posto di lavoro è suo”.
Sara domina a fatica le emozioni ma, è inutile negarlo: si sente felice! Per placare l’euforia va in bagno; fa una doccia fredda, lava i capelli con lo shampoo antiforfora (quello che piace a Luigi, mica a lei) indugiando allo specchio più del dovuto. Per brevi frammenti le sembra di essere già una donna diversa.
Quando Luigi rientra è sera. Sara ha appena messo i bambini a letto. Vuole prendersi tutto il tempo che serve per spiegarsi. Ha preparato il discorso tante di quelle volte che ormai lo conosce a memoria.
Seduti a tavola, solo lui e lei, Luigi sembra sereno. Le parla di cavilli legali, della signora che ancora non gli ha riconosciuto la parcella. Le dice anche che quest’estate vorrebbe concedersi una vacanza al mare, magari in Sardegna. Ha già scelto la meta, indifferente al fatto che lei preferisce la montagna.
«Ma che hai?» chiede dopo un po’ irritato dal suo silenzio. Sara è sempre così attenta a raccogliere i suoi sproloqui che gli sembra quasi di non riconoscerla.
«Ho trovato un lavoro, in un’agenzia viaggi, come consulente» lo dice tutto d’un fiato, l’intenzione fiaccata dallo sguardo torvo che le restituisce il marito.
«E da quando tu cerchi lavoro?»
Non ha la forza di replicare. Si alza, raccoglie i piatti dal tavolo poi, va ad aprire la finestra. Respira. «I bambini vanno all’asilo, vorrei avere la mia autonomia» tenta di giustificarsi guardando fuori.
«Ti manca forse qualcosa? E come pensi che crescerebbero i nostri figli con un padre e una madre che stanno via di casa tutto il giorno?» incalza sopraffatto dalla rabbia. Parla a sé stesso non a lei.
«Come altri bambini, non sono l’unica che lavoro sai». Gli tiene testa, senza paura.
La sua risolutezza lo spiazza. Capisce che deve cambiare approccio. Le va incontro, cingendole la vita con delicatezza. Detesta l’idea che sua moglie non stia a casa.
«Voglio solo che non ti affatichi. È da tanto che sei fuori dal mondo del lavoro». Il suo tono è più conciliante; un atteggiamento da padre maturo più che da marito.
Sara sente scricchiolare le sue convinzioni. Cerca di ripescare nella memoria le istantanee in cui era una giovane donna piena di progetti e sogni senza più riuscire a trovare un collegamento con la persona che è diventata.
«Credi davvero di essere capace di affrontare quel mondo di avvoltoi? Ho una buona posizione, posso permettermi di far stare a casa la mia donna».
«No, hai ragione» ammette Sara come ipnotizzata. Si chiede quanta fatica costi convincersi di valere qualcosa in più.
Il giorno dopo è tutto uguale a prima. Luigi è uscito presto: non ha voluto svegliarla. Va in cucina: deve preparare la colazione ai bambini; sul tavolo una banconota da cinquanta euro, vicino un biglietto:
CON QUESTI FAI LA SPESA, SE AVANZA QUALCOSA PUOI COMPRARTI QUALCOSINA.
Si abbandona sulla sedia. L’idea di vivere così la riempie di angoscia. È davvero tutto così irrimediabile? Si chiede tra le lacrime.