In un incerto pomeriggio di fine estate, un nipote chiede al nonno cosa fare dei suoi sogni. Ha paura di non essere all’altezza di ciò che vorrebbe. Teme che, scegliendo di non uniformarsi a ciò che gli altri si aspettano, possa sbagliare.
L’anziano nonno trae un lungo e profondo respiro poi, con la voce roca e lo sguardo -ancora- fiero lo incoraggia con dolcezza:
«Non mettere paletti al tuo sogno per paura di non essere abbastanza bravo. Nessuno lo è all’inizio. Spesso quello che vuoi si trova dall’altra parte dei tuoi punti di forza. La verità? Devi essere molto coraggioso per arrivare dove vuoi. Mostrarsi vulnerabili, in una società come quella di oggi, è un grande atto di eroismo, l’unico che ti dà la possibilità di cambiare in meglio. Qualunque cosa accada».
«E se fallisco?» domanda il ragazzo aggrottando la fronte in un’espressione in bilico tra panico e speranza,
«Cosa vuol dire fallire? Niente. Si prova, si sbaglia, si vive. Semplicemente. Sai, spesso gli insuccessi ti regalano porte che non avresti mai immaginato di aprire. Generano nuove idee, aiutano a conoscere parti e risorse di te che ignoravi. La gente è così abituata a pensare che esiste un solo, unico (e possibilmente perfetto) modo di raggiungere un obiettivo che spesso rinuncia in partenza; fare i conti con un fallimento è troppo frustante. È meglio stare sicuri dentro la propria gabbia, stretta ma familiare, piuttosto che provarci». Scuote tristemente la testa, augurandosi che le sue parole possano accompagnarlo anche dopo, quando potrà cercarlo solo nei ricordi.
Il nipote ci pensa su. Lascia passare qualche minuto prima di trovare le parole giuste, prima di far sua quell’audacia che lo traghetterà verso l’età adulta in modo consapevole.
«Nonno?»
«Dimmi nipote». Lo guarda negli occhi, con tenerezza, offrendogli uno specchio alle paure che un tempo erano state sue. Non importa quanto il progresso abbia allontanato le generazioni. L’anima dell’uomo, con le sue emozioni e contraddizioni, rimane immutata negli anni e lui, riesce ancora a riconoscersi nei suoi tumulti.
«Ho deciso di provarci, voglio farlo questo salto. Non mi interessa se sarà o meno perfetto, ciò che conta è quanto di me stesso e del mio entusiasmo ci metterò dentro» dichiara il ragazzo con una nuova determinazione.
Il vecchio sorride. La sua esperienza non è andata dispersa. I suoi giorni hanno ancora un senso.