Il sole splendeva finalmente, dopo più di dieci giorni di maltempo e di freddo intenso, Palermo, i palermitani, non erano abituati a ciò, già dopo due giorni cadevano in uno stato di depressione, quasi di disperazione per la mancanza di sole.
Maria Sole, anche il suo nome inneggiava, appunto, al sole, era uscita per fare alcune commissioni, e, da tempo, trovandosi a piazza Verdi, si fermava davanti al piccolo laboratorio di ricamo proprio davanti al maestoso teatro Massimo.
Maria Sole aveva visto questo tipo di laboratorio per la prima volta in Toscana, a Lucca e a Firenze, alcune estati prima e l'aver visto tale laboratorio anche a Palermo, aveva dato a Maria Sole la sensazione che la propria città fosse entrata nel circuito delle città turistiche di alto livello.
Artigiani abilissimi, in pochi minuti trasformavano anonime presine, grembiuli, strofinacci, in souvenir personalizzati con frasi e dediche ricamate che avrebbero intenerito i destinatari portando una ventata di nostalgia per i tempi andati.
E proprio mentre Maria Sole si era soffermata a osservare presine e ricami, sentì dietro di sé le urla acute di una donna che era distesa per terra. In un batter d'occhio si era verificato il classico "scippo".
La donna era straniera, le sue urla erano incomprensibili ma esprimevano inequivocabilmente il dolore, il disappunto, la rabbia per l'accaduto. L'uomo che era con lei raccolse la donna fra le sue braccia cercando di calmarla e di confortarla. Rapidamente un capannello di persone si era stretto attorno alla coppia di turisti.
Maria Sole, allora era entrata nel vicino bar e ora stava portando una bibita fresca alla malcapitata turista.
"Don't be afraid, we want to help you, how are you?" disse Maria Sole, rispolverando il suo inglese scolastico.
"Thank you" rispose la turista, "now I am well, don't worry" e così dicendo la sua espressione si aprì in un sorriso che tranquillizzò quelli che ancora si soffermavano.
"Avissiru a muoriri ri subito!" disse un "colorito" personaggio che aveva assistito allo scippo, e con questa frase il capannello si sciolse completamente.
Maria Sole si sentiva mortificata, amava la sua città, la sua Sicilia. Soffriva però per le forme di inciviltà che macchiavano la sua terra, delinquenza, scarso rispetto per il bene pubblico, illegalità diffusa.
Si era laureata da poco in sociologia, la pandemia da Corona virus aveva messo "in pausa" i suoi desideri, le sue aspirazioni. A 25 anni appena compiuti Maria Sole era ancora incerta sul proprio futuro, emigrare o rimanere? Come molti siciliani, del resto!
I suoi pensieri vennero interrotti ancora una volta da urla che si avvicinavano sempre più, un ragazzo, chiaramente extracomunitario, correva verso di lei e verso la coppia di turisti scippati, in mano teneva una borsetta, si fermò davanti alla turista.
"Questa tua borsetta, io visto, io inseguire ladri, prendi" disse il ragazzo, e nel dire ciò i suoi occhi s'illuminarono. "Thank you very much, dear. Wait please" disse la turista. Il marito prontamente porse al giovane una banconota per ringraziarlo.
"No, no, io no prende soldi, vado" e si allontanò verso il Teatro.
I turisti, piacevolmente sorpresi, e contenti, salutarono Maria Sole con uno sguardo pieno di simpatia e di gratitudine, se non ci fosse stata la pandemia si sarebbero sicuramente abbracciati
Erano passati poco più di dieci minuti da quando Maria Sole si era avvicinata al laboratorio di ricamo, erano stati sufficienti a farle capire che la sua città non meritava di essere abbandonata.
Voleva rimanere a Palermo!