«Deciditi».
Lisa ci mise un po’ a mettere fuoco lo sconosciuto seduto accanto, poi ci riuscì.
Non ci vedeva doppio.
Non ancora.
«Sono venti minuti che cinchischi con quel cellulare». Lo sconosciuto indicò il liquido nel tumbler «il ghiaccio si è sciolto».
«E a te che ti frega?».
Lo sconosciuto alzò le spalle. «È un peccato. Quel drink è buono freddo».
«Di nuovo: e a te che ti frega?» voce impastata? No, non le sembrava. Per fortuna. Ma, nella propria testa, la voce suona diversa «non sei mica il barman».
«Lo sono stato per qualche tempo. Alcuni secoli fa».
«Vaffanculo» bevve un sorso. Faceva proprio schifo. Provò a non distorcere la bocca, ma non ci riuscì.
«Te l’avevo detto. In realtà è il suo sapore naturale. Ci mettono il ghiaccio perché così anestetizza il palato e non senti il gusto. Quattro cubetti, minimo. Mettine tre e ti licenziano. E fanno bene».
«E a te t’hanno licenziato?».
«Oh, cazzo».
«Che c’è?».
«Un cliché».
«Sarebbe?».
«Stai flirtando con me. Sei mezza sbronza perché il tuo tipo t’ha mollata e quindi stai flirtando con me per ripicca, anche se non vuoi ammetterlo. Proprio come non vuoi cancellare il suo nome dalla rubrica».
«Stronzo».
«Non immagini quanto».
«E come prosegue il cliché? Con te che mi porti a letto?».
«Fossi scemo. Così mi ritrovo con una bella denuncia per violenza sessuale. “Non sapevo quello che stavo facendo e lui ne ha approfittato”». Lo sconosciuto alzò una mano per richiamare l’attenzione del barista. «Stai commettendo un’actio libera in causa e non lo sai».
«E che cazzo è?».
«Non mi piacciono le parolacce in bocca a una donna. Sono un tipo all’antica».
«Che cosa sarebbe questa...».
«Actio libera in causa. È un concetto che viene della teologia. Alteri la tua condizione psicofisica in modo da compiere azioni che, normalmente, non commetteresti».
«Sei un avvocato?».
Lo sconosciuto sorrise «Non sono un barman».
Il barista, quello vero, arrivò. Lo sconosciuto ordinò due drink. Analcolici. Che scegliesse il barista. Lo sconosciuto fissava il bancone come se si attendesse che comparissero per magia. Lisa lo osservò. Non le sarebbe spiaciuto portarselo a letto, ma non quella sera: sarebbe stato… scontato. Magari un’altra volta. E non sarebbe stato un cliché.
«Fallo, comunque. Cancella il nome del tuo ex dalla rubrica. In men che non si dica non ci penserai più. Oggigiorno è così facile. Una volta...».
«Sei così vecchio?».
«Porto bene i miei anni. No, sul serio». Estrasse il proprio cellulare dalla tasca della giacca «Ho un’app, qui, che cancella i nomi selezionati da tutti i dispositivi. L’ho ideata io. A breve sarà sul mercato. Al livello due impedisce di contattarti o di tracciarti su qualunque sito, social, app o dispositivo. Al livello tre è in grado di scovare gli alias e...».
«Fai lo sviluppatore?».
«È stato il mio ultimo lavoro».
Arrivarono i drink, lo sconosciuto fece cenno al barista di aspettare, bevve un sorso, annuì, poi invitò Lisa a bere. Il drink era gustoso e rinfrescante, anche se un po’ amaro. La mezza sbornia le passò all’istante, sostituita da un lieve senso di euforia. «Ho capito: sei il buon samaritano».
«Non esattamente, anche se frequento l’ambiente». Si girò verso Lisa e alzò il bicchiere. Lei fece altrettanto e i vetri tintinnarono. «A parte gli scherzi: gli esseri umani non valgono la metà del tempo che si dedica loro. Credimi: cancella il...».
«Diego».
«Cancella Diego, anzi, installati la mia app e cancella Diego e, in capo a una settimana, sarà come se non fosse mai esistito. Benché sia poco edificante, è proprio così che reagisce la maggior parte degli esseri umani. Non si è forse sempre detto: lontano dagli occhi, lontano dal cuore?».
«E così sei solo uno smanettone che cerca di rifilarmi la sua ultima invenzione. Sono un po’ delusa».
«Non sto cercando di rifilarti niente…?».
«Lisa».
«Non sto cercando di rifilarti niente… Lisa. Una settimana e sarà in tutti gli app store. Almeno i primi tre upgrade».
«C’è un quarto upgrade?».
Lo sconosciuto sorrise «La curiosità è donna. Un altro cliché. C’è un quarto upgrade, ma per ora è solo in beta. Si attiva solo dopo che si sono attivati i primi tre».
«E io che speravo in un’esclusiva. O almeno un’anteprima. Che peccato. Ho detto qualcosa di buffo?».
«Riflettevo solo come si sia degradato il concetto di “peccato”: un pessimo drink, un’applicazione sul cellulare...».
Lisa allungò il proprio verso lo sconosciuto «Hai detto di essere un tipo all’antica. Un galantuomo. Saresti così cavaliere da installarmela adesso?».
Lo sconosciuto lo afferrò ed esitò «Sicura? Tutti e tre i livelli, magari?. Non so se sia una buona idea».
«Oh, andiamo, non mi hai detto che è il top dell’antistalking?».
«Sì, ma...».
«E allora?».
Lo sconosciuto allargò le palme delle mani in segno di resa «La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni».
«Hai paura di problemi con la ditta?».
Lo sconosciuto prese il cellulare di Lisa «Sono un’azionista». Smanettò. Aveva dita incredibilmente agili e veloci. Lisa decise che se lo sarebbe portato a letto e che gli avrebbe tolto tutte le idee sui cliché. Lo sconosciuto sospirò «Strani tempi, davvero. Fai sparire l’identità digitale di un uomo e… puf». Porse il cellulare a Lisa. «Ecco fatto. Tre livelli. Pronto per il quarto».
Lisa lo prese e aprì la rubrica. Prima di cancellare Diego chiese allo sconosciuto: «Come ti chiami?».
«Come preferisci».
Lisa scoppiò a ridere. Lui le afferrò la mano. La sua pelle sembrava fredda e calda allo stesso tempo. Forse la sbornia non le era proprio passata.
«Sarà solo per questa notte, perciò non serve» disse lo sconosciuto «e, come ti ho detto, se oggi non sei su un qualche dispositivo elettronico… non sei. È tutto molto più facile, così» Sorrise per la terza volta «E poi, qualcuno dice che io non esisto».
Lo sconosciuto aveva detto la verità.
L’app “Nevermore” era stata lanciata da un mese e pareva che mezzo mondo se la fosse scaricata.
Lisa aveva cancellato il nome di Diego la mattina successiva alla notte trascorsa con lo sconosciuto, che si era dileguato alle prime luci dell’alba senza neanche salutarla. Un altro dannato cliché.
Diego aveva cercato di contattarla e lei aveva attivato il livello due.
Diego ci aveva provato con un alias e Lisa aveva attivato il livello tre.
La notte dopo, Diego era salito sul tetto del palazzo dove abitava e si era buttato di sotto.
Poi si era attivato il livello quattro.
Da solo.
Pareva che mezzo mondo avesse installato “Nevermore”.
Nessuno diceva quanti livelli, né che funzionalità avesse il quarto.
Quella sul cellulare di Lisa constava di due date: la data di nascita di Lisa e un’altra di lì a trent’anni.
Cliccandoci sopra appariva una scritta in italiano antico: “Lasciate ogne speranza” e partiva un conto alla rovescia.
Un altro cliché. Da film horror di serie B, stavolta.
Oh be’, c’era ancora un sacco di tempo e un sacco di cose da fare.
Quella stronza della padrona di casa che le aveva aumentato l’affitto, per esempio.
Lisa l’aveva in rubrica.