Psyco

 

[Mamma]

Ho finito di rassettare in cucina e sono stanca. Mia figlia ha detto che c’è un bel film in TV. Mannaggia che mal di schiena! Sono proprio invecchiata. Ma ora mi seggo sulla mia poltrona preferita. Davanti a me, sul tavolo basso, c’è il televisore, proprio sotto la finestra. Di fuori urla la tramontana, c’è freddo, forse pioverà. Ma sono qui, al calduccio, in casa, nel mio angolo preferito, con il telecomando in mano. Finalmente posso rilassarmi.

Non capisco perché Marion, la nuova vicina, abbia lasciato le tapparelle alzate, con il tempaccio che c’è. Entra in bagno, butta dei pezzetti di carta nel water, tira lo sciacquone. Si leva la vestaglia, entra nella vasca. Tira la tenda di plastica e apre il rubinetto. Fa la doccia.

Skreech… skreech… skreech… 

Cos’è questo rumore sgradevole?

Un’ombra si avvicina a Marion. Nooo! Ha un coltello. La colpisce, la colpisce ancora. Il sangue schizza da tutte le parti. Oddio, c’è un assassino in casa! Devo fuggire, prima che possa prendere anche me…

Skreech… skreech… skreech… 

 

 

[Io]

Ring… 

“Oddio chi sarà mai a rompere le scatole a quest’ora? Mi ero appena messo in pigiama!”

Rriing… rrriiing…

«Chi parla?»

«Sono la signora Anselmi, la vicina di sua madre. Lei è sotto la mia finestra, in vestaglia. Piove a dirotto, è tutta scolata. L’ho invitata a entrare, mi ha risposto “Scappiamo, c’è un uomo con un coltello”». 

«Arrivo in meno di 5 minuti, signora… No, non credo sia il caso di chiamare la polizia…»

Metto le scarpe e un impermeabile sopra il pigiama, salgo sulla macchina, corro a raggiungere mia madre.

Parcheggio. Una donna anziana, una pesante vestaglia bordeaux su una camicia da notte giallina, vaga sotto la pioggia battente con un mattarello in mano. 

«Mamma!».

«Non si avvicini!».

«Mamma! Sono io, Giovanni».

La abbraccio, scoppia a piangere: «C’è un uomo in casa. Ha un coltello».

«Non c’è più. È scappato. Adesso saliamo su, il mattarello lo prendo io».

Saliamo le scale, abbracciati come due fidanzatini. La bacio, la accarezzo.

La porta di casa è socchiusa. Il volume della TV è al massimo, sullo schermo corrono i titoli di coda. Era Psyco, il film. Abbraccio forte mia madre. «Non ti preoccupare, Mamma. La casa è sicura. Questa notte rimarrò con te».

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