“Domani è un altro giorno” diceva Rossella o’Hara, ma da qualche anno a questa parte, i giorni sono tutti uguali, non hanno un guizzo, nessuna emozione, sotto tutti tetri e bui. Con l’arrivo della primavera, l’inverno si prende la sua meritata vacanza, ma le primule rosse, i caldi raggi del sole che sfiorano il viso e le giornate che si allungano, non riescono in nessun modo a temprare uno spirito malandato, distrutto, difficile da recuperare.
Si vive alla giornata, ma si muore un giorno dopo l’altro. Il motivo di questo malessere, che neanche l’arrivo della bella stagione può mitigare? E’ il vivere costantemente nell’incertezza che pregiudica il nostro stato d’animo. “Siamo una gioventù disgraziata”, “Siamo dei mammoni”, così noi giovani d’oggi veniamo etichettati. Eppure i i sogni li abbiamo ancora, stanno facendo la muffa nel cassetto ma non li abbiamo dimenticati, cerchiamo di studiare, di acculturarci per migliorare e migliorarsi, viviamo di voli pindarici, esprimiamo un desiderio al chiaro di luna, siamo stanchi ma non molliamo la presa.
Come l’inverno che lascia il posto alla primavera, anche noi avremo la forza di rinascere, di ribellarci, di trovare il posto che ci spetta, di vivere felici, di poter sorridere alla vita. Certo, il momento storico che stiamo vivendo non permette di pensare in maniera concreata, di ragionare guardando al futuro o di distanziarci dal tetto genitoriale, ma perché rinunciare ai sogni ed alle aspirazioni? Perché dobbiamo smettere di sognare? La società uccide, ma noi siamo più forti, noi siamo nati per combattere, noi giovani abbiamo imparato che nulla è dato per scontato, nulla è facile da conquistare. Si può anche morire un giorno alla volta, pezzo dopo pezzo, ma si può anche tornare alla vita, e se tutto questo accadrà, avremo superato il più grande fra gli ostacoli insormontabili.
Chiamateci disgraziati, choosy, ma noi non ci pieghiamo. Rinasceremo come un fiore dopo una tormenta di neve.