- Oh, sì - disse infine Evan, come se si fosse appena svegliato dal letargo invernale.
- Ho scritto diversi racconti che parlano di magia -
- Magia? Oh Dio, io adoro la magia! Magia tipo Harry Potter? - Lyla lo stava osservando con occhi curiosi ed eccitati.
- Beh, - disse Evan, - a dire il vero mi ispiro di più a romanzi come "Il Signore degli Anelli", ma anche io sono un fan di Harry Potter. Sai, ho tutte le prime edizioni dei libri, inclusa quella nuova con disegnato Hogwarts sulle coste e tutta la serie in blu-ray. Per non parlare della bacchetta originale di Sambuco! -
- Non ci credo! Sei un fan sfegatato come me! Ma io ti adoro! -
Il timore iniziale, che attanagliava Evan alla bocca dello stomaco, stava piano piano lasciando spazio ad un senso di calore, pace e calma. Certo, lo sguardo assente e scocciato di Stephanie gli metteva sempre un po' di agitazione, ma almeno stava cominciando a godersi la conversazione con Lyla.
" E pensare che stasera non avevo neanche voglia di uscire! "
Diede uno sguardo veloce ad Aaron e lo vide sorridere, come se fosse soddisfatto che l'amico si stesse godendo la serata senza inutili patemi ad offuscargli la mente.
Il discorso andò avanti per un po' su come sarebbe stato bello aver avuto la possibilità di studiare ad Hogwarts: immaginarono la loro vita da studenti di magia, la vita nel dormitorio, i possibili argomenti delle lezioni e che faccia avrebbero potuto avere i loro professori.
Evan era sempre più rilassato, rideva insieme ai suoi compagni e ordinò per tutti un secondo giro di birre.
- Scusi cameriera, altre cinque birre qui! - disse ad una ragazza che stava passando lì accanto con un vassoio.
- Cinque birre? - chiese dubbiosa Evelyne, ridendo per una battuta frivola di Lyla.
Evan guardò Aaron, come se l'amico dovesse dirgli cosa fare. Questi semplicemente fece cenno di no con la mano e con la testa.
- Ah no, scusi, solo quattro birre! - disse Evan.
Lyla, che rideva assieme ad Evelyne, gli disse: - Sei un tipo strano, ma sei uno dei pochi amici di Evelyne a starmi simpatico! L'ultimo che mi ha presentato una sera al Wyne mi fissava con uno sguardo da psicopatico senza dire nemmeno una parola! Cavoli, non mi conosci e rimaniamo soli, almeno chiedimi qualcosa sulla mia vita. Ho dovuto fare tutto io quella sera finché non sei tornata da comprare le sigarette! -
Le due ragazze risero fragorosamente, mentre Stephanie guardava fissa il cellulare, scrollando lo schermo di tanto in tanto. Evan sorrise.
- Scusatemi, vado un attimo in bagno -
Appena entrato nella toilette, Evan sentì un freddo glaciale penetrare sotto i vestiti. "Azz, ma le finestre qui non le chiudono? Un po' di riscaldamento no?". Ma nel wc i termosifoni erano bollenti e la finestra sbarrata. Un senso di inquietudine si impossessò della mente del ragazzo. Il respiro si fece affannoso, lieve e superficiale. Corse al lavandino per sciacquarsi la faccia. La situazione non cambiò di molto: l'ansia era sempre lì, dentro di lui, ma almeno la fame d'aria si era leggermente placata. Dopo essersi asciugato il viso si guardò allo specchio. Dietro di lui c'era una ragazza dai capelli lunghi e neri che le coprivano il viso, con addosso un vestito bianco macchiato di sangue. Fra le ciocche dei capelli si poteva intravedere un occhio pieno di rabbia e rancore, di un nero intenso da togliere il fiato.
- Cazzo! Cazzo! - urlò Evan, voltandosi. Nel bagno era da solo, nessuna traccia di quella ragazza. Si voltò nuovamente verso lo specchio, ma niente. " La ragazza che ho sognato prima...era lei! Ne sono sicuro! "
Con il cuore che gli batteva a mille, Evan decise di uscire subito da lì. Non appena mise la mano sulla maniglia della porta, una voce roca alle sue spalle cacciò un urlo assordante. Evan uscì in fretta e furia dal bagno, chiudendo di colpo la porta. Quella presenza ce l'aveva con lui.
Tornò al tavolo dai suoi compagni, sbattendo numerose volte contro le altre persone all'interno del locale. Ansimando, si rimise a sedere, preoccupato ed agitato da quanto era appena successo.
- Evan, tutto ok? Sembra tu abbia appena visto un fantasma - disse Evelyne, preoccupata per l'espressione stravolta ed impaurita dell'amico.
Il ragazzo si grattò il polso destro in modo convulso ed agitato. " Quella strega mi ha toccato! Mentre uscivo mi ha preso il polso! E adesso mi brucia da morire! "
- Oh Evan, ci sei? Stai bene? -
- Io, io non lo so, credo di aver visto qualcosa...-
Evan si voltò verso la grande parete di vetro che separava l'interno dall'esterno del locale. Quella ragazza, quella presenza, era sempre lì, nel bagno del pub? Ma quei pensieri svanirono nello stesso istante in cui Evan vide materializzarsi sul vetro del locale l'immagine di una macchina che stava sfrecciando a tutta velocità verso di loro. La musica e le voci delle persone lì vicino lasciarono spazio allo stridere degli pneumatici. L'impatto con il locale sembrava imminente.
- No! Nooo! - disse Evan, cercando di alzarsi velocemente dalla sedia, ma con il solo risultato di cadere, rovinando malamente sulla strada.
- Evan, ohi, ma stai bene?? Che succede? -
Evelyne adesso era terrorizzata. Lyla e Stephanie guardavano il ragazzo per terra con sguardo confuso, incapaci di comprendere quanto stava succedendo.
- Ma stai scottando, devi avere la febbre alta! - disse Evelyne, appoggiando il dorso della mano sulla fronte di Evan.
- Amico...cosa succede..? C'è qualcosa di strano...cos'è che ti turba? - disse Aaron con espressione seria e rammaricata.
- Io...scusatemi, devo andare, devo andare via da qui! -
La ragazza dai capelli neri era dietro Aaron adesso. Stava ferma, immobile, con un dito accusatorio puntato verso di Evan. Un altro urlo gelò il sangue del ragazzo. "Perché? Perché la vedo e la sento solo io??"
- Scusatemi, scusatemi! -
Evan si rialzò e, barcollando, se ne andò dal locale in fretta e furia.