I musi lunghi, le parole fuori posto, i libri malconci, la luce fioca della solita ingiallita finestra, fogli bianchi con tratti di penna accennati, lunga scrivania in mogano, il Che al posto del Crocifisso, un piccolo pc, questo era il luogo preferito dove accoglieva i pazienti. Morbillo, tutti lo chiamavano cosi' ed io con loro.
Non era bravo secondo molti, per molti altri era un guru. In passato aveva risolto questioni familiari con pillole blu elargite con grazia e mistero, per cui il potere della voce maschile e maschilista s'impose nel paese e lo elesse tale comunque. Si disse di lui: "Ha studiato da cane, dovrebbe fare il veterinario, almeno quelle sono bestie e non umani!"
Io, Morbillo, lo conoscevo fin da bambino, mi curo' una brutta infezione all'età di non ricordo quanti anni e i miei gliene furono grati. Oggi sono un po' più grande, mi saluta con affetto, mi chiede come sto, gli chiedo: "Farai crescere ancora di più la barba?" e lui sornione : "Fino alla morte!".
Il piccolo paese lo rispetta nonostante tutto e tutti.
Ieri, passando da sotto al suo piccolo studio, lo vidi dietro la pallida vetrata, esitai un attimo e suonai. Mi aprì e feci le scale. Che salita! Gradini perpendicolari, rigidissimi, sembravano un GPM del tour de France.
"Non ti ho mai visto alla finestra, cosa guardavi?"
"Mi chiedevo il senso del mio malessere. Perché a me, che potrei curarlo, ma non so come?"
Feci un cenno con la testa come quando si viene beffati al 90° :
"Di cosa parli? Cosa ti opprime?"
Con le spalle che sembravano quasi toccarsi e un viso fiero, pieno nonostante il dolore , replicò sommessamente:
"Io, Morbillo, sapevo ridere anche di me stesso un tempo, adesso trovo tutto scontato, nulla mi scivola sopra, tutto è pesante. Il tuo Padreterno mi aiuterebbe a ritrovare ciò che perdo ogni giorno?"
Cosa rispondere non lo sapevo, spiazzato dalla fragilità che mai avrei immaginato di quell'uomo.
Ma di colpo, senza pensarci :
“Il mio Padreterno non lo conosco, ne ho sentito parlare e spesso chi lo invóca si sente rispondere aiutati che Dio t'aiuta. Prova a farlo anche tu. Funziona. "
Mi guardò perplesso, mi strinse la mano, finalmente sembrò svanire il terrore dai suoi occhi, sorrise.