Dopo una ventina di minuti bussarono alla porta.
Il Don si era appena acceso un sigaro, fece cenno ai due di entrare dentro. I due obbedirono. Don Calogero offrì loro dei sigari porgendo la scatola aperta di Avana.
«Avete chiamato, Zio?» chiese Gerolamo togliendosi il cappello.
«Si, ho letto sul giornale del tuo lavoro, sono molto soddisfatto» disse il Don indicando il giornale sulla scrivania.
«Grazie, Zu’ Calò! Per me è stato un piacere occuparmi di quello stronzo» disse Gerolamo mentre Carmine gli accendeva il sigaro.
«Ti credo, cumpà!» riprese il Don «ma vi ho chiamato perché ci sono tre cose importanti di cui vorrei discutere con voi...»
«Siamo qui! Vediamo che possiamo fare...» disse Carmine sedendosi alla sedia davanti alla scrivania.
Don Calogero espose il primo punto. Chiese a Gerolamo se poteva in qualche modo ricambiare il servigio che aveva reso alla comunità. Gli chiese se magari non avesse voluto trascorrere un po’ di tempo con la sua famiglia, l’avrebbe esonerato dai suoi compiti per un po’. Il sicario ci rifletté per un attimo, poi rispose che una cosa il Don poteva farla: si trattava di fare un po’ di filantropia per un centro di cura in cui erano stati ricoverati i ragazzini vittime degli abusi del viscido prelato. Il Don rispose che non era un problema, ma il prezzo da mettere sull’assegno avrebbe dovuto metterlo lui.
«Zio! Avete un grande cuore, ma non voglio chiedervi così tanto...» disse Gerolamo con il cuore gonfio di riconoscenza.
«Nessun problema, Gerò! Conosco la misura del tuo braccio e poi lo sai che ti sono vicino in questi momenti di tribolazione che sta passando la tua famiglia» aggiunse andando vicino a Gerolamo.
I due si guardarono e si abbracciarono. Negli occhi di entrambi profondo rispetto reciproco.
«Bene! E ora arriviamo al secondo punto in questione» annunciò Don Calogero andando a sedersi dietro la scrivania e aprendo il giornale.
Lesse un’intervista fatta al vescovo di New York, Thomas Carter. Nell’intervista veniva chiesto al vescovo come si sarebbe comportato per ripulire la curia da persone come Padre Vincent Gargano. Il prelato rispose grandi linee, senza dare una risposta ben precisa, tutto pieno di: “faremo luce, pregheremo Dio perché ci mostri la via da seguire” e altre stronzate del genere. Alla domanda: chi sarà il prossimo parroco di Saint Patrick, Thomas Carter risponde: “Ci riuniremo in un concistoro e sceglieremo un’anima pia per la guida delle nostre pecorelle, un pastore che sia all’altezza del compito che gli verrà affidato da Dio...”
«Visto i precedenti, la cosa mi preoccupa un po’» rifletté Carmine dopo che il padre ebbe terminato la lettura.
«Appunto!» Gerolamo e Don Calogero convennero all’unisono.
«Che possiamo fare?» chiese dopo una pausa il Don.
«Ho un idea!» esclamo Carmine.
«Tu e Moody ‘il rosso’ potreste andare a fare una visita al nuovo parroco, quando questo arriverà a Saint Patrick, così vedi come si comporta, c’è qualcosa che ancora non ci convince di quest’irlandese» disse il giovane indicando Gerolamo.
«Userete la mano forte, ma non troppo. Lo intimidirete per fargli capire che è meglio per lui se riga dritto... altrimenti ci potrebbero essere delle conseguenze, come quelle del suo predecessore» propose Carmine guardando i due uomini davanti a lui.
«E bravo Carmine!» si congratulò il Boss con il figlio.
«Bene! Allora è deciso, appena arriva io e Moody andremo a parlare con questo pastore di anime» ripeté Gerolamo.
Una volta che tutti furono d’accordo si passò al terzo punto del Don.
«Ho notato che gli articoli di cronaca nera del giornale, specie quelli che ci riguardano da vicino, sono tutti firmati dalla stessa persona» iniziò il Don girando le pagine del giornale fino ad arrivare alla pagina interessata e, mostrandola ai suoi compari, fece notare il nome del giornalista a fondo dell’articolo.
«Vuoi che ci occupiamo anche di lui?» chiese Gerolamo.
«No. Quello che voglio sapere e se potrebbe tornarci utile avere dalla nostra un giornalista?» chiese il Don grattandosi la fronte spaziosa.
«Credo che un uomo del genere possa essere utile, potrebbe depistare la polizia o creare degli indizi per allontanare i sospetti da noi e farli ricadere, magari, verso una delle famiglie rivali. Che ne pensi?» chiese Carmine rivolgendosi al sicario che rimase in silenzio a riflettere per un attimo.
«Si, penso che possa andare» disse il Don «Parlateci, ma con gentilezza, ah! Offritegli la nostra protezione, fategli credere che una delle famiglie rivali ha il mirino puntato su di lui... Tu che dici Carmine?» disse il Don.
«Penso che potrebbe essere una buona idea. Ma... sarà corruttibile? E se si rifiuta?!» chiese il giovane.
«Se si rifiuta, allora gli ricorderete perché ha bisogno di protezione...» suggerì il Don.
«Ok, contattiamolo!» disse Carmine.