L’organista solleva le grandi mani, incerte, sulle tastiere.

Tremori d’emozione.
Timori vitali.
Ecco ora suona!
Tentenna, teme l’avverarsi?
No! Non ingannatevi!
Non la paura ma il piacere trattengono i polsi dell’organista, si vuole nutrire di attesa.
A tradimento rompe gli indugi.
Le mani, immense, fendono la poca aria che le divide dai tasti.
Vasto tremore, sussulto in “Do” planetario.
Lama infinita in “Re” trafigge il pianeta.
Sussultano i mari, Tirreno di più.
Alta la nota dalla canna Vesuvio...
Gli risponde Vulcano...
Seguita Stromboli...
Sovrasta su tutti Etna!
Rigurgito simultaneo dalle bocche di sangue luminoso.
Il buio antico è rosso di fuoco.
La schiena immensa dell’isola in apnea emerge dalle acque, lacerandosi in fiamme...
La terra urla.
Un immenso tempio d’acqua si erige e frantuma milioni di volte.
Creme incandescienti, acque di parto della grande Madre, gorgogliano e fluiscono al mare.
Battaglia di titani.
Tutto è scosso dai singhiozzi di pianto, pianto di cenere.
Ora nasce!
Tra pochi minuti!
Doglie universali in uno strepito di fuoco e tamburi.
L’organista usa tutti i tasti con mani e piedi, piedi ti toro!
Ora nasce!
Già la cute di bronzo appare tra le coscie della Terra.
Fuggire, seguire i topi nelle tane, dormire e sognare l’altrove...!
Non servirà!
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Pianto di lava.

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