Pioviccica, aspetto il taxi da 10 minuti, sono comparso in una zona depressa ed isolata per non farmi vedere, l’inverno si avvicina, uno dei 500 abbondanti che ho visto nella mia esistenza, il tassista s’intravede, sta gesticolando per avvertirmi del suo arrivo, salgo.
«Dove la porto, amico?»
«al Parco della Vittoria»
«Se mi ci fermo sono 400 euro»
«???»
«Scusi, m’è venuto automaticamente, parlavo del Monopoli»
Ride sguaiatamente mentre io sospiro, non mi abituerò mai all’idiozia dei sangue freddo.
«Lei è mascherato perfettamente per Halloween, le sarà costato una bella cifra quel costume»
«Faceva già parte del mio guardaroba»
«Lo ricicla tutti gli anni? Un bel risparmio»
«Bravo, indovinato»
«Capo, siamo quasi arrivati, se vuole potrei passare a riprenderla, se chiama prima delle cinque, faccio orario notturno»
«Va bene, mi dia il suo numero, se serve la chiamo»
Pago e scendo, ci sono meno gocce, la pioggerella sta scemando, la villa è ricca, non come la mia vecchia magione, ma interessante
«Ha l’invito?»
Porgo all’ometto la pergamena
«Conte Vlad Tepes XXIII° di Valacchia! Anche i documenti in tema, complimenti! Prego Conte, non è segnato, ma entri pure! La proprietaria ha detto di ragionare sugli arrivi, una sorpresa è sempre benvenuta»
Entro e inizio a guardarmi intorno, dozzinale, molte mascherine di carta, pochi vestiti di stoffa, non c’è più la voglia di mascherarsi seriamente, le donne si basano molto sui centimetri di pelle nuda, tette coperte solo di veli trasparenti, corpi che solo l’età rende commestibili, non arriveranno mai di beltà oltre i quaranta senza servirsi di un chirurgo estetico, ragazzi con il cervello nei deltoidi, con rigonfiamenti improbabili nei punti strategici senza uso di fazzoletti
«Conte, vuole del sangue?»
«Sarebbe molto gradito! È vero?»
«No, solo un “bloody Mary” molto alcolico»
A parlare è stato uno di mezza età ferocemente gay che mi accarezza una mano, la ritiro di scatto
«Calmo bello, se non ti piace non insisto, ma se ti piace il doppio buchino ti avverto, qui sono tutte troione, non avrai il fascino della novità, te la daranno come se fosse un aperitivo»
«Sto cercandone solo una, la figlia di un mio vecchio amico»
«Sei anche mezzo pedofilo?»
«Ha trent’anni, si chiama Lucy Van Helsing, la conosce per caso?»
«Se è venuto direttamente qui saprà anche che è la proprietaria di casa, non scende facilmente, è l’unica che passa il tempo chiusa in camera a leggere vecchi libri mentre l’orgia è al culmine, senza che nessuno possa disturbarla… ah, in compenso guardi lì, quell’essere divino a cui la zoccoletta seminuda sta facendo un servizietto è il suo promesso sposo, Christopher! Già, con Lucy sono una coppia aperta, o forse lei è insensibile all’argomento… Lesbica? Io non l’ho detto.»
Mi allontano, già non lo sopporto più , comunque mi ha svelato abbastanza, mi dirigo verso Christopher, la ragazza mi guarda con aria possessiva, ha in bocca l’osso più importante, non lo mollerebbe mai.
Prendo lui da dietro e lo mordo, nessuno ci fa caso, bevo con voluttà il suo sangue, continuo a lungo senza interrompermi, finché il sangue smette di fluire nel punto per lei più prezioso, lo sente afflosciarsi senza aver esaurito il suo compito, non capisce come io possa aver fatto, guarda senza più interesse il giocattoletto morente nella sua mano e se ne va, un attimo prima che anche il resto del corpo finisca di vivere. Lo lascio sul divano, fino a domattina nessuno se ne renderà conto. Ora tocca a Lucy.
La festa è straripata ai piani superiori, salgo la scalinata, in cima mi volto, un girone infernale mascherato dozzinalmente mi appare in tutto il suo orrore, i corridoi si aprono su porte spalancate in cui coppie di vario genere si danno da fare, già in fase avanzata. Due donne cavalcano a turno uno stallone con il palo in erezione controllata. Che tristezza, un mondo depravato. Non che la cosa mi dia fastidio, però è da un pezzo che il sangue non ha più un buon sapore, mix di virus, malattie, droga, alcool, fumo, feccia varia.
Una porta chiusa. È lì.