Le vitelline belle e vivaci promettevano di essere belle mucche da latte e per tutti la razza era la Fassona piemontese, ottima da carne e da latte.
Bart era il più bell'esemplare di toro Fassone e in poco tempo la valle si riempì del muggito di decine di vitellini bianchi come lui. Dalle fattorie vicine facevano a gara per portare le giovenche a conoscere il più bel maschio della valle. Aveva oramai quattro anni ed era mastodontico, pesava circa milleduecentotrenta chili, ce lo invidiavano tutti.
Trascorse qualche mese dall'episodio di Gelindo e una mattina trovai Bart che scalpitava e sbuffava, camminava avanti e indietro e schiumava dalla bocca , chiamai la padrona.
<<Maria credo che Bart sia malato perché schiuma dalla bocca e muggisce disperato>>
<<L'ho visto dal giardino e ho già chiamato il veterinario, sta arrivando>>
Si avvicinò anche il signor Augusto: <<Secondo me è stato avvelenato>>, sentenziò, e il veterinario non fece altro che confermare. Raccolse con uno straccio la bava schiumosa del toro e vi versò sopra alcune gocce di una sostanza che reagì e divenne subito rossa.
<<Arsenico, non avevo dubbi>>
<<Allora non ci sono speranze>>, disse Maria in lacrime.
<<Chi può essere così infame da fare una cosa del genere?>>
Augusto era furibondo, avevano toccato il suo tesoro e non poteva perdonare. Dissi: <<Credo di sapere chi è stato, stamattina verso le cinque ho visto Gelindo che pedalava via a tutta velocità, ma proveniva da qui solo che al momento non vi ho fatto caso>>
<<Quel maledetto - ruggì Augusto - avrei dovuto denunciarlo, ma se denunci uno perché ha picchiato un animale ti ridono in faccia. Ora vado a cercarlo>>
Partì a tutta velocità richiamato invano dalla moglie che temeva il peggio.
Non serviva riacciuffare Gelindo, tanto il povero Bart stava morendo e poco dopo si sdraiò su un fianco, allungò il collo e sollevò le due gambe destre, muggendo disperatamente come per chiamarmi. Sapevo che mi cercava, come faceva sempre per ricevere da me conforto e aiuto, ma stavolta non potevo fare nulla tranne abbracciare Maria e piangere con lei.
Lui sollevò ancor una volta la grossa testa ed esalò l'ultimo respiro con uno strappo convulso.
Il bellissimo Bart, grande e grosso e buon Bart non era più e in molti piansero la sua morte.
Dalle fattorie vicine vennero in molti per stringersi al nostro dolore quasi si trattasse di una grande famiglia, mi abbracciavano perché sapevano con quanta cura lo avevo allevato e coccolato e quel "figlio", era una gran perdita per me.
Andarono tutti a cercare Gelindo e lo trovarono in casa di una sua amante, lo avrebbero linciato se non fosse stato per Augusto che lo sottrasse alla folla per portarlo dai carabinieri dove trovò la punizione che meritava.
Non ci fu mai più un altro Bart, lui era unico ed era cresciuto per merito mio. Mi sentivo fiera di ciò che avevo ottenuto anche se non ho potuto proteggerlo dalla cattiveria umana.