Ricordo ancora la domenica mattina
Ero piccola, ma il fermento di andare in chiesa era visibile
Il papà si radeva ben bene, davanti al suo specchio, con una mensola piena di oggetti
La mamma cercava il vestito adatto a me e a lei
Voleva fossimo tutti belli davanti alla gente
Amava l’ordine anche nel corpo
Io, da bambina della mia età, adoravo un vestitino rosso
Ma la mamma non lo trovava adeguato
Quindi i colori scuri erano privilegiati
Diceva che erano molto più eleganti
E io puntualmente mi mordevo le labbra dalla rabbia
Ma perdevo, sempre, puntualmente, costantemente
Una volta chiuso bene l’uscio di casa ci avviavamo a piedi verso la Chiesa di San Giovanni
Era il patrono della città e tutti ne erano devotissimi
La strada da percorrere non era tanta, ma godevo di quei momenti dove le loro grandi mani tenevano ben salde le mie
Di solito mi lasciavo andare in sbalzi in avanti come fossi su un’altalena
Ma non sempre volevano e quindi ero sempre pronta a guardarmi in giro
Girandomi continuamente, osservando tutto
Il vecchio che si trascinava con il bastone che imprecava ai bambinetti monelli
Oppure signore in vestiti improponibili, dove le carni erano tracotanti dai fianchi
Noi eravamo invece elegantissimi, o almeno cosi ricordo
Ma ho detto tutto questo, come anche una forma preparatoria nel nostro tragitto, per un motivo
Io adoravo andare in chiesa
Ma forse non come comunemente un cristiano lo considera
La funzione, la preghiera, i canti, l’ostia consacrata alla fine, quegli scambi di mano dubbi
Io ci andavo volentieri per uno scopo ben preciso
Una volta seduti, in maniera maniacale, nel terzo banco, colonna a destra, affianco alla Madonna con bambino
Ma lì nessuno sapeva
Nessuno poteva immaginare quale fantastica vista potessi avere
Avevo davanti ogni domenica quel quadro
Rappresentava “La Salita Al Cielo”
Vi spiego meglio
Due angeli tenevano avvolto e sostenuto Nostro Signore, in un telo color porpora
Un al suo fianco destro e uno al suo fianco sinistro
Nostro Signore si vedeva a mezzo busto, con il torace scoperto
Gli Angeli avevano invece un abito arancione uno e un abito verde l’altro
Le loro ali bianche, rivolte all’insù, dimostravano la loro fermezza nel sostenerlo
E i loro volti pieni d’amore
Tutto quello che avevo intorno, alla vista di quel quadro svaniva
La sua bellezza si amplificava, quando si levava un Inno particolarmente dolce
Non ne ricordo il nome, ma se ne parlo sento accapponare la pelle
Tornati a casa, un rituale visto mille volte
La mamma ai fornelli e il papà sulla poltrona a leggere un giornale
Gli anni settanta
Io invece giocavo ancora un po'
Avevo la mia bambola
Tutti la chiamavano “Patatina”
Ma io la chiamavo Flora
Lo preferivo
Ora mi metto a letto
Come quella sera
La mamma che mi accompagna, una tappa al bagno e le lenzuola che vengono rimboccate
Gli occhi che si chiudono e la percezione del bacio della buona notte
Il mio sogno
Non fu come i soliti
Quella sera vidi
Vidi quei due angeli
Con i loro volti e le grandi ali staccarsi dalla tela
E con un colpo d’ali fluttuare e poi planare nella mia stanza
Avvicinandosi con passi lievi
Ponendosi ai fianchi del mio letto
Nel sogno ero sveglia e li guardai
Ma dalle mie labbra non vennero fuori parole
Erano solo sguardi
Intensi, d’amore
Immaginai tante cose
Forse volevano ringraziarmi per le mie attenzioni
O forse lo facevano con tutti i bambini
Proteggerli la notte dai tanti sogni
Avvolgerli nelle loro ali, in modo che potessero divenire adulti buoni
Furono tanti i pensieri
Ma preferii anche lasciarmi cullare
Sentivo una brezza che soffiava sul mio viso
Sembrava che fluttuassi come Wendy, nella storia di Peter Pan
Poi lentamente sentii le lenzuola avvolgermi
E mi girai su un fianco
Mi ritrovai cosi anche la mattina
Ma più lieve
La mamma mi disse che avevo un volto diverso
Mi sentivo ancora molto leggera
Anche ora, che sono entrata a letto e non sono più una bambina
Li aspetto ogni sera quei due angeli
Ma pensandoci bene, basta alzarmi
Aprire la porta della stanza accanto e piano piano, senza far rumore, osservare i miei due angeli
E loro sono miei per sempre
E adorano entrambe i vestiti rossi
Angeli