Il ragazzo la guarda per un lungo momento, poi sorridendo le fa: <<sei più sfuggente di un’anguilla; persino se mi impegno non riesco mai a scoprire cosa ti passi per la testa>>. Franca ride, lui le fa un po’ il filo da quando si sono ritrovati casualmente vicini di banco nella loro classe del liceo e, tanto per riempire i vuoti dei cambi di insegnante tra un’ora e l’altra, si sono cimentati ogni tanto a parlare anche di musica leggera. Naturalmente in maniera del tutto superficiale, come un qualsiasi argomento, in apparenza fondamentale ma poi di scarso impegno per tanti ragazzi come loro, usando così dei termini e un argomentare semplice e anche piuttosto scanzonato, proprio come farebbe qualsiasi altro compagno della loro età, quasi come se loro due non ne sapessero un bel niente e l'unico parametro di giudizio nelle parole da adoperare fosse dato dai gusti per i nomi dei cantanti, o dalle diverse maniere dei vari gruppi di presentarsi al pubblico. Invece lui segretamente suona la batteria in un gruppo di amici, e per due o tre volte la settimana si impegna con loro ad inventare del jazz acustico molto attuale, anche se poi non rivela mai a nessuno questa cosa, un po’ per timidezza, un po’ perché sa bene come tutti attorno sarebbero pronti a sorridergli con la solita espressione scontata di sopportazione e di ironia, quasi per evidenziare la stupidità che c’è nel mettersi ad inventare cose di quel genere, o magari credere addirittura di poter fare della strada in un campo inflazionato e senza sbocchi come quello di far musica, magari riempiendo forse qualche serata inutile insieme ai propri amici. “Suonare non ha proprio alcun futuro, lo sanno tutti”, si dice sempre in giro; “tanto vale scegliere tra quella che c'è già come sottofondo ad ogni giornata, come normalmente fanno anche gli altri, e dopo basta”.
Di fatto Franca è una ragazza introversa, una che preferisce stare per conto proprio avanti di tenere dei comportamenti troppo sociali, ed il suo compagno di banco, che invece avrebbe normalmente un atteggiamento più aperto e solare, quando sta con la lei tende ad assumere le stesse maniere di comportarsi che in genere evidenzia Franca, forse anche per una sorta di solidarietà. Lei non dice mai a nessuno che suona il pianoforte, le sembra scontato che nessuno per esempio conosca Schumann e le sue Sonate, perciò non le pare assolutamente quello un possibile argomento di conversazione. Ma poi lui canticchia un motivetto a voce bassa mentre fa dei disegnini sopra un foglio, e Franca accanto a lui lo ascolta interessata. Interviene l’insegnante che si è accorto di quel moto di disattenzione, e tutto termina esattamente in quel momento, ma soltanto per spostarsi in seguito verso quel briciolo di curiosità legittima. <<Certe volte mi capita>>, fa lui, <<che mi restino in mente delle frasi che usiamo nei pezzi quando si suona col mio gruppo. Facciamo musica modale, per cui spesso è anche difficile rendere orecchiabili dei brani che si muovono su accordi dissonanti. Però non dirlo agli altri, non vorrei proprio essere preso in giro da qualcuno>>. Franca resta colpita ed in silenzio, e all’improvviso le pare quasi che si stia aprendo per lei una nuova pagina, così attende la pausa più opportuna in mezzo alle lezioni, ed al suo compagno di banco gli rivela che a lei piacerebbe molto andare ad ascoltare una prova di quei brani.
Lorenzo la guarda con attenzione, pur conservando naturalmente qualche dubbio ponderato sull’improvviso interessamento che Franca sta mostrando; non gli piace per niente essere commiserato in un’attività che invece lo prende, in cui si impegna, e che gli pare spesso mostri la porta migliore dei suoi anni a cui affacciarsi per interpretare la realtà. <<Va bene>>, le fa subito comunque, anche perché, con l’intuizione rapida di un semplice impulso, sente che quello può essere un fondamentale punto di passaggio verso qualcosa di importante tra di loro.
Il resto della mattinata nella classe di liceo poi sfila ordinaria, senza troppe differenze dal suo solito, però qualcosa è sembrato muoversi all’interno della sensibilità di loro due, ed anche se non c’è nulla che possa definire con precisione quello che passa adesso nelle loro teste, Franca e Lorenzo sembrano contenti, fino a sorridersi con complicità, forse anche più di quello che magari dovrebbero mostrare.
Bruno Magnolfi