Valeria cerca i suoi occhi, uno sguardo pieno di dolcezza che, per un attimo, restituisce ad Anna tutta la forza che non ha. La ama ancora come faceva agli inizi, con la stessa passione e tenerezza che le aveva dato il coraggio di remare contro la sua religione. Vivono come due rifugiate in un monolocale di periferia il cui indirizzo è sconosciuto ad amici e parenti. Dovrebbe sentirsi felice; finalmente è libera di amare chi vuole, anche una donna, e invece…
Da quando ha deciso di ufficializzare la relazione, è iniziata una vera e propria campagna diffamatoria, culminata nell’espulsione dalla comunità. I genitori non le rivolgono più la parola, per loro è diventata una “disassociata”. La figlia che li ha disonorati.
«Meglio morta che saperti nel peccato con quella poco di buono» le aveva gridato contro il padre afferrandola dal collo. Le mani nodose stringevano così forte sulla pelle che il colorito di Anna aveva assunto un preoccupante color bluastro; se non fosse intervenuta la madre sarebbe senz’altro morta, in barba alla religione che predica la non violenza. Quella era stata l’ultima volta in cui li aveva visti. Era scappata via senza documenti, senza neppure un cambio. Valeria le aveva aperto le porte del suo minuscolo appartamento, abbracciandola così forte che le sembrava di non aver mai conosciuto il calore un gesto tanto intimo.
A distanza di mesi, è come se la terra l’avesse partorita un’altra volta; non ha più legami con nessuno: è sola, nuda. Prima aveva il suo credo, adesso, oltre la donna che ama c’è il vuoto e una libertà così piena da farle paura.
La sorella è l’unica che continua a cercarla, ma sentirla le fa più male che bene: la sua voce riaccende ricordi e deposita nel cuore ogni genere di spazzatura: sensi di colpa, smarrimento, disprezzo. Lei vuole solo dimenticare e per farlo sa che deve recidere anche quest’ultimo, prezioso legame, ma prende tempo.
«Non sei felice?» le chiede Valeria osservando le linee scure che incorniciano i suoi occhi. Da quando vivono insieme invece di rifiorire sembra spegnersi, come il motore di un’auto troppo vecchia.
«Sì, tanto, ma non è come me lo aspettavo»
«Perché?» insiste guardandola dritta negli occhi; ha bisogno di una risposta a tutti i costi.
«Perché non è facile dimenticare anni di abusi» grida con aria esausta. «Perché, nonostante tutto, loro rimangono la mia famiglia». Le labbra tremano e le lacrime, inaspettate, rigano le guance bianche. Un carosello di fermo immagini le scorre in testa come una girandola:
…Ci sono compleanni non festeggiati, costumi di carnevale mai messi, versetti biblici recitati a memoria, porte sbattute in faccia, obblighi, divieti…
Prigioniera di un padre e di una madre da cui credeva di essere amata. Genitori tenuti sotto giogo, a loro volta, dalla “setta”.
La stringe forte Valeria. Deve, desidera proteggerla!
«Dammi ancora un po’ di tempo» chiede Anna stregata dalla purezza del suo affetto.
«Tutto il tempo che vuoi». risponde lei cercando d’immaginare un posto dove possa farla sentire finalmente al sicuro.