IO E IL PROFESSORE
Gli Dei 2
Buongiorno Cocò come ti senti oggi, per colazione ti ho portato una mela e dei pinoli, da voi non si trovano, ma sempre semi sono, molto buoni, piacciono anche a me.
- Grazie professore, li proverò, ma vi posso chiedere una cortesia, perché non la smettete di chiamarmi Cocò, non è il mio nome e questo mi da fastidio. Io sono un Ara e ho la mia dignità.
- Scusa, non pensavo, in genere fra voi pappagalli il nome Cocò è molto usato.
- Questo lo avete deciso voi umani, purtroppo, gli altri non possono farsi capire, e non hanno modo di protestare, vi posso assicurare che sono stufi dei nomignoli che gli affibbiate. Per fortuna io e voi c'intendiamo, io mi chiamo Edoardo, se pensate sia lungo, anche Edy va bene!
- va benissimo, se ci tieni tanto, ti chiamerò Edy!
- Bene, vi ringrazio, ora credo che assaggerò questi vostri pinoli. Intanto potete riprendere il discorso interrotto ieri.
- Grazie amico mio, se mi ricordo bene eravamo arrivati al popolo israeliano e al loro Dio.
- Devi sapere che, questi ebrei, erano un popolo di nomadi suddivisi in tante tribù ed erano spesso in guerra fra loro, c’era, però, la religione che le teneva unite.
Era gente abituata a vivere in uno stato di continua emergenza, per ragioni di sopravvivenza in un territorio molto ostile e questo li rendeva molto bellicosi. Queste guerre fra tribù per accaparrarsi le terre migliori erano frequenti e molto spesso fratricide.
- Nel momento in cui decisero di crearsi un Dio, questi, non poteva che rispecchiare le loro peculiarità. Doveva essere necessariamente un Dio potente, spietato, contro i nemici e molto spesso anche verso il suo popolo. Si doveva temerlo! doveva riuscire là dove gli uomini non riuscivano a trovare un accordo. Doveva per forza di cose essere molto violento e spietato contro chi non obbediva ai suoi comandamenti. Nella lungimiranza di chi aveva modellato le caratteristiche della divinità era stata presa in considerazione anche un lato più magnanimo verso chi obbediva alla lettera i suoi ordini. Gli uomini per fortuna non sono tutti uguali, così chi voleva starsene in disparte rifugiandosi nella parola di Dio veniva ricompensato con una vita ascetica e priva di emozioni. Erano persone entrate nella grazia di Dio. Questa possibilità rendeva meno dura da accettare, l’adorazione di questa Divinità. Nel periodo di dominio romano in Palestina nacque un uomo che al pari di suoi predecessori fu annunciato come il Messia, colui che doveva salvare il popolo israeliano dalla perdizione.
- Fin dalla sua infanzia costui andava in giro predicando un nuovo verbo, un nuovo modo di adorare questa Entità celeste, lui si auto proclamava figlio in forma umana e, sotto la sua benedizione, si adoperava predicando una dottrina che parlava ai cuori degli uomini, con la voce dell’amore. Un credo basato solo sull’amore, contrario alla violenza di ogni tipo, anche a quelle del suo illustre Padre. Niente guerre, vendette, ritorsioni o atti ostili verso il prossimo. Solo amore, comprensione e perdono, ma soprattutto fede senza limiti.
- Puoi ben immaginare l’impatto che ebbe questa nuova idea in un mondo dove regnava in maggioranza il credo politeista. Greci e romani con i loro Dei, i faraoni d’Egitto con le loro divinità, i persiani e tanti altri popoli del bacino del mediterraneo. Ogni popolazione aveva i suoi da adorare, tutti ritenevano di essere nel giusto tacciando gli altri come infedeli. Solo gli israeliti e gli arabi adoravano un solo Dio, anche se con differenti riti. La casta dei gran sacerdoti ebraici che aveva gestito la religione fino ad allora, furono i primi a non gradire questa nuova impostazione del credo. Ritenevano fosse uno sconvolgimento dell’ordine naturale delle cose. Il loro potere veniva messo in discussione. Il nuovo Messia arrivò persino a cacciarli dal tempio, per impedire commerci e speculazioni su le credenze popolari. A differenza di molti suoi predecessori il nuovo profeta cominciava ad avere molto credito fra la gente con le sue parabole. Queste nuove idee potevano minare alle fondamenta, la fiducia nei gran sacerdoti. Il suo intento era quello di smantellare la rete di corruzione e di favoreggiamento della casta nei confronti degli occupanti romani. Decisero allora che questo profeta loro ostile, doveva essere fermato, prima che fosse troppo tardi.
- La nuova dottrina predicata dal Messia, se vogliamo, era una sorta di socialismo. I ricchi erano messi al bando, si predicava l’uguaglianza fra tutte le genti, amici e nemici erano tutti uguali davanti a Dio. Si dava risalto all’amore, alla bontà, alla pace fra i popoli e le persone. Questa ultima affermazione era in netto contrasto con la situazione del tempo. In tutte le civiltà regnava la monarchia, l’oligarchia, la dittatura, nessun potente al potere poteva accettare l’idea che qualcuno potesse mettere in discussione, il loro potere sugli uomini,pertanto risultò facile annientare il pacifico e docile nuovo Messia, tramite delazioni e un processo farsa presieduto da un giudice israeliano e le autorità romane.
- Questo evento diventò il punto di svolta storico che cambiò in modo radicale il destino dell’umanità. Su questa vicenda si posero le basi per il nuovo movimento religioso che in breve tempo prese il sopravvento su gli altri. Come sempre accade, quando si elimina un simbolo nel quale il popolo si identifica, lo stesso diventa una bandiera da seguire. Da quel moneto in poi ,infatti, il credo di amore predicato in quei pochi anni, fece presa nei cuori e nell’anima dei popoli, specie negli umili e puri di spirito.
- I romani, da parte loro, cercarono subito di stroncare sul nascere il movimento, sterminando migliaia di fedeli alla nuova dottrina. I vari imperatori mal sopportavano una popolazione che non riconosceva il loro potere definito divino, sapevano bene che la forza delle idee e delle parole, era più forte delle spade, più forte di interi eserciti. Fecero di tutto per debellare il nuovo credo. I Cristiani, così chiamati dal nome del fondatore furono perseguitati per anni. Solo alla fine, quando l’impero aveva iniziato la sua parabola discendente ed era prossimo allo sgretolamento, un imperatore si convertì alla nuova dottrina, stabilendo il Cristianesimo come religione di stato. Oggi è quella più potente, anche se non la più seguita, ed è anche quella che ha maggiormente modificato i suoi crismi di fede. Se il Messia vivesse oggi resterebbe senza parole, allibito di fronte alla tracotanza e al potere della chiesa. I suoi rappresentanti hanno addirittura creato uno Stato, una Nazione riconosciuta a livello mondiale.
- Dove sono le parabole del maestro, l’equità fra i popoli, dove sono i ricchi puniti e pentiti! dove sono gli atti d'amore, dove sono i mercanti fuori dal tempio!! La chiesa cattolica ha messo su una istituzione gigantesca e faraonica con la quale gestisce le vite e le anime di milioni di persone. Hanno persino deciso di cambiare le date della storia, partendo dalla nascita del loro creatore. Hai idea di che potere stiamo parlando! Dicevo prima di gabbie create dall’uomo, allora, cosa credi che sia la religione se non la più tremenda, la più letale, quella che ha scatenato per secoli guerre di potere. Conflitti di puro interesse ideologico per poter affermare la propria superiorità. Guerre che sono costate milioni di morti solo per dare alla chiesa di Roma potere, potere, e ancora potere. Trovo immorale che una dottrina nata predicando amore e fratellanza, si ritrovi oggi confinata in una ostentazione di lusso e un’arroganza che a volte da fastidio anche parlarne.
- Professore! Calmatevi adesso, state esagerando, se no vi sentite male! Lo sappiamo tutti che le cose sono finite in questo modo, ormai nessuno può farci niente, dovete accettare la situazione. Io non ho voce in capitolo, ma voi se non siete d’accordo ignorate tutto, vivete quanto vi resta da vivere e lasciate stare.
cambiamo discorso, mentre voi parlavate io ho assaggiato i pinoli e devo dire che come gusto sono un pò troppo resinosi, ma almeno sono diversi.
- hai ragione amico mio, non devo prendermela tanto, ma ci sono argomenti che m’irritano quando ne parlo, la religione è uno di questi, il discorso però non è chiuso ne parleremo ancora, un giorno che sarò meno eccitato.