Scusate, ma stasera mi è presa una botta di mascolino narcisismo. Vorrei parlarvi, guarda un po’, delle mie donne.
La più fedele, la più antica, è Speranza. Ci conosciamo da una vita. Lei è la madre, la moglie, l’amica, la sorella. Mi stringe forte nel suo tenero abbraccio, culla i miei sonni, fare l’amore con lei è come immergersi in acque calme e rilassanti.
Poi c’è Rabbia, l’amante occasionale, la Dominatrice. Dura e strafottente, mi prende a schiaffi e pugni e io non reagisco, mi abbandono alle sue violenze. I nostri amplessi sono rapidi e intensi, mi lasciano stremato.
E Ironia, la scherzosa, quella a cui piace prendermi in giro, a volte bonariamente, a volte molto meno. Salta fuori quando meno te lo aspetti, fa capolino all’improvviso da dietro le porte chiuse, fa un balzo e mi urla nelle orecchie. Spesso rido dei suoi scherzi, ma ogni tanto mi spavento anche. Il nostro amore è tutto un nascondino, un’acchiapparella, un mordi e fuggi.
Non dimentico Malinconia, anche io e lei non ci frequentiamo molto. Sono anni e anni che ci occhieggiamo da lontano, entrambi troppo timorosi per avvicinarsi all’altro. Capisco però dal suo sguardo penetrante che se un giorno avrà voglia di prendermi, ecco, potrei non avere forza per oppormi. E forse nemmeno lo vorrei.
E decine di altre, lì come ombre sullo sfondo, ad aspettare. Aspettare un momento di debolezza o di estrema forza. La mia debolezza, la loro forza.
E’ un harem strano e imperfetto, dove io sono sia il sultano che l’eunuco; dipende dalle circostanze, dal sentire del momento.
E nessuna di loro è la preferita, sono io il preferito di tutte.
Sapete, quando si dice il fascino …