Genova-Roma-Miami 24/8/2012
Alle cinque di mattina il trillo della sveglia ci tira giù dal letto, alle 5,45 siamo già al Cristoforo Colombo, anche se ancora assonnati già entusiasti. L’aereo per Roma parte puntuale alle 7.
Giungiamo a Fiumicino dopo 50 minuti e decidiamo di prelevare i soldi necessari e fare un cambio in dollari prima di recarci a Miami e perdere ulteriore tempo là. Chissà come, chissà perché, i bancomat romani non riconoscono le nostre carte di credito. Ci vogliono ben 5 telefonate alla banca prima che la situazione si sblocchi. Finalmente con il nostro modesto gruzzolo troviamo il gabbiotto del cambio valuta. Una signorina distratta e annoiata pigia i tasti della calcolatrice trasformando gli euro in dollari, al contempo ci trattiene una esorbitante fortuna in commissione. Fregati. Iniziamo bene!
Un po’ irritati raggiungiamo il gate. Durante la notte era giunto un sms da parte di Alitalia nel quale era segnalato un ritardo di ben 3 ore sul nostro aereo, quindi non più alle 9 ma alle 12.
Alle 13 siamo ancora tutti lì, una fila interminabile di persone furiose che non si capacitano di essersi dovuti svegliare a ore antelucane per poi scoprire nottetempo un ritardo del genere.
Alle 13.30 finalmente imbarcano.
I numerosi bambini, ormai in preda a crisi di stanchezza e cali di zuccheri notevoli, urlano e pestano i piedi.
Roma – Miami 12 ore di volo e, in queste condizioni, non possono essere vissute…ma è vacanza!
Il volo procede senza intoppi e giungiamo a Miami a metà pomeriggio, fuori piove e si sfiorano i 30°.
Dopo aver ritirato i bagagli, con la navetta “treno shuttle” ci rechiamo al Rent Car (auto a noleggio). Papà, fiducioso dice: “Ci penso io!”
Dopo mezz’ora vediamo da lontano che l’impiegato gli stringe calorosamente la mano e gli augura buon compleanno! “??”
Capisco immediatamente la fregatura.
Quando giungiamo nel garage sottostante troviamo ad aspettarci una delle più lussuose auto americane mai fabbricate: una Lincoln bianca a 7 posti con cristalli a specchio fumè! Sembra un missile!! Costo: esorbitante!
Dopo aver cercato un addetto ed esserci fatti spiegare sommariamente in spagnolo come partire con l’Apollo 13, ci imbarchiamo e in venti minuti raggiungiamo la destinazione.
Il nostro Hotel si trova in una delle vie principali di Miami, si confonde con gli altri alberghi e le case basse e bianche in stile art decò.
L’Haddon Hall Hotel visto da fuori sembra particolarmente carino, con basse palme e una fontana a getto continuo all’ingresso e personale alla reception estremamente accogliente. In realtà è un albergo art decò: poco art e molto decò (lo traduco decadente), va bene lo stesso, intanto è solo per una notte.
Posate le valigie, verso sera, usciamo nella trafficata via: negozi aperti, musica nei locali, giovani per le strade, ragazze poco vestite e altre cose su cui non mi dilungherò. Le luci e le musiche che escono dai locali sono assordanti e ci fanno sorridere. Il vento impetuoso ci travolge, ci spinge e ci impedisce di procedere, ad un certo punto mi trovo avvinghiata ad una palma, papà e Antonio mi prendono sotto braccio e, come due bodyguard, mi scortano dentro all’Hotel. Intanto fuori piove ancora.
Nella nostra stanza troviamo tranquillo rifugio, ben presto però ci accorgiamo che, essendo collocata al primo piano e avendo la finestra affacciata sulla via principale, è come se il traffico esterno ci passasse tutta la notte sotto al letto.
Non importa, siamo nella fantastica Miami e domani ci aspetta la Beach!