Strepitava ridendo.
La sopraelevata arrestò la corsa.
Rumore di scarpe.
Scendendo verso l'ignoto,
una città nuova.
Correre
in grandi spazi aperti
senza sapere dove andare.
TRa non molto
sorgerà il sole,
o una nuova notte (?!)
Cogliendo il beneficio
delle ore.
Perdendo il controllo,
danzando senza luce,
con la luna che entra dalle finestre.
Attraversando la notte e i suoi sogni.
Vedo brulicare serpenti a sonagli.
Soffrendo segretamente.
Presto o tardi
la bottiglia di bourbon
e lei distesa a letto.
Quanto basta,
Poche righe.
Della tua giovinezza
siero,
disincanto distratto.
Un ventilatore in Agosto,
la stanza buia semi aperta,
la valigia a terra,
un libro spalancato
in pagine ardenti di poesia.
L'ultimo strepito prima di...
Spogliarci,
Facendo l'amore
rovesciando il vaso a terra.
Appassirà lentamente ora.
Le tue mani intrise di vita.
Labbra spalancate,
rumore di pagine girate.
Dormi?
La svegliò con una poesia.
Ho chiesto al tempo di arrestare la sua corsa.
Piano!
La stanza ancora buia senza sole,
sguarnita del tempo .
Considero la notte come una miniera antica di carbone.
Legione
nelle ossa del tempo invincibile.
Del tuo viso
Solo un istante per cogliere il significato.
Dei tuoi occhi
Anni ad aspettare e notti senza sonno.
Correggi ogni neo sulla schiena
tracciando rotte invalicabili.
Soffiaci sopra le labbra calde tue,
come il vento del vecchio west.
Avanzammo lenti senza misura,
un sacco di strada alle spalle e
i piedi bruciati.
Si fermò e disse, intriso di sudore:
Voglio incoronarti regina,
di ogni reame inesplorato.
Puerile,
accostata al cuore,
mano sconnessa disarmante,
vortice tempestoso non dettagliabile.
Battiti,
interminabile.
Ore di attese congiunte a indomiti meccanismi del cervello
Occhi,
Viaggi
Mare non ancora ombra cieco.