Giobbe il pesceCane, si svegliò affamato di buonora, per recarsi al consorzio sottomarino situato nella baia dei coralli, e acquistare del cibo. Giunto finalmente sul posto, si mise a cercare fra gli scaffali, ma non trovando nulla che fosse in linea con la sua alimentazione si innervosì parecchio. C’erano sardine, alici, gamberi, polpi, seppie, branzini, orate, ecc.. ma non una sola bistecca o hamburger che la sua dieta di pesceCane prevedeva. Così si diresse verso Grande Tonno, il capo reparto, e abbaiando e ringhiando gli chiese spiegazioni convincenti. “Io sono un pesceCane”, ululava, “Non posso mangiare pesce, datemi un bel pezzo di carne rossa di manzo o di vitello”.
A quel punto Grande Tonno, non sapendo cosa rispondere, si infilò di fretta nella sua scatola,
chiudendosi dentro ermeticamente immerso nell’olio.
Anche il pesce gatto si mise a miagolare, il pesce palla a rimbalzare, il pesce martello a battere il chiodo, e un frastuono assordante fece sobbalzare dal suo letto Luana, l’enorme balena bianca che cercava di riposare dopo quel lungo viaggio nell’oceano.
Giobbe, preso dallo sconforto, diede un potente colpo di coda, e si allontanò veloce verso l’uscita lasciando indietro la sua remora, che a stento cercava di raggiungerlo.
Affamato e in preda ai crampi, dopo avere avvistato una barca di cacciatori di delfini, si avventò su di loro e se li mangiò in un sol boccone.
Finalmente sazio e appagato, si lasciò trasportare dalla corrente, per rincorrere nuove avventure “carnali”.
Gianni Tirelli