Lo chiamavano sonno perché aveva la capacità di interrompere la veglia gettandoti in uno stato di coma reversibile.

 

Pare che avesse funzioni chiaroveggenti, che aprisse porte su mondi inesistenti o impossibili o semplicemente proibiti.

 

L’unico modo sarebbe ormai quello di indurlo artificialmente, ma in commercio non esiste nulla con queste caratteristiche.

 

Io e lei siamo ancora di quelli che aspettano che venga. Naturalmente. Che non hanno perso la speranza.

 

Quando è successo? Quando è stata l’ultima volta?

 

I letti, roba d’antiquariato. Adesso solo stanze vuote in cui passeggiare mezz’ora al giorno in su e in giù al buio. E in perfetta solitudine. Si è voluto mantenere questa tradizione in ricordo dell’umanità passata.

 

Si chiama quiescenza.

 

Mezz’ora di quiescenza al giorno per distinguerci dal frigorifero che invece rimane indefessamente acceso senza interruzioni. E perché a differenza del frigorifero siamo rimasti schiavi dell’acido lattico e del recupero necessario per smaltirlo.

 

In generale, qualsiasi interruzione è spia che esiste un problema. Un guasto. Da qualche parte.

 

Io e lei abbiamo un letto. Che si spaccia per divano. Un divano-letto, di quelli che non ne esistono più. così quando vengono a fare i controlli non si accorgono di questa irregolarità. Credo che le nuove leve non sappiano nemmeno cosa sia un divano-letto.

 

È che il sonno è stato messo al bando. Dichiarato illegale già da molti lustri, e anche il nuovo presidente sembra entusiasta di proseguire su questa strada. I risultati non si sono fatti attendere: impennata di produzione in tutti i settori. E adesso non si può più tornare indietro.

 

Mentre io e lei stiamo sdraiati insieme succede una cosa strana: i muscoli si rilassano. Non è lo stesso che stare appoggiati al muro o seduti su una sedia; non è lo stesso che stare accovacciati o in ginocchio. Non è lo stesso. È come sprofondare. È come se improvvisamente il corpo si facesse d’acqua e tu vi nuotassi dentro completamente nudo. Non so se mi spiego.

 

Per quanto riguarda la nudità esistono sensori specifici. Sensori in grado di rilevarla a distanza di dieci metri. Adesso le case sono costruite così. Una volta rilevato hai tempo cinque minuti per rivestirti. Se non lo fai scatta l’allarme. Solo in bagno puoi stare nudo, anche per un’ora. L’importante è che tu sia solo quando accade. Non per nulla i bagni sono progettati in modo da poter contenere solo una persona alla volta.

 

No. Per fare figli non è necessario essere nudi. Gli abiti sono fatti con un sistema a zip in modo da poter accedere facilmente a qualsiasi parte di corpo senza doversi per forza spogliare. Spogliarsi e poi rivestirsi costituisce un rallentamento. E poi a che pro. Un uomo nudo rappresenta un’inutile surplus.

 

Da quando non abbiamo più tempo?

 

Da quando non esiste una durata media per la vita umana. Si può campare quanto si vuole con i giusti pezzi di ricambio. Il corpo non è più un problema. Il tempo sì: bisogna investirlo. Se l’attimo non è più fuggente, che necessità c’è di coglierlo?

 

Si diceva già nel XIX secolo: il corpo è una macchina meravigliosa. Una macchina perfetta. Non era vero: non è meraviglioso né perfetto. Soltanto una macchina.

 

Si è scoperto, ad esempio, che tutti quei miliardi di neuroni non servivano a nulla. In realtà se ne usano una decina, si e no; tutti gli altri stavano lì a complicare la vita e basta. A farci sentire impotenti davanti a un organo così portentoso. Aumentando esponenzialmente i rischi di corto circuito. Adesso non ci sono più medici ma tecnici organici. Basta un brevetto per diventarlo.

 

Inutile dire che una delle funzioni che è stata annullata in questo processo di severa elezione è quella del sonno. Volutamente o per sbaglio è successo. I primi a non dormire scendevano in strada, girando senza meta per non sapere cosa fare. Dove andare. I primi a non dormire si sono tutti suicidati.

 

È come risposta al suicidio che sono state riaperte le aziende. Le fabbriche. I negozi. Gli uffici. Tutti i luoghi di lavoro insomma. Una misura precauzionale emessa a scopo deterrente, hanno detto i grandi capi.

 

Non solo sono cessati i suicidi. Ma si è risolto un altro grave problema di allora e di sempre: la disoccupazione. C’è lavoro e pane per tutti ora. La notte di prassi la si passa a fare acquisti. Questo serve a far si che il meccanismo non si inceppi. E si è praticamente azzerata la criminalità.

 

La grande ruota dentata non è mai stata più oliata di così. Finalmente ce l’abbiamo fatta. Per essere all’altezza come uomini abbiamo dovuto imitare le macchine.

 

Fino al XX secolo si pensava che per non sbagliare bisognasse imitare la natura. Che grande errore. La verità da sempre stava sotto i nostri occhi e non abbiamo mai voluto vederla. Non era la natura il modello da seguire. Il modello da seguire era, anzi, esattamente l’opposto. Era l’abolizione della natura. Era l’artificio.

 

 

 

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