Si pazienta
obbedendo ai colori
agli istinti,
alle voglie
si pazienta non sempre aspettando,
aspettandoti qualcosa
afferrando le mani
promettendo cambierà;
si pazienta perché è giusto così,
senza pensare all’ultima volta che ti sei sentito felice,
non ricordando
senza sperare
o anzi sperando
che domani sarà;
se ci fosse un attimo per non pensare
non pensando
in attesa di tutto questo che non sai decifrare,
ma ci provi,
inesorabilmente,
spegnendo il cervello,
sostituendo
quello che non c’è.
Dopotutto
verremo
nuovamente
al giardino segreto,
spogliandoci alle ore del sole,
nascondendo i vestiti all’ombra
e la colazione a sacco
che non pensavi di portare;
ascoltando il rumore
della natura
e il fruscio dell’edera
posarsi nell’ incavatura della schiena.
Un brivido di felicità
ci pervade,
stappando il vino
col ruscello che tiene fresca la sera
e nell’aria i frutti di una nuova stagione.
Hai le vertigini adesso
e ti gira la testa
e questo tutto che non ti sia garantito
insieme col
vino
ti porta lontano chissà dove.
Non credevi di essere andato già tanto oltre,
in dei posti che pensavu di non conoscere.
Silenzio.
Addormentandoci
mano nella mano,
giovando del sole e delle stelle
un pomeriggio di primavera.
Stufi di aspettare,
su una panchina
davanti al pronto soccorso,
hai contato le sigarette
e il terriccio dell’ultima pioggia
che le ha spente
ha lo stesso sapore della tua bocca ora.
Attendi in solitudine,
ascoltando i discorsi
della gente
senza fare a meno di udire.
Udire,
questa strana parola
che è il contrario di scrivere,
perché quando scrivi
scrivi delle cose che conosci.
Arriva quella telefonata
lei ti dice: verrò da te,
ci sono io con te!
la aspetto
anche se stufo di aspettare.
Di colpo ti sei sentito meno solo,
hai ripreso la battaglia;
le tue mani intrise di terreno.
Il fango è si tuo amico ora
fintanto che aspetti,
ne fumi un altra e un altra ancora.
Domani sarà un altro giorno
e no!
non sei solo.
Guardo le persone passeggiare
attendendo nulla,
è solo una sensazione spiacevole
non si piega e non va via.
Hai lasciato casa prendendo il necessario per badare al lavoro
e ora hai tutto il tempo per ripensare alle parole dette/non dette;
ho capito che non ci sei,
non sei più con me
in questo viaggio che eravamo e che avevamo cominciato insieme.
Avrei voluto dicessi resta,
qui!
tra il cuore e il petto
per sentirci meno soli la notte.
E’ tardi ormai
per pensare alle parole,
posso solo pensare a come sarebbe senza.
Non mi da tregua la noia,
il tuo viso stanco,
i nostri progetti,
Non mi da tregua
pensare
pensandoti
nel vuoto che hai deciso di lasciare.
Sono stato con mia mamma a Napoli oggi,
abbiamo passeggiato,
sorriso,
mi ha comprato un caffè e una sfogliatella,
siamo stati in chiesa
e per le strade dove ho consumato le suole
fin dall’adolescenza.
Ho pensato che era bello
quando si stringeva al braccio per appoggiarsi;
ho pensato al bene più grande
che solo lei può darmi.
Ho pensato che vorrei fermare il tempo per lasciarla qui felice davanti ai miei occhi,
in questo destino incerto che è la vita.
Credo che tu sei parte
di ciò che sono e che sarò per i miei giorni
e che ti devo tutto
perché tu mi hai dato senza mai chiedere.