In una gelida sera invernale, sotto il manto di stelle che adornava il firmamento, Monica si ergeva davanti allo specchio del suo aposento. Si era fatta bella per Lucas, un ragazzo appena conosciuto, davvero molto carino ma un po' riservato, quel tanto che riusciva a incuriosire Monica, tanto da volerlo frequentare più approfonditamente. Tuttavia i suoi occhi, simili a pozzi scuri, riflettevano un'abisso di malinconia, e le sue dita sfioravano il freddo cristallo con un tremito impercettibile.
Monica, dal volto incantevole e i capelli più neri della notte stessa, celava dietro l'apparente perfezione un tumulto di dubbi e incertezze.
Lo specchio, un reliquiario d'argento e misteri, la scrutava con uno sguardo quasi animato di perfidia. Al suo cospetto, l'immagine di Monica si contorceva in una caricatura grottesca: il sorriso radioso si trasfigurava in una maschera di desolazione, e la chioma lucente si mutava in un groviglio di rami secchi,
i suoi occhi presero le sembianze di due ombre nere a deformare l'immagine del suo bel viso, e, il suo corpo d'incanto delineava quei chili in più a infliggere come fosse una maledizione, le sembianze di un pallone gonfiato, come fosse una mongolfiera!
"Quanto sei orrenda," sibilò lo specchio con una voce che era melodia e veleno, "Non sei degna d'amore, non sei che un involucro vuoto."
Monica indietreggiò, il cuore in tumulto. Le parole dello specchio erano un pugnale che non feriva la carne, ma l'anima. Lo spavento fu tantissimo, non si aspettava di certo che lo specchio...Parlasse! Credette persino di esser stata colta da un autentica allucinazione, anche se non aveva fumato nulla.
Alla svelta uscì di casa per recarsi sul luogo dell'appuntamento con Lucas, le ore correvano, la loro conoscenza cresceva, e una volta giunta al termine quella serata, la magia che li aveva uniti accompagnó i due ragazzi a tornare a casa con un buon ricordo tessuto in tutto il tempo.
Monica una volta rincasata e infilatasi nel pigiamone, e subito sotto il piumone, ripensava a quanto accaduto, prima dell'incontro perfetto con Lucas, per tutta notte quel pensiero la teneva legata a sé, non riusciva ad addormentarsi tra le lenzuola di caldo cotone che avvolgeva il suo corpo tremolante, ma non perché sentisse freddo, ma perché la sua mente non riusciva ad accettare che era stata protagonista di un fatto soprannaturale, consapevole di non poterlo raccontare se non altri che a sé stessa.
Risolse, per ingannare il suo cervello, che magari era stato uno strano frutto
del suo medesimo, quindi tiró un profondo sospiro di sollievo ed esclamó "Sto diventando pazza, sennò non si spiega!"
Poi si addormentò esausta.
L'indomani si comportó come se nulla fosse, svolgendo le sue consuetudini,
aspettando con ansia che arrivasse sera per potersi preparare per incontrare nuovamente Lucas, certamente la attraeva molto, nonostante riscontrava che vi fossero delle differenze caratteriali ad ostacolare lievemente un rapporto che sperava sfociasse in un bel amore appassionato, lei si sentiva insicura poiché talvolta impacciata da non riuscire ad essere più disinvolta, mentre Lucas essenzialmente più diretto e audace nella sua consapevolezza che colpisce nel segno.
Nella serata in corso, Monica ripensò al fattaccio che di tanto in tanto frullava nella testa e armata di un coraggio nuovo, la giovane ragazza si avvicinó allo specchio scrutando ogni angolo cercando di capire la verità!
"Non vuoi proprio capire! Sei proprio una brutta vanitosa e basta... Fatti pure bella per gli altri, ma resti una stupida cozza vuota!"
A questo punto si convinse che era tutto reale, tangibile; non scappò via, anzi, stavolta colta dal coraggio che la spingeva ad affrontare la situazione, si confrontò con l'entità malvagia che la specchiava. "Chi cazzo sei? Che vuoi da me?! Perché mi menti con tanta crudeltà?" chiese, sfidando l'oscurità del suo riflesso. Lo specchio rise, un riso che era un freddo squillo di campane, echeggiando tra le pareti della stanza.
"La tua bellezza è solo una frazione del tuo essere, Monica," proclamò lo specchio. "Se non ti accetti nella tua totalità, sarai prigioniera di queste illusioni per sempre. Ti specchi, ti specchi, ti specchi, ma sei l'insicura di sempre, ti prendi in giro da sola, e questo è il riflesso che porgi agli altri."
Le parole risuonarono nella mente di Monica, un enigma da decifrare. Lentamente, iniziò a scrutare oltre il velo delle apparenze, riconoscendo la bellezza dell'anima che ardeva dentro di lei, che non valorizzava abbastanza per farla esaltare agli occhi della gente.
Col trascorrere dei giorni, la ragazza si metamorfosò. Il suo riso divenne un inno alla gioia, il suo sguardo un faro di speranza. Lo specchio, incapace di reggere il fulgore della sua evoluzione, si incrinò, frammentandosi in un arcobaleno di schegge scintillanti.
All'arrivo dell'alba, che tingeva il cielo di sfumature di rosa e lilla, Monica contemplò i resti dello specchio infranto. Aveva compreso che la vera bellezza non era nell'immagine riflessa, ma nella forza di amarsi senza condizioni, nella capacità di oltrepassare le illusioni e abbracciare la propria essenza.
Con questa rivelazione, Monica si distaccò dal suo passato di riflessi ingannevoli e avanzò verso un avvenire luminoso, forte della consapevolezza che la bellezza autentica non si trova nello specchio, ma nel cuore di chi si ama profondamente.
Laura Lapietra ©