PROFILI
Senti un po’ cosa m’è capitato: l’altro giorno mi trovavo da un vecchio amico che vive in campagna. Ha una tenuta agricola, una fattoria. Son stato da lui tutta la sera e, prima di andare via, gentilmente mi ha voluto fare un regalo: ha tirato fuori dal congelatore una metà maialetto, l’ha ben impacchettata con della carta trasparente per alimenti e me l’ha data.
Non era esattamente un maialetto. Diciamo che era una metà di un maiale di una abbondante quindicina di chili. Forse diciotto, dai. Tagliato perfettamente a metà dal muso fino alla coda. Pronto per la cottura.
Era già notte quando son partito per rientrare in città. Il maiale l’ho ben sistemato dentro il portabagagli della macchina, nel cofano. Dovevo fare una commissione a casa della mia amica Jessica Growsfellor. Si, Jessica.
Quando molto più tardi sono arrivato a casa mia (salutata la Growsfellor si sono fatte le quattro e mezza del mattino), mi sono completamente dimenticato di lui. Per cui il maiale ha trascorso tutta la notte in macchina.
Il giorno dopo, anzi, in mattinata, dovevo sbrigare delle questioni in centro.
Istanza all’Ufficio Igiene, dottor Santino Bacarozzi; istanza all’Ufficio Tutela del paesaggio, dottoressa Livia Cedimento; integrazione Pratica all’Ufficio Tecnico del Comune, geometra Federico Camorra. Di colpo, verso le undici, mi sono ricordato della metà maiale.
Termino velocemente le operazioni in corso e con una certa urgenza ritorno alla mia macchina che avevo parcheggiato all’angolo di via della Sedicesima Quaglia con via Salvatore Pochikazzi. Di fronte al bar.
Apro il cofano del portabagagli e il maiale non c’era.
Nessun segno di effrazione. Nessuno scasso. Tutto in ordine ma della metà maiale nemmeno l’ombra.
Sissì, il cofano l’ho trovato chiuso. Chiuso con la chiave.
Mi guardo intorno e, fuori del bar, vedo un tipo che stava lì, fermo, e mi guardava. Mi avvicino e gli chiedo:
«Scusi, non è che lei per caso ha visto un maiale che stava qui dentro il cofano della mia macchina?»
«Si» fa lui. «L’ho visto di profilo.»
«È lui. E dov’è ora?»
«Non lo so. Era molto che stava qua. Poi si è stufato di aspettare e se ne è andato.»
Adesso io vorrei sapere tu cosa ne pensi di questa storia qua.