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Era una gelida giornata invernale. E quel giorno Sara, una bambina di soli cinque anni, aveva deciso di non andare a scuola perché non si sentiva tanto bene. La mamma preoccupata le aveva misurato la temperatura corporea e dopo essersi accertata del suo stato di salute le aveva rimboccato le coperte e consigliato di schiacciare un bel pisolino. Fu così che la bambina si addormentò.
Certa che al suo risveglio avrebbe gradito qualcosa di caldo, la mamma le preparò il minestrone. Parlarono poi dei compagni di scuola e dei suoi interessi ancora acerbi ma abbastanza importanti e rivelatori di un'anima sensibile e delicata. Era una bambina molto dolce, socievole e curiosa. Le piaceva imparare cose nuove e soprattutto stare in compagnia dei suoi amichetti. Spesso a scuola la maestra leggeva loro fiabe e racconti molto belli e ciò le permetteva di fantasticare e immaginare che anche lei un giorno avrebbe potuto fare questo splendido lavoro.
Così entusiasta della sua decisione e con le idee molto chiare sul suo futuro lo riferì alla sua mamma e lei commossa la abbracciò. La mamma le disse: "Sara, ancora sei molto piccola per compiere una scelta così importante!! Chissà quante volte cambierai idea nel tuo cammino .. quando sarai grande deciderai con calma e tranquillità!" La bambina rispose: " Io sono convinta che svolgerò con amore e dedizione questo lavoro perché quando si fa qualcosa con il cuore non si percepisce mai la fatica, e poi a me piace studiare e scoprire il mondo". La mamma rimase in silenzio e sorrise orgogliosamente alla sua piccola. Giorno dopo giorno e anno dopo anno Sara divenne sempre più brava a scuola e soddisfatta della sua brillante carriera scolastica si iscrisse all'università. Decise di dedicarsi anima e corpo agli studi tralasciando ahimè la vita sociale a cui era tanto legata sin da bambina. Ripeteva sempre a sé stessa che per ottenere grandi risultati occorrevano numerosi sforzi e, desiderosa di intraprendere al più presto la carriera da insegnante e laurearsi nei giusti tempi ,non esitò a tralasciare il resto. Ad un anno dal conseguimento della laurea, ottenne la sua prima supplenza in una scuola elementare del paese limitrofo. I bambini erano molto discoli e la facevano disperare tantissimo ma lei non perdeva mai il suo splendido sorriso ,certa che sarebbe riuscita a dare loro un'educazione idonea e una buona preparazione culturale. A quel punto Sara, entusiasta per i successi professionali volle provare a dare una svolta anche alla sua vita privata. E allargò la sua cerchia delle amicizie consapevole del fatto che non tutte avrebbero avuto un seguito e magari qualcuna di esse sarebbe rimasta una semplice conoscenza. Iniziò a fare tutto quello che negli anni dell'università non aveva potuto svolgere. Coltivò i suoi hobby preferiti e continuò a scoprire luoghi affascinanti e pieni di mistero.
Quello stesso mistero che avevano avuto finora le persone frequentate solo per ragioni strettamente lavorative. Un giorno a scuola un signore le chiese: "Come fa una bella ragazza come lei a non essere ancora sposata? Deve sbrigarsi, altrimenti non potrà mai avere dei figli tutti suoi.. la natura impone dei tempi e quindi si impegni e si affretti a trovare un uomo!". Sara, sconcertata e avvilita per l'accaduto rispose al signore dai modi grossolani e villani : "La donna non è tale solo se riesce ad avere dei figli e a sposarsi.. finiamola con questi luoghi comuni e con questi discorsi così antichi e retrogradi. Credo fermamente al matrimonio e al valore della famiglia ma se non ci si riesce a realizzare come mogli e come madri non si smette di essere donne!! Piuttosto che vivere con un uomo maschilista come lei preferisco rimanere sola per il resto della mia vita!". Lui continuò affermando : "La donna deve essere sottomessa, non deve studiare né lavorare e lei ha sbagliato tutto nella sua vita!".
Sara, delusa e disgustata dalle parole del villano signore, si allontanò e riprese a correggere i compiti dei suoi adorati bambini..Sapeva in cuor suo di aver fatto la scelta più bella della sua vita e ne era talmente orgogliosa che non le importava nulla della critiche della gente. L'unica cosa che la faceva star bene era andare ogni giorno dai suoi adorati bambini e vedere i loro sorrisi, le loro lacrime, vederli crescere e fare loro una domanda alla quale lei già all'età di cinque anni aveva già dato una risposta:
" Cosa farai da grande?".
Lawrence Dryvalley, 23 September 2024
S.O.S.
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La barca è affondata un’ora fa. Solo, sul gonfiabile di salvataggio spinto dal vento, cavalco onde alte come montagne. L’adrenalina sopprime la paura e… quasi mi diverto. Spero di poterlo raccontare. [...]
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Utente Anonimo
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Vuleve scrivere pe te nà poesia, Ma nà poesia nun se pò scrivere pe te, pecchè tu stesse si nà poesia. Eppò che putesse dicere cchiù ‘e chelle cà tu sì? Comme 'e truvarrie 'e parole? Comme putessene nascere 'e penziere? Nun ce stanne nè parole 'e nè penziere che ponne raccuntà chelle che si! [...]
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