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Quella notte di dicembre Mathieu sognò quello che la mattina seguente avrebbe tanto voluto si realizzasse nella realtà. Fu un sogno molto realistico perché ritraeva nei minimi dettagli una di quelle giornate lavorative che iniziano dalle prime ore del mattino per concludersi a tarda sera magari con una cioccolata calda davanti a un bel camino. Ma con una sorpresa. Un caldo raggio di sole attraversò il viso di Mathieu e lo risvegliò con dolcezza. Preparò la colazione e subito dopo uscì per andare al lavoro. Camminando per le strade della città si accorse che tutto era inspiegabilmente diverso dal solito: le strade che prima erano isole pedonali erano state aperte al transito veicolare in entrambe le direzioni, i luoghi d'arte erano stati aperti al pubblico e la gente che passeggiava e attendeva in fila per entrare nei cinema, nei negozi, per recarsi al lavoro e per ammirare un bel dipinto o un mastodontico monumento storico, era felice perché non doveva più indossare un elemento divenuto parte integrante delle nostre giornate, trascorse nel più totale isolamento sociale: la mascherina chirurgica, responsabile di aver celato i nostri volti e la nostra espressività e averci forzatamente obbligato a vivere un'esistenza fredda e arida .Nel tragitto percorso per andare al lavoro Mathieu non poteva credere a ciò che i suoi occhi avevano appena osservato. Afflitto dalla commozione, le lacrime bagnarono le sue guance e provò una fortissima emozione nel momento in cui vide amici, fidanzati, bambini, colleghi di lavoro, scambiarsi quei baci e quegli abbracci che fino a qualche mese prima erano stati limitati, negati e fonte di forte preoccupazione per il pericolo del contagio da Covid 19. Come era possibile che un mostro silente, dopo aver negato a tutti la possibilità di vivere l'esperienza totalizzante della vita, la stava di nuovo riconsegnando, così da un giorno all'altro? Un ragazzo del gruppo propose poi la realizzazione di un bell'itinerario tra borghi medievali, cibo e natura per prendere fiato e riossigenare la mente e il cuore tanto provati e afflitti dalle sofferenze patite. Tutti furono d'accordo e stabilirono il giorno in cui avrebbero realizzato quel piccolo viaggio.
Mathieu ancora scosso dagli avvenimenti ma visibilmente al settimo cielo, si recò in ufficio e, felice di poter condividere la sua gioia con amici e parenti, organizzò dopo il lavoro un incontro per poter rivedere tutte le persone da cui , suo malgrado, si era dovuto allontanare. Andarono a mangiare una bella pizza e si divertirono moltissimo al Karaoke tra stonature e intonazioni varie. Tra gli amici di Mathieu i progetti, i desideri, le aspettative per il futuro non erano facili da quantificare e proprio quando la felicità raggiunse il suo picco più alto, un soffio di vento spalancò la finestra della camera di Mathieu.Fu lì che si accorse purtroppo di aver soltanto fantasticato una normalità che tanto lapalissiana non era..
Tra quella felicità soltanto immaginata e l'amara realtà continuò a vivere pensando con ottimismo a quel giorno in cui quel tutto avrebbe potuto finalmente realizzarsi...
Perché come diceva il grande Nelson Mandela:
"Parte dell'essere ottimisti è fatto dal tenere la testa verso il sole e muovere i piedi in avanti."
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Utente Anonimo
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