Nelle lontane terre del Nord America viveva un anziano signore di nome Haru. Un nome che i compianti genitori gli avevano dato senza essere consapevoli del suo intrinseco significato. Quel "nato in primavera " da sempre aveva costituito un invito a rinascere nella sua lunga ed inarrestabile esistenza ,costellata da molti successi di natura personale e professionale ma anche da momenti di buio e di sconforto. Da quando era andato in pensione non aveva più molti stimoli e solo la lettura di alcuni libri riusciva a dargli quella carica vitale in più di cui aveva tanto bisogno.
Un giorno..
la rinascita dell'anziano Haru iniziò proprio dalla lettura della frase di Michelangelo Buonarroti .
La mia anima non può trovare nessuna scala per il Paradiso che non sia la bellezza della Terra.
(Michelangelo Buonarroti)
La città e l'ordinaria routine gli andavano sempre più strette .. aveva bisogno di trovare un altro sé ,trasferendosi in una dimensione che gli potesse donare la pace dei sensi a stretto contatto con la natura. Luoghi che definiva "magici" per quel senso di serenità e di eterna beatitudine che la città non era riuscita a trasmettergli .
Nella moltitudine degli scenari ,a lui visibili , scelse di vivere sulle isole Lofoten, nella contea di Nordland, in Norvegia. Un luogo in cui il mare si tingeva di un colore blu intenso e la verdeggiante e lussuriosa vegetazione si incrociava con la multiforme fauna territoriale. Haru era sempre più convinto della scelta che aveva fatto e non rimpiangeva nulla della vecchia vita che aveva ormai lasciato alle sue spalle.
Le sue giornate trascorrevano tranquille e spensierate fino a quando
il sole..
decise di non illuminare più le giornate di Haru e del mare che tanto adorava contemplare nel silenzio della natura. Un comportamento incomprensibile cui era necessaria una spiegazione plausibile.
Haru chiese al mare ma stette zitto. Chiese al sole ma anch'esso si chiuse in un tombale silenzio. Qualcosa doveva esser avvenuto tra i due, sicuramente qualche incomprensione che di certo non poteva risolversi così.
La testa di Haru ben presto fu dominata da una valanga di pensieri .. Il sole vide il suo triste viso e lo illuminò con il bagliore dei suoi caldi raggi. Meravigliato l'uomo si avvicinò subito a lui e iniziarono a parlare.
Il Sole ,da sempre benevolo nei confronti del mare si era praticamente stancato di splendere. Haru a quel punto chiese spiegazioni e il Sole rispose:
«Io che da sempre illumino le giornate ,regalo sorrisi, dono buonumore e calore umano, ho ricevuto un silenzio inaspettato, un cambio di marcia che proprio non pensavo di meritare. Ho chiesto al mare di ascoltarmi ma niente. Nemmeno l'ebbrezza, la gioia di un dialogo, di un confronto ed è per questo che anche io mi sono spento giorno dopo giorno.. »
Haru, dispiaciuto per l'amara confessione del sole, si rivolse al mare:
«Perché ti sei comportato così freddamente con lui? Meritava tutto questo? Io credo di no! Un sole che timidamente sin dalle prime ore del mattino intraprende il viaggio delle nostre lunghe giornate, entra in punta di piedi , non fa mai rumore , dà un valore aggiunto alla tua vita rischiarandola dalle tempeste, cavalcando con i suoi raggi dorati le tue onde, non dovrebbe avere minimamente il piacere della ricompensa? Non ti sei comportato bene nei suoi confronti, elabora i tuoi pensieri , rifletti su quanto ti ho riferito e domani se te la sentirai mi darai una risposta , positiva o negativa che sia»..
Una gelida atmosfera si manifestò intorno a lui ma riuscì comunque a dormire. Resosi finalmente conto degli errori commessi, il giorno dopo, il mare invocò il Sole con dolcissime parole d'amore. Finalmente il sole scese sull'acqua gelida del mare per darle un bacio appassionato ,talmente bello da formare un maestoso spettacolo di luci e colori.
Da quella storia, all'apparenza triste e caratterizzata da una inspiegabile incomunicabilità, nacque il tramonto più bello che si potesse incontrare nell'arcipelago norvegese. Anche Haru fu felice del loro riavvicinamento e auspicò di poter rivedere nuovamente quel bacio che aveva fatto tanto tremare di gioia il suo cuore.