A Napoli, la superstizione, le credenze popolari: 'O munaciello, 'a Bella 'mbriane, 'o scartellate, i fantasmi, sono incrollabili. Per ogni cosa si formano i numeri per il lotto, ed ogni occasione è buona per poter sperare, giocando, in una considerevole cifra.
Io, tempo fa, conducevo una trasmissione televisiva di numerologia intitolata: "Modi di dire e numerologia" che andava in onda su di una emittente locale, “Tele Sprint” e, si parlava anche di superstizioni e di lingua napoletana. Avevo già esperienza con la numerologia, ed il lotto, avendo preso parte alla trasmissione “La ruota della fortuna” su canale 34.
La lingua napoletana, ha le stesse locuzioni (unità lessicale composta da una o più parole) che chiamiamo "napoletanismi" che sono modi di dire, proverbi nati dalla saggezza popolare e che manifestano dei concetti che sono la napoletanità più tipica ed autentica.
Alcuni esempi:
"'A carte 'e musiche 'mmane 'e barbiere 'e a lanterne 'mmane 'e cecate!" Questo detto viene indirizzato a colui il quale maneggia un oggetto pur non sapendo cosa fare nè tanto meno a cosa serve. Ora volendo abbinare i numeri a questo detto abbiamo: 55, musica, 21 barbiere, 7 lanterna, 22 cieco.
"'E recchie 'e pullicane." Il pellicano, il volatile che viene raffigurato nell'atto di strapparsi le carni per dare da mangiare ai figli, dei quali sente il richiamo da chilometri di distanza. E questo detto viene indirizzato a colui che possiede un udito eccezionale.
Volendo abbinare i numeri abbiamo: 14, le orecchie, 35 pellicano.
"'O pepe arete 'a zoccola" Si dice di chi attizza gli animi durante le liti, provocando l'effetto analogo a quello di una supposta di pepe somministrata ad un ratto. I numeri: 8, pepe, 89 ratto.
"'Muscio le dà fastidio 'e tuoste le fa male" si dice di chi non si accontenta di nulla. I numeri: 28, muscio 29, tuoste. E cosi via.
Per ognuno di questi detti nasceva la relativa scenetta settimanale. Il pubblico si divertiva, e aveva occasione di giocare. Alcuni riuscivano anche a vincere e scrivevano in redazione per ringraziare e congratularsi. Ricordo di una mamma che chiamò in diretta dicendo che aveva giocato, facendosi dare in prestito i soldi da una parente tanto che era fiduciosa della vincita, e che con i soldi vinti era riuscita a pagare i debiti del panettiere e della salumeria che non volevano più farle credito. Ed aveva preparato, quella sera, una cena a base di pizze e crocché che da tempo i suoi ragazzi desideravano.
Ci commosse tutti della redazione, e facemmo una colletta per acquistare generi alimentari da portarle a casa. Questo fu un successo più grande di quello che riceveva la trasmissione settimanalmente.