Una sera eludendo la sorveglianza dei genitori riesce ad allontanarsi in compagnia delle sue lacrime. Vaga senza una meta. Si sente completamente vuota. Si lascia trascinare come spinta dal vento. Cammina per strade a lei sconosciute tra gente sconosciuta, completamente assente da tutto quanto la circonda.
Un temporale improvviso la riporta alla realtà: si trova nell’ampia piazza della stazione centrale. Un numero considerevole di persone scappa a cercare riparo. Lei si fa spazio tra la folla e di corsa va a ripararsi all’interno della stazione.
Stanca, assonnata, bagnata e infreddolita, va a rifugiarsi in un vagone fermo su di un binario secondario. Dopo poco si addormenta. Un vocio di bambini e un rumore ritmico e metallico la svegliano. L’ambiente è illuminato e affollato: persone che leggono, altre che discutono, bambini che giocano. Vicino a lei sta seduta una mamma che stringe al petto un neonato piangente. Sulle prime, a contatto con quella scena cosi movimentata, crede di sognare, ma poi si rende conto che non si tratta di un sogno. Sta viaggiando ormai da circa due ore, verso una destinazione a lei ignota. È presa dal panico. Sente che le manca il respiro. All’improvviso si pente di tutto. Ha paura. Esce da quello spazio angusto. Spingendosi a fatica tra la calca umana si fa strada nel corridoio del treno come alla ricerca di una soluzione. Vorrebbe gridare ma non ne ha la forza. Corre tra la gente. Sente su di sé gli sguardi indiscreti dei passeggeri. Qualcuno la sgrida, ma lei è lontana con il corpo e la mente. Più corre e più sente la disperazione farsi strada. Ma ecco che, inaspettatamente, il treno rallenta la sua corsa e poi si ferma. Marcella scende precipitosamente. È notte inoltrata. Altri passeggeri scendono mentre un folto gruppo di persone sale. Marcella segue i passeggeri in uscita senza sapere ne dove si trova ne dove andrà. Un uomo alto, sulla cinquantina, elegante, distinto, sceso dal treno insieme a lei la osserva, poi, la segue. Comprende che la ragazza si trova in difficoltà e quando questa va a sedere su di una panchina, e portandosi le mani alla testa come in un gesto di dolore incomincia a piangere, le si avvicina offrendole il suo aiuto. Acquista la fiducia della ragazza la quale gli racconta la sua avventura. L’uomo si mostra comprensivo, paterno, affettuoso e disponibile ad ospitarla per la notte nella sua casa dove ad attenderlo, dice, c'è una moglie e due ragazzine che hanno la sua stessa età. Promettendole, altresì, che il giorno dopo lui stesso l’avrebbe accompagnata a casa. La ragazza, stremata infreddolita assonnata si lascia convincere e lo segue. L’uomo, in compagnia della ragazza, si reca in un parcheggio dove in precedenza ha lasciato la sua auto. Apre lo sportello, dal lato del passeggero, e si assicura che la ragazza entri. Fa il giro dell’auto e si porta al lato del guidatore. Avvia la macchina e dice: “ Tra poco saremo arrivati “. Percorrono strade lunghe e buie.

L’uomo incomincia a cantare un vecchio motivo allegro. Poi inizia a parlare di varie cose apparentemente senza senso, cercando di stimolare l’interesse della ragazza, la quale incomincia ad avere il sospetto di aver commesso un altro errore. Chiede all’uomo di essere riaccompagnata alla stazione. Lui si rifiuta. Lei cerca di fermare l’auto per scendere da quella che oramai si è rivelata una trappola, ma viene bloccata dallo sconosciuto che la picchia in pieno volto facendola sanguinare. L’uomo continua a cantare incurante delle grida supplichevoli della ragazza, mentre con la mano destra la trattiene ferma al sedile. Fermata la macchina in piena campagna si avventa su di lei. Attimi interminabili. Marcella sente su di sé tutta la brutale violenza dell’uomo. Implora pietà. 

Si divincola, cerca di difendersi, ma lui la blocca definitivamente sul sedile, e, la penetra selvaggiamente. 

Terminata la sua violenza, chiede alla ragazza di scendere dalla macchina. Ma lei non risponde. Nota che le cosce sono insanguinate. La ragazza non respira più. La prende in braccio e la scaraventa in un burrone. Cantando il suo vecchio motivo allegro si allontana. 

La tragedia porta alla pazzia i genitori di Marcella. Giorgio dal dolore si lascia investire da un treno. È con la morte di entrambi che il loro amore potrà essere unito per sempre. 


 

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