Fra’ Martino faceva il campanaro.
Con quel nome non poteva fare altro. O forse l’abate aveva voluto affibbiargli i compiti più scomodi per fortificare umiltà e obbedienza. Oppure aveva capito che Martino aveva orecchio. Suonare le campane non è facile: occorrono forza, destrezza, senso del ritmo, coordinazione. La forza d’inerzia delle campane più grosse, come il campanone del convento sul fianco della collina, tra le querce e i castagni, trascina verso l’alto. Per i bambini era una specie di gioco, ma, quando Martino, benché giovane, era entrato in convento, non era più un bambino.
Tutto questo, però, accadeva sette abati fa.
Adesso i frati erano rimasti in cinque, le castagne erano state decimate dalla Cryphonectria parasitica (1) e molte querce erano state abbattute dalle tempeste degli ultimi anni.
Insomma, il convento doveva chiudere.
“Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” aveva detto Nostro Signore. Nessun dubbio, ma come fare con le spese di riscaldamento e manutenzione, tanto per dirne un paio?
No, no, il convento era costretto a chiudere e il Buon Pastore avrebbe seguito le due, o tre, o cinque pecorelle ovunque fossero state mandate.
Solo che... chi lo diceva a Martino?
«Ricordi quando abbiamo deciso di non mettere le campane elettriche?» aveva rammentato Fra’ Giacomo all’abate «Martino è qui da, quanto… sessant’anni? E ormai è...» le parole “un po’ rimbambito” rimasero come sospese tra le ombre profonde del chiostro. Anche se, a onor del vero, probabilmente, all’ultimo, Fra’ Giacomo si sarebbe corretto e avrebbe detto “un po’ suonato”, che decisamente stava meglio. «Privarlo delle sue abitudini vorrebbe dire ucciderlo» aveva concluso.
L’abate si tirava la barba e non sapeva che fare.
Fra’ Martino, dal canto suo, sembrava andarsene a modo proprio.
«È un calo ponderale dovuto all’età» sentenziava il Dott. Colucci, che andava al convento una volta al mese per tirar su due o tre bottiglie di quello buono e, già che c’era, dare un’occhiata alla salute dei frati.
Fatto sta che i piedi di Martino, quando sedeva nel coro, penzolavano senza toccare il pavimento, come quelli di un bimbo. Ogni tanto, senza dar mostra di accorgersene, li dondolava e il toc toc dei sandali contro il legno echeggiava per tutta la chiesa. Fra’ Giacomo, che faceva anche il sarto, non sapeva più quante volte gli aveva stretto e accorciato il saio. «Rimpicciolisce, quello» mugunava di quando in quando. 
«Il regime alimentare non l’aiuta» borbottava il medico.
Fra’ Martino mangiava poco. Poco più degli uccellini per cui spargeva becchime sul davanzale della cella e che erano la sua seconda passione dopo le campane.
Andò a finire che mangiò troppo poco e fu costretto a mettersi a letto. In capo a due settimane passava quasi tutto il tempo a dormire e, in capo a tre, non riconosceva più nessuno.
«Lo ricovereremo prima di chiudere il convento» decise l’abate e non riusciva a trattenere mezzo sospiro come a lasciar intendere che la Provvidenza aveva risolto la situazione. Ma era mezzo sospiro solo e l’abate continuava a tirarsi la barba.
Il giorno stabilito c’era anche il Dott. Colucci, mentre l’ambulanza aspettava fuori, ma lontano dagli alberi perchè la stagione era avanzata e si sarebbe ricoperta di foglie.
Quando il dottore e l’abate, e solo loro due perché non era il caso di far cagnara, entrarono nella cella di Martino, la trovarono vuota.
«Vuoi vedere che...» disse l’abate e, senza finire la frase, corse al campanile. Gli altri, dietro.
Le funi dondolavano, ma poteva essere il vento perché la botola che conduceva alla cella campanaria era aperta e un soffio entrava da lì.
L’abate s’inerpicò per primo, ma, quando giunse in cima, c’era solo qualche passero che volò via disturbato e, per terra, il saio di Martino che non poteva essere confuso con nessun altro, tanto era minuto.
Il dottore arrivò subito dopo, guardò tutt’intorno, poi in basso, ma era difficile vedere qualcosa perché le ombre si erano allungate e nascondevano la parte inferiore del convento.
«È incredibile, debilitato com’era, come sia arrivato fin qui» disse il dottore «Un miracolo».
L’abate guardava i boschi di querce e castagni, le cime delle colline, il cielo azzurro chiaro, a parte qualche nuvola grigia... e si tirava la barba. «Può darsi» disse.

(1) malattia dei castagni che può attaccare anche le querce.

Tutti i racconti

0
0
9

La creatura 2/2

13 December 2025

Un giorno Maria stava esaminando uno di quei reperti ed era completamente sola, immersa nella meditazione su quei segni incisi. Quando, a un tratto, sentì dei suoni: una musica disarmoniosa, del tutto fuori da ogni schema armonico. Poi vide che qualcosa si era mosso nella parete — o era la parete [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

0
0
4

Mio nonno

13 December 2025

Ognuno di noi vive o vivrà la propria morte, io vivo ogni giorno la morte degli altri. Sai nonno, il primo morto che ho visto eri tu, avevo sedici anni, ti ricordi? Ti avevano sistemato in una bara-frigo nella tua stanza al piano terreno dove impagliavi le sedie, era il tuo laboratorio. In quella [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
4
26

Il tempo e il profumo

12 December 2025

Oggi c'è il sole. Marco guarda Miriam. Sono in un giardino seduti su una panchina. L'aria è fresca, piacevole come lo sono le mattine di primavera inoltrata. Il sole colpisce il loro viso. Sono fermi a guardarsi. Lui si avvicina al volto di lei, ne percepisce il leggero profumo che la avvolge. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Sulle panchine, Peynet docet. Quanto al ricordo del profumo e in genere degli [...]

  • Dax: Triste ma capita spesso...si cambia e non ci si riconosce più. like

4
6
30

La creatura 1/2

12 December 2025

Lettera del 3 maggio 19.. Mia cara Maria, scrivo dopo giorni di insonnia e febbrile agitazione. Gli scavi presso il sito di Khor-Amun si sono rivelati ben più strani di quanto potessi immaginare. Ho rinvenuto strutture che non combaciano con alcuna civiltà conosciuta: angoli che non dovrebbero [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Smoki: Ecco. Ora mi tocca coscrivere gli amici per giocare ad Arkham Horror o alle [...]

  • AliDiNotte: Grazie a tutti per i commenti. Smoki è proprio l'effetto che voglio [...]

3
4
33

I due gemelli

11 December 2025

«Aprimi…» disse una voce roca dall’esterno. Quando, quella notte, aprii la porta, trovai mio fratello sorridente. «Ho portato una cosa...» Rovistò nella borsa e lasciò cadere una massa giallastra sul pavimento. Sapevo cos’era, ma glielo chiesi lo stesso. «Che cos’è?» «Non la riconosci? L’ho presa.» [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Walter Fest: Per i miei gusti 5 minuti di lettura erano troppi, forse dovevi essere piu' [...]

  • Dax: bello, triste.Like

11
17
67

La Caccia

11 December 2025

Terzo giorno. Le tracce sono chiare, la preda è vicina. Respiro il fresco del mattino spronando il cavallo nel guado. Eccolo, laggiù in riva al fiume, ignaro della mia presenza. Lo chiamo, si gira pistola in pugno ma io sono più veloce. Mia è la vendetta. NdA: una nota per contestualizzare [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
13
34

Debunker (4/4)

10 December 2025

Il botolo ringhiante voltò il muso verso la nuova apparizione. Questa alzò un braccio simile a un ramo d’albero e lo abbassò emettendo un lungo, bizzarro fischio. Il cane smise di ringhiare, si accucciò e prese a scodinzolare. Anche quelli nel folto tacquero. Non appena il fischio cessò, il botolo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: A scanso di eqiuvoci: in questo testo, la IA non ci ha messo becco.

  • Aaron: Molto interessante Rubrus... Che ne dici di ricavarne un articolo per il nostro [...]

5
9
31

Bro, queste nonne sono fuori patch, giuro

Miu
10 December 2025

Nel parchetto comunale, ogni pomeriggio, va in scena un piccolo miracolo naturale: la convivenza di creature che, in un mondo sensato, non dovrebbero neanche incrociarsi. Seduto sulla panchina, Ercole, ottantasei anni, ex capotreno, occhio liquido e pazienza evaporata da tempo, osservava tutto [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Veramente uno dei lavori più benfatti che ho letto qui su LDM per i [...]

  • Smoki: AMO. TUTTO. SMODATAMENTE.
    Amo le storie di nonni e nipoti.
    Amo la differenza [...]

4
4
27

Debunker (3/4)

09 December 2025

L’altro si voltò (il poliziotto ebbe la fugace visione di un volto adolescenziale) e accelerò l’andatura. La folla, tuttavia, fece loro ala e Cogliati poté distinguere un giubbotto viola e due scarpe da ginnastica giallo acceso, come quelle di Topolino. Passamontagna si voltò di nuovo. Forse era [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: azz.....Like

  • Rubrus: Temo sempre che le mie scene di azione non siano sufficientemente dinamiche. [...]

5
10
26

Il condominio 3/3

09 December 2025

L’amministratore picchiettò le dita sul tavolo. «Signor Coletti, dovrebbe cercare di comprendere che il quieto vivere dipende da tutti. Qui dentro ogni rumore ha un peso. Ogni gesto ha una conseguenza.» Vittorio sospirò, esasperato. «Vi ascolto parlare e mi sembra che stiate obbedendo a una… volontà [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • CarloAnti: Grazie Rubrus annoto il tuo suggerimento:) Purtroppo Dax al momento non ho [...]

  • Lawrence Dryvalley: il finale, secondo me, è illusoriamente positivo. le premesse portano [...]

4
3
23

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
7
23

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

Torna su