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Chissà perchè, ma oggi ho proprio voglia di parlare un po' con voi, che mi guardate muti da quella fotografia in bianco e nero - avevate persino chiamato il fotografo più quotato di Trieste, quello con i baffi arricciati all'insù, per farvela fare, mica badavate a spese, bisognava seguire l'esempio della contessa del primo piano che fermava sempre nonna per raccontarle le ultime serate a casa della baronessa Manin o dai quei parvenu dei Lucenti, che però avevano il gran pregio di non lesinare mai nella scelta dei vini - e mi soffermo a guardarvi uno ad uno: il nonno, al centro del fotogramma, elegante e austero, con gli stivali fiammanti e la camicia nera, ritto sulla schiena, la capigliatura corvina pettinata con la riga di lato; la nonna, con i grandi occhi grigi sfuggenti, i soffici capelli castani raccolti in una treccia sulla nuca, un sorriso appena accennato - presagivi già forse tutte le sventure che avrebbero colpito la tua famiglia? - poi la zia pazza, che chissà quando lo era diventata - calava sempre un silenzio non appena cercavo d'introdurre l'argomento e tagliavate corto con un "é stata colpa dei bombardamenti", anche se io sono ancora convinto che queste deflagrazioni avessero un nome e un cognome ben preciso - con un gran fiocco in testa ad abbellire un taglio davvero toppo corto ( e mi domando, pertanto, se fosse stata sempre un po' sopra le righe o quello fosse lo strascico di qualche pidocchio non previsto); la zia severa - che quando ero bambino mi riportava al silenzio con un solo sguardo - con un vestitino a fiorellini, le scarpe nuove e le mani nascoste dietro la schiena e infine ci sei tu, mamma, col tuo dolce sorriso e i tuoi lineamenti perfetti, come sempre in braccio al tuo papà, con cui nessun uomo, neppure mio padre, è mai riuscito a competere, tanto lo avevi idealizzato, e mi sembra di sentirlo ancora che canticchia a te, a te soltanto, la vostra canzone, quella che aveva inventato un giorno lontano, facendoti saltellare sulle ginocchia: "...il leprotto bel bambin,bel bambin,bel bambin...".
Lawrence Dryvalley, 02 November 2024
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Utente Anonimo
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È già da tempo che le persone non ragionano con la propria testa, ma con la testa degli altri. Cioè di quelli che manipolano gli individui per portarli a raggiungere gli scopi che si sono prefissati, e la gente crede che tutto si svolge nell'interesse e nel bene dell'umanità- (Praticamente schiavizzarsi [...]
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