Ho sempre odiato stendere i panni. Sempre. Lo faccio solo perché mi piacciono le mollette. 

 

Ho mollette sparse per casa e spesso ancora attaccate a lenzuola, pantaloni e camicie che ritiro e piego in modo rapido e ripongo in luoghi riparati e sicuri chiamati armadi. A volte indosso i miei vestiti con ancora qualche molletta attacccata. Io che nel mio immaginario mi figuro lavante, stirante, piegante e catalogante per colore e tipologia nella realtà sono approssimativa e spiegazzata se non addirittura macchiata.

 

Ecco, proprio oggi, raccolgo le mollette di varia foggia e struttura in un cesto di plastica. Questo mi rassicura mentre getto i panni sui fili.  Afferro quei miracoli di ingegneria colorata e blocco tessuti come se lo avessi scoperto questo pomeriggio che funziona così, ci sono molte mollette ancora che avanzano quando i panni bagnati sono terminati. Le uso anche in cucina e allora sono tutte fiere di aiutarmi a chiudere pacchi di pasta o di riso, confezioni di biscotti, buste di insalata giá pronta. 

 

Le mollette mi mettono allegria, sfuggono alla presa a volte e, come se provviste di vita propria, si vanno a nascondere, una volta conclusa la traiettoria che le fa planare a terra, sotto cassettoni, poltrone, librerie o nell’angolo piú irrangiungilbile dietro la lavatrice e non le vedi piú, queste monelle. A voler tendere l’orecchio senti le loro risarelle quando ti vedono chinarti e strisciare e torcerti la schiena alla loro ricerca. Rosse, gialle, verdi, blu, di legno o di plastica se ne stanno nel cesto dove le ripongo buone buone e a loro non fa differenza di essere di colore o di materiale diverso. Stanno insieme e stanno bene. Alcune di loro sono rotte e divise in due, su una metà rimane lo scheletro di ferro anima del loro meccanismo, altre sono scheggiate e manca un pezzettino, ma non mi sento di buttarle via e le conservo cosí inutilizzabili. 

 

Le mollette ci somigliano, a noi esseri umani. 

 

E quando le guardo mi chiedo : « Siamo capaci anche noi su questo bellissimo pianeta che chiamiamo Terra, ognuno diverso dall’altro, di stare tutti insieme buoni buoni ? ».

 

 

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