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Stavano assieme da tutta una vita ed erano invecchiati superando intemperie, buone e cattive stagioni. Eppure erano sempre lì, lei ad aprirsi e a chiudersi a ventaglio, lui a farla brillare di luce riflessa da quel sole sempre gioviale co a inebriarla e purificarla della sua acqua piovana.
E così erano passati gli anni senza accorgersene, tutti in fretta, guardando l'umanità che passava lungo la via ove si affacciavano, l'umanità che si arrovellava ad andare chissà dove, sempre di corsa, tutta frenetica ed inarrestabile, tutta diversa nei soggetti, ma ancora e da sempre uguale nei gesti, nelle fatiche, nel lavoro. La persiana si apriva e chiudeva ed i cardini avevano incominciato a cigolare, a faticare nel loro ritmo quotidiano, che un tempo sembrava una fesseria da compiere ma che con il passare degli anni s'era fatto più pesante e faticoso. Il balcone con la sua baldanza di sempre vedeva la persiana sciuparsi sempre più, di giorno in giorno e ne soffriva. Avrebbe voluto portarla in un altro posto dove non ci fossero pensieri ed ansie, per riposare dello stress quotidiano e godersi quel sole che sempre avevano visto adagiarsi su di loro mentre compivano i loro gesti quotidiani come dei computer programmati ad un'ora per accendersi e ad altra per spegnersi. Ma niente da fare. Tutto doveva essere sempre perfetto. Un giorno però successe un fatto che segnò per sempre la loro storia d'amore fatta di sguardi, di aperture e chiusure. La persiana, stanca della solita vita, cadde dalle cerniere arrugginite e deflagrò a terra spaccandosi. Il balcone che un tempo brillava di marmo possente, a vedersi fra le sue braccia l'amata svenuta e ferita, si disperò. E vide che le spaccature erano il risultato di una lenta corrosione e che nulla avrebbero potuto fare ormai per la povera persiana. Di fatto, il falegname che era accorso, consigliò al proprietario dell'immobile che era tempo di cambiarle. E così fu. Il balcone pianse in silenzio per tutto il tempo dell'operazione di sostituzione. Quando fu portata via la vecchia persiana era ormai priva di senso finì nella catasta preparata sulla spiaggia, che sarebbe stata bruciata per annunciare l'arrivo della festività di San Giuseppe in prossimità della primavera. L'imposta vide la presenza ora di una fredda serranda d'acciaio priva di ogni sentimento. E si concluse quell'amore che era durato per parecchi anni. La nuova serranda non aveva alcun sentimento, fredda come l'acciaio, di cui era fatta. Il balcone continuò a soffrire in silenzio mentre il marmo a poco a poco si bucava e si disgregava ed un giorno si spaccò così in profondità che fece precipitare tutta la base. Il marmo, anch'esso, venne sostituito da una pavimentazione di cemento armato e di mattonelle di ceramica. Di quella storia d'amore tra la persiana ed il balcone rimase solo il ricordo fra i vecchi palazzi che di notte bisbigliano, raccontandosi le storie quotidiane. La sorte del balcone fu raccontata come la conseguenza della sostituzione dell'amata vecchia persiana e della solitudine che il balcone aveva cominciato a vivere con disperazione, non potendo più vedere la sua dolce compagna. Fu talmente grande quel dolore che il balcone non poté recuperare più e si lasciò morire come quella persiana che, a poco a poco, nel tempo nel silenzio della quotidianità, era diventata la sua unica speranza d'amore, che per tutta la vita credette eterno ma che il tempo cancellò via inesorabilmente da quella strada che da allora fu chiamata "Via della passione".
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Utente Anonimo
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