Avevo sette anni ed ero in vacanza con mia madre e una sua amica in Sicilia in un villaggio.
Faceva un caldo asfissiante, ma mi costringevano a letto per il riposino pomeridiano che in realtà serviva più a loro che a me per riprendersi dalle notti brave!
La porta del bungalow si apriva in due metà una sopra e una sotto...pensavano che chiudere la metà sotto mi avrebbe fermato dal mettere in atto una fuga già strategicamente pianificata!
Appena Marcella fosse partita a russare a bocca aperta, e il sonno leggero della mamma non ne fosse stato più disturbato sarei scappata per andare a giocare fuori.
Di sicuro anche senza amici, e la cosa non mi dava fastidio perché ero abituata a giocare da sola, a casa a Milano.
Non avevo amici, solo una bambina con la sindrome di Down che abitava al piano sotto al nostro era la mia amica del cuore, e la mamma mi diceva che ci facevamo del bene a vicenda.
Non ho mai ben capito cosa volesse dire a quel tempo...
Da piccolissima la mia cameretta era trincerata da un cancelletto e io non potevo uscire.
Solo la tata-colf aspettava che la mamma uscisse e passava l'aspirapolvere con me in braccio cullandomi per non farmi piangere. Credo di dover unicamente a lei la capacità di “saper coccolare”.
Mamma? Troppo presa a dover lavorare e a uscire a divertirsi la sera.
E quando mi portava fuori a fare una passeggiata avevo una deliziosa pettorina come un cagnolino a passeggio!
Eccole! Finalmente sprofondate nel sonno ristoratore.
Come un gatto con le zampe felpate prendo la sedia e l'avvicino alla porta, e viaaaa, libera fuori a giocare.
Mentre mi incammino sul sentiero di ciottoli, una scena strana mi incuriosisce: una gomma da masticare in terra spiaccicata e attorno tante formichine...ma non tentavano di portarne via qualche pezzettino, stavano tutte attorno in un frenetico girarvi attorno e sollevarsi per vedere meglio.
Mi chino per osservare da vicino e le spettatrici si allargano quasi attorno alla mia faccia per farmi spazio, e vedo che nel mezzo c'è intrappolata una formica un po' più grossa delle altre... sarà la loro Regina.
Penso io: "Poverina!"
Allora cerco un filo d'erba e glielo porgo come si fa con chi sprofonda nelle sabbie mobili, già ma ha tutte le zampette intrappolate.
“Dai prendilo con la bocca” le dico “tira, sei più forte delle altre, sembra"
E lei mi risponde: “ Come faccio poi a parlare e respirare?”
E io: “ Hai ragione...Aspetta ho un'altra idea”
E prendo un rametto sottile ma più robusto, tanto la gomma da masticare è ammorbidita dal caldo quindi dovrebbe funzionare.
“Maestà, cerco di farle uscire una zampa per volta dalla gomma. Spero di non farle male.”
Lei mi guarda e annuisce. Dopo svariati tentavi riesco a liberarla, lei cammina avanti e indietro sul rametto per ripulirsi le zampette da quella colla infernale, si ferma mi guarda e mi dice:
” Grazie mille mia paladina, non conosco nemmeno il tuo nome!"
"Chicca.” le dico.
E lei risponde” Chicca, sarò ben lieta di ospitarti a Palazzo Reale per fare una grande festa in tuo onore, dove ti nomineremo Cavaliere del Sole, protettrice dei più deboli!”
"La ringrazio Maestà, ne sarei onorata” rispondo e assieme ci avviamo a Palazzo.
Un paio di interminabili metri più in la' accompagnati dalla musica dei grilli e delle foglie che il mago del vento muoveva a tempo, mi fecero sedere sotto ad un pesco, e mi offrirono dei pezzi di pesca trasportati dai portantini. Erano succosi e dolcissimi, e profumati come mai mi era capitato di sentire!
Le formiche ballerine ballavano una danza con dei fiorellini tipo quelli del finocchietto selvatico, e gli insetti musicisti suonavano delle percussioni fatte di noccioli di ciliege e altri semini.
Mi misero in testa una corona fatta con i fiori gialli della calendula e la regina mi proclamò
Cavaliere del Sole.
Ero felice e mi sentivo in mezzo a tanti amici sinceri come mai prima, ma ad un tratto un urlo interruppe la cerimonia! Mia madre con una voce tutt'altro che rassicurante mi chiamava!
“ Se ti prendo, avrai una bella punizione!”
Corsi via in tutta fretta verso di lei per paura che vedesse tutta la scena e potesse ferire la Regina o gli altri della popolazione.
Perfetto! Tutto il pomeriggio in castigo da sola nel bungalow, che tra l'altro era lontano dal resto del villaggio! Molto bene mi aveva portato via anche i giochi. Non mi restava che buttarmi sul letto e piangere, tanto chi mi avrebbe sentito! Mi appisolai dopo un bel po' che piangevo!
Quando aprii gli occhi vidi una strana cosa in fondo al letto... era la mia corona di fiori! E le formichine erano tutte lì, e si misero in fila per comporre una scritta perché mia madre era già tornata e si stava preparando
per uscire e andare a ballare, e loro ovviamente non potevano far sentire la loro voce!
Scrissero: “NON TEMERE, NON SARAI MAI PIU' SOLA”.