Il ponte si staglia alto e silenzioso, in quest’ America in bianco e nero.
Si possono udire lontano, fruscianti sull’acqua, chiazze dondolanti e navi leggere; riescono appena a emergere dalla nebbia autunnale della Città, gonfiandola con gli sbuffi delle stanche ciminiere.
Fa freddo e un pover’uomo si ripara come può dalla leggera pioggia portata dal vento; intorno a lui foglie mollicce di un vecchio pioppo che dà sulla strada si mischiano al fango e allo sporco delle strade.
Il vagabondo impreca alla luce del lampione cercando, nelle tasche, qualche fiammifero per accendersi un mozzicone.
Guarda il ponte, lontano, illuminato dal bagliore frenetico del mondo che corre senza esitazione, qualsiasi fosse la sua destinazione, ora non importa: l’uomo è consacrato alla ventura.
Un’altra figura è spettatrice sulla riva, una donna, bionda, bellissima; appoggia languidamente il suo corpo alla ringhiera di metallo, bagnata dalla pioggia e dall’acido passare del tempo.
Due piccole lacrime, leggere e invisibili, preziose gocce sacrificate all’ultimo amante luccicano.
Canta; è una melodia sommessa, dedicata a chi come lei abita le rive del fiume, a chi cerca conforto nella culla d’America.
Guarda il ponte, distratta, accompagnando il suo canto al leggero al rumore dell’acqua.
Intuisce il mondo che vi si agita sopra.
Il trambusto della Città arriva delicato a disturbare la sua quiete, ma non lo comprende.
E' una ninfa; vive di passioni, lascia agli uomini i loro soldi ed il loro tempo.
La sua figura, dolce nelle forme come una ciliegia, non conosce la scure che, come sulla nuca del carcerato, si abbatte sulla giovinezza dei prigionieri della vita.
Dall’alto i suoi due occhi osservano lo scorrere placido delle acque, il suo naso inspira il profumo dolce, mischiato al carbone bruciato dei mercantili e all’aspro odore della strada bagnata e delle marmitte calde.
Le sue due orecchie, assordate dal rombare della civiltà, hanno a cuore solo le lente acque che scorrono nel buio, distanti dal corpo in bilico. Particolari, come bilancieri, cautamente soppesano i peccati dell’uomo.