Quei due libri da rendere in biblioteca devo pur ritrovarli; libri sul comò messi su due colonne, libri sul comodino e su quel tavolino di vimini, fanno da base alle magliette stirate...in libreria non li cerco, non sono
lì.
Ma è il lavoro della memoria, riprendere in mano libri in luoghi dimenticati, questo l'ho letto e non mi è
piaciuto, Kundera lo tengo ancora fuori che mi insegna sempre qualcosa, i romanzi imprestati a mia madre,
che lei foderava per non sciuparli, e che non ho ora il coraggio di sfoderare.
Dov'è quella baldanzosa che canticchiava ironica e alzava gli occhi al cielo?
Libri con foglietti piegati a metà, ed è la copia di quella mail che ho letto tante volte, un uomo gentile che non sapeva di ferire. E le mie risposte.
La dedica affannata su un libro dei banchetti comprato a mio figlio, i bordini gialli, non l'hai più letto Dessì, vero?
E la foto sbiadita di me in hotel come segnalibro, più bionda di come pensavo.
Il biglietto di compleanno di te lontano, un biglietto grande, che si apriva con la musica, dalla busta rosa shocking che mi ha messo allegria, una delle tue avare dediche d'amore.
Un'agenda morbida di pelle, con un laccetto tutto intorno per chiuderla, una ragazza con la cintura: senza date, l'ho usata a casaccio per tutto, anche per quel primo viaggio in treno verso te.
Il sole in faccia di quel mattino che sbuca dalla pagina su cui ho stenografato: mi sto innamorando.
Il ritorno in treno, ognuno il suo, e tu che mi scrivi: sono felice.
Biglietti appesi allo specchio, quelli che cadono come per gravità, se tolgo un libro dal comò su cui si
affacciano: biglietti che mi guardano come fossero alla finestra, ed io la piazza che li anima.
Maura che dopo un dieta scrive: sei proprio bella!
Erica che, in inglese, dice che la famiglia è gli amici che ci scegliamo.
Le foto del nostro coniglio sul balcone, mentre mangia la mimosa.
E nell'ultimo libro il biglietto per la mostra di Schiele, vista con quell'uomo gentile e che mi scrive ancora 'per te ci sono sempre', perchè tutt'e due sappiamo cosa significhi rimanere amici e ci diciamo che è un peccato aver perso Picasso, e forse anche un po' noi.