Ero stanco di tirare a sopravvivere in quella città infernale. Così, un giorno, decisi di alzare il culo da quello stato di apatia e di letargica rassegnazione per dare coerenza alle mie vere ragioni di uomo e agli autentici bisogni del mio cuore.
Oggi vivo in un posto straordinario della Calabria ionica, fra ulivi e agrumeti, lontano dalla pazza folla, coltivando un piccolo appezzamento di terra; un paradiso che pacifica ogni mia esigenza e disseta ogni mio desiderio di bellezza.
La tragi/commedia del posteggio, il gratta sosta, l’ekopass, sanzioni amministrative, vigili come aguzzini, caos, orrore e inquinamento, sono le immagini sbiadite di un incubo che ho rimosso da tempo, per fare posto alla passione, alla solidarietà, alla cortesia e alla grazia di persone semplici e colme di sentimenti.
Adesso respiro a pieni polmoni l’ossigeno della libertà, mentre dalla finestra del mio studio osservo il bagliore della luna riflettersi sul mare, come in un sogno ad occhi aperti.
Desideravo ritrovare l’autonomia di un tempo, fonte di libertà e decoro, e la salutare e appagante fatica dell’uomo contadino in una condizione d’autenticità, e di qualità della vita.
Ed è così che, di punto in bianco, ho deciso di ribaltare la mia realtà e tranciare di netto ogni rapporto con quel mondo metropolitano, asfittico e caotico, che mi stava risucchiando dentro il suo vortice di rassegnazione; la migliore scelta che mai abbia potuto fare nella mia vita e per i miei figli.
Per un buon 70% sono autosufficiente, e per il resto mi avvalgo di alcune piccole botteghe di paese e dei vari mercatini che periodicamente transitano nelle vicinanze.
Io, per fare un esempio pratico, ho un piccolo pollaio e posso contare su 4/5 uova al giorno. Con gli avanzi del pranzo e della cena, alimento le mie galline in aggiunta di alcune particolari erbe che trovo in collina. Consumo verdura di stagione che coltivo nell’orto e altre selvatiche che raccolgo in campagna. Produco l’olio necessario per il fabbisogno famigliare e frutta in genere, che siano arance, mandarini, limoni, mandorle, more, fichi, mele, cachi e tanto altro. Giò prepara confetture di ogni genere, conserve, limoncello, nocino, grappe, e riempie boccaci di ogni ben di Dio che consumiamo durante l’anno. Produco inoltre del buon vino e un ottimo aceto.
E poi arriva la stagione dei funghi, dei carciofini, dell’origano, del finocchietto, della cicoria amara, delle erbe aromatiche, delle lumache, etc! Con altri amici ci scambiamo, in forma di baratto, i più diversi prodotti della terra. Io spesso in cambio della farina di grano cedo olio d’oliva, e arance per carciofi. Ho molta pratica con la manualità e difficilmente mi avvalgo di qualcuno esterno al mio ambito per la soluzione di un qualsiasi problema. In caso contrario, visto il sentimento di solidarietà che ancora è vivo e vegeto in questa piccola comunità, non avrei che l’imbarazzo della scelta.
Non faccio uso di riscaldamento, condizionatore e diavolerie de genere! Mi sono ambientato e ne ha giovato la mia salute, risparmiandomi dai dolori articolari, emicranie, raffreddori, gastriti e affini, e da tutte quelle nevrosi, stati d’ansia e depressione che caratterizzano l’individuo omologato delle società occidentali. Ho giusto un camino e una stufa a legna sulla quale si cucina, e un forno per panificare. Bevo acqua di sorgente e il mio impianto elettrico è alimentato da alcuni pannelli solari.
Vi potrei raccontare mille e mille altre cose ma penso che quanto descritto, basti per comprendere i vantaggi di essere in gran parte autosufficiente. In tutto questo (un impegno che mi ruba solo qualche ora al giorno), trovo lo spazio per scrivere, per comporre e per leggere. Se il tempo è all’acqua, mi diverto ad intagliare il legno, a suonare con gli amici e ai piccoli lavori di manutenzione della casa.
Ma la cosa straordinaria e irrinunciabile, sta nel potere disporre della mia vita, senza padroni e padroncini fra le palle che mi dicano cosa fare e come fare. Un tempo tutto e solo mio, che organizzo come meglio credo o come vuole il cielo. Tempo per i miei figli, per la mia donna, tempo per i miei cani e amici! Non ho cartellini da timbrare – nessun vigile in agguato pronto ad estorcermi denaro e colpirmi al cuore del portafogli per liberare la sua frustrazione di schiavo – niente acqua contaminata, né aria infetta, né stridenti rumori di ruote ferrate di tram mattutini che annunciano rabbiosi un nuovo giorno di guerra.
E poi le albe, i tramonti, il vento, e le stelle grosse come limoni – e la libertà e l’amicizia e le risate, i canti e la baldoria – e poi l’estate, il mare, e la magia della natura che pacifica ogni cuore e paura.
Chi è più ricco di me? Chi più di me può assaporare fino in fondo il significato della Vita e della Felicità? E non posseggo denaro né ho potere! Non ho barche, fuoriserie, castelli o servitù – ma ho la volontà, la passione, e ho la terra – ho la caparbietà e la forza per combattere questo mondo insensato e malato. Un mondo che ha violato e profanato ogni principio e regola e che oggi brancola nel buio della sua ottusità incamminandosi lungo quel baratro incommensurabile che sancirà la sua disfatta.
Mi nutro di odori, di profumi, di sapori e colori, di emozioni perdute e di magiche atmosfere del passato che in forma di istantanee, stampo del mio cuore e codifico nella mia mente arricchendo quella sacra memoria che trasmetterò ai miei figli e nipoti. Vivo così sull’onda di una passione appagante e rigenerante, che riverso su ogni azione e pensiero, godendo di ogni attimo della mia giornata come fosse eterno, meravigliandomi ancora come un bambino delle continue scoperte che la natura benevola puntualmente mi dispensa – immagino così nuove avventure, eccitato da ciò che sarà domani, sempre diverso e misterioso - lontano dalla pazza folla e dalla frustrante frenesia omologante di caotiche metropoli -quei “non luoghi” dove il Sistema necrofilo testa con successo, tutte le sue allucinazioni, per poi diffonderle e renderle fruibili in ogni angolo del pianeta.
Gianni Tirelli