Sono affetta da cronica incapacità di stare a dieta, quindiho deciso di ridurre il livello di senso di colpa generato dall’atto di nutrirmi grazie all’attività fisica ed è così che io e la corsa siamo diventati buoni amici, insomma conoscenti educati.
Oggi vivo a Parigi, ma quando ho cominciato, abitavo ancora a Milano e avevo appena fatto in tempo a svoltare l’angolo del quartiere, quando dopo quattro minuti e quarantuno secondi ho dovuto telefonare alla mia amica Paola chiedendole di venire a prendermi perché me ne stavo accasciata sullo zerbino del palazzo di fronte. La seconda volta ho tirato dieci minuti e ho passato la notte sulla panchina dei giardinetti di Largo Marinai d’Italia, perché non ero in grado di tornare indietro.
La terza, dopo quindici minuti, mi vedeva agonizzante sul tappeto di casa: per la prima volta ero stata in grado di rientrare da sola (mai sottovalutare microscopici miglioramenti), intenta a fissare il soffitto sul quale sono apparsi nell’ordine la Madonna di Lourdes con abbigliamento sportivo che mi diceva ‘Impossible is nothing” e Dustin Hoffman che mi puntava una pistola in faccia come nella locandina de Il Maratoneta, sussurrandomi minacciosamente: “Muovi le chiappe cicciona”.
Dopo una serie di uscite sono riuscita a stabilizzarmi su una dignitosissima media di un’ora di jogging guadagnandomi solo un paio di bolle per piede.
Ho ereditato il cardiofrequenzimetro del babbo, strumento che serve solo a farmi sentire tecnica e professionale mentre corro dandomi un tono e dò un’occhiata con l’aria di quella che sa cosa sta leggendo, mentre in realtà confondo le calorie consumate con il battito cardiaco, l’ora con la distanza percorsa e il mio peso medio con l’età di mia nonna.
La parte divertente del running però, è quella musicale.
Ebbene sì, perché io, se ho il lettore MP3 scarico, non mi alzo neanche dal letto la domenica mattina, non tolgo neanche il pigiama.
Scusate ma credo che nell’immaginario collettivo una donna dorma esclusivamente con biancheria sexy in pura seta e pizzo, non vorrei sfatare il mito, dunque dicevo, se hoil lettore MP3 scarico non tolgo neanche la mia sottoveste grigia.
Ho creato una serie di playlists, con nomi evocativi, prendendo spunto anche dal cinema: Born to run, Born natural runner, Pretty Running Woman, Sunday Running Sunday, Blade Runner.
In effetti la musica ti aiuta, ti da la carica, tant’è vero che è stata proibita alla Maratona di New York, unica ragione per la quale non potrò partecipare mai, certo unica.
Bene ecco, ieri era, scendo in strada, prendo il mio vecchio MP3 e mi getto nel chilometro lanciato.
Questa la mia colonna sonora: si comincia da Boulevard Haussmann con unbanalissimo Lay all your love on me, direttamente da Mamma mia, classico evergreen. Mi sento molto Meryl Streep, un po’ figlia dei fiori e così trascorrono i primi cinque minuti, che sono i più duri. Poi una serie di canzoni speedy, serie “film da ballo selvaggio” che danno molta carica e ti fanno sentire una delle ragazzette di Maria de Filippi pronta per un provino, per esempio Irene Cara, What a feeling o Fame, ti pare che potesse mancare? O Live your dreams da Save the last dance. A questo punto sono passati venti minuti e siamo giunti in Place Charles de Gaulle Etoile, se sopravvivo all’attraversamento dell’incrocio è fatta.
È qui che per la prima volta ho seri dubbi sulla mia immagine da maratoneta, perché immancabilmente c’è qualcuno che mi chiede delle informazioni stradali. Ma miseria, ma lo vedi come sto messa? Ma la noti la tenuta da competizione? Questo qui non è un orologio qualunque sai?
È un CARDIOFREQUENZIMETRO!
E mi dice chiaramente che quando torno a casa posso sbranare un piatto di spaghetti senza il minimo rimorso.
Mi dice che peso un’ora e mezza, che ho corso per trecentosettantacinque calorie e che domani devo ritirare i pantaloni in lavanderia.
Lo vedi questo corpicino, sì corpicino, beh qualcosa da dire? Questo corpicino è pronto per la Parigi Dakar sulle ginocchia.
Ma vedi che ho l’antica Grecia, ove la maratona ebbe origine, tatuata sui muscoli delle gambe?
Nonna Pina, a Parigi Nonna Pinette, questa graziosa signora ultra settantenne non comprende il dramma, non comprende la continuità dell’allenamento, anche perché, in fin dei conti, siamo bloccate entrambe dal rosso degli Champs Elysées quindi nell’attesa, mentre nell’orecchio mi urla It’s a maniac da Flashdance, pietra miliare della movimentazione della chiappa, le spiego dove è il panettiere.
Riprendo la corsa a ritmo sostenuto e ovviamente non può mancare Far from over, Saturday night fever, che mi vede scattante come una gazzella, giù per la rue Kleber e ci metto pure un salto, proprio là, in quel pezzo dove lui sta sul piedistallo alla fine dell’assolo, il piedistallo sale e lei lo guarda senza sapere che diavolo fare e lui “Salta maledizione salta!”. Così, per stare in tema, scavalco un tombino e mi sento John Travolta di brutto.
Ma il top lo raggiungo al Trocadero, quando tutto ad un tratto cosa mi parte? Eyes of the Tiger! Ma che tempismo… e mentre mi molleggio giù dalle scale godendomi la torre Eiffel, mi sento Rocky Balboa, “Non fa male, non fa male” e il cigolio delle mie rotule raggiunge i visitatori della torre su all’ultimo piano.
A questo punto sono a bordo Senna e NOOOOOO: IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO.
Non ditemi niente, lo so, sono incredula anch’io. Ma come ho potuto mettere questa musica?
Però, pensandoci bene, non è male. Ora tiro fuori la colt e sfido a duello il ciclista sul marciapiede. Passatemi un poncho che ho visto Lee Van Cleef dietro ad una quercia.
Insomma, lascio perdere perché ormai sono passati quaranta minuti e ho la maglia appiccicata addosso, la coda di cavallo fuori controllo e il solito colore paonazzo sulle guance che dà l’idea che stia per svenire da un momento all’altro, che è vero.
“E qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure e cancella il tuo nome dalla mia facciata...”. Ma cosa diavolo ci fa De Gregori nella cartella Running dell’Ipod?
Ma cosa avevo mangiato a cena quando l’ho fatta? Peperonata? Trippa? O meglio cosa avevo bevuto? “Ed ora le tue labbra puoi spedirle ad un indirizzo nuovo e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro ancora....”.
Per fortuna manca poco per arrivare a casa, il Grand Palais, gli Champs parte bassa, Place de la Concorde, fuga tra l’Ambasciata Americana e l’Hotel de Crillon, passando davanti al Buddha Bar, dove le guardie regolarmente mi fischiano.
No, non avete capito, non è che mi fischiano perché fanno i cascamorti, mi fischiano perché scendo dal marciapiede per non investire i passanti ed è proibito per ragioni di sicurezza.
È quasi finita. Sono alla Madeleine, solo che prima parte qualche altra canzone molto chic: Lorella Cuccarini, con La notte vola, Pupo con Su di noi e udite udite, per chiudere in bellezza, Ricchi e Poveri con Sarà perché ti amo.
Qui però una giustificazione ce l’ho: è inconscia nostalgia di casa. Giuro, mai sentito Pupo in Italia, però quando sei lontano ti piace anche Toto Cutugno, mangeresti solo pizza e vorresti iscriverti ad un corso di mandolino.
Arrivo a casa stravolta, faccia bluastra, frangia appiccicata alla fronte, evidenti isole di sudore tatuate sulla felpa. Mi tuffo in vasca da bagno e comincio a sognarmi con la fiamma olimpica in mano, ma prima, magari, un bel piatto di pastasciutta! 

Tutti i racconti

1
0
7

I ricordi del becchino : L'uomo delle vespe.

22 November 2024

E’ una caldissima domenica estiva. Sul furgone sto percorrendo le strade di campagna per affiggere i manifesti del caro nonno ‘Tonino’. Il sole picchia, l’asfalto della strada balla per la calura, l’aria condizionata del mezzo è fuori uso. La testa è coronata da perle di sudore. Nonostante tutto [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

9
7
73

Il pupazzo di neve

22 November 2024

Devo ammettere che ho fatto un ottimo lavoro. L'ho chiamato Lumiukko, che tradotto dal finlandese significa "pupazzo di neve." Ecco una descrizione veloce e sommaria di cosa mi sono servito per realizzarlo: innanzitutto, la materia prima cioè la neve, i due pomodori di Pachino ne ricreano gli occhi, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Giuseppe Scilipoti: Grazie Manuela, grazie, questo racconto l'avevo mandato a LdM a fine Dicembre [...]

  • Dario Mazzolini: e provare a chiamare un esorcista? Caro Giuseppe hai fatto centro anche questa [...]

0
2
7

Sono incazzato... 3/3

22 November 2024

A diciassette anni ero seduto al secondo banco del quarto liceo. La matematica è sempre stata la mia passione… non avevo bisogno di studiare la teoria… e soprattutto non ne avevo voglia… teoremi, enunciati, postulati, mi sembravano cose ovvie e banali e non sopportavo di mandare a memoria quel [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dario Mazzolini: bellissimo racconto scritto molto bene al punto di essere diventato il tuo [...]

  • zeroassoluto: Scusate, ma nelle prime due parti, ho dovute modificare di recente alcuni nomi [...]

0
2
9

A38

Una mattina alle poste

22 November 2024

Uno dei luoghi più noiosi della terra suppongo che sia lo spazio dedicato agli uffici postali della mia piccola cittadina. Frustrato da una multa ricevuta poche ore prima mi avviavo, sconsolato, verso quel pezzetto di mondo in cui qualcuno sistematicamente sfoga ansie, rabbia e risentimento nei [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Dario Mazzolini: benvenuto Teo su LDM. Un ingresso divertente e scritto bene. Le poste italiane, [...]

  • Teo Bo: Grazie Dario per il benvenuto in LDM. Spero di non deluderti con il prossimo [...]

3
3
20

La fermata

21 November 2024

Siamo sette alla fermata, è umido ma i saluti fioccano. Siamo un gruppetto abitudinario nel quale Crocefissa spicca. Guarda le moldave, le russe e le africane con distacco. Se non avessi giurato sui miei figli di tacere le spiegherei che la fermata è il punto dove i mezzi pubblici stradali si [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ellissa: la vita è un continuo ricercare un' equilibrio tra noi e gli altri. [...]

  • U1657: Santa crocifissa!!!

2
3
19

Egregio Sig.Ictus

21 November 2024

Ex alza il viso dal piatto al ristorante e la vita è cambiata in un solo istante. Il suo viso è una ridicola maschera tanto che immediatamente penso stia facendo lo sciocco, la ragione non vuole vedere l’abisso che mi aspetta se solo lasciassi entrare i pensieri logici. Poi tutto precipita. Capisco. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Vally: Grazie Dario.
    Buona giornata

  • Adribel: Mi sono venuti i brividi ma penso che il sig. Ictus sia un ver0 signore, determinato [...]

3
7
20

Le mollette

21 November 2024

Ho sempre odiato stendere i panni. Sempre. Lo faccio solo perché mi piacciono le mollette. Ho mollette sparse per casa e spesso ancora attaccate a lenzuola, pantaloni e camicie che ritiro e piego in modo rapido e ripongo in luoghi riparati e sicuri chiamati armadi. A volte indosso i miei vestiti [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ecate: Ellissa, sorella mia, testo a quattro mani

  • U1705: In effetti capita che gli asini volino!

2
10
15

Racconto ln breve la schiavitù dal cellulare

Le persone sono portate a schiavizzarsi.

21 November 2024

È già da tempo che le persone non ragionano con la propria testa, ma con la testa degli altri. Cioè di quelli che manipolano gli individui per portarli a raggiungere gli scopi che si sono prefissati, e la gente crede che tutto si svolge nell'interesse e nel bene dell'umanità- (Praticamente schiavizzarsi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • L’esilioDiRumba: Molti ragazzi di oggi riescono, ancora più di quelli ddella mia generazione [...]

  • Gennarino: L’esilioDiRumba: Grazie per aver letto e commentato. Bisogna educarli [...]

6
13
23

Il caffè col babbo

20 November 2024

È uno dei miei ricordi più belli. A prima vista può sembrare banale ma non lo è. Avevo preso l'abitudine, a metà mattina, di bere il caffè col papà. Ovunque mi trovassi per noi era un'appuntamento fisso. Se potevo andavo a casa dei miei, altrimenti lo bevevo con lui a distanza: dai clienti se ero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Lawrence Dryvalley: Ciao Dario, ho letto questo e le ultime tue proposte anche se non ho commentato. [...]

  • Dario Mazzolini: grazie Lorenzo. Ti leggo sempre volentieri pure io. Grazie ancora per il tempo [...]

2
1
8

Condanna D'Amore

20 November 2024

Condanna Ad ogni battito di ciglia i suoi occhi indigo sprigiona in me ardente ardore. Ha dimenticato il mio sole caldo nel suo vascello come astro d'amore in quei fluttui delle sue tribolazioni. Ero al suo fianco come ancora di salvezza per non farla annegare, conficcata nella sabbia della sua [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

2
3
22

Doppio sogno (2/2)

PG
19 November 2024

Nomina Omina. C’è un destino nei nomi, come nelle collocazioni geografiche. Quella di Los Angeles, confinante con il mare del tramonto giustificava una nota malinconica e decadente, come le palme del vialone mi suggerivano con garbo. Forse avrei potuto inserire questo pensiero, che mi pareva passabilmente [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Un buon racconto, ben costruito, con una trama ben articolata e ben scritto. [...]

  • Gennarino: Molto bello. Bravo

3
3
31

Goal

19 November 2024

Fare il medico gli piaceva. Dopotutto non era un lavoro pesante come fare il fonditore. E lui per tanti anni di estate quando chiudeva la scuola il fonditore lo aveva fatto davvero. Dalla mattina alla sera insieme al suo babbo. Di quei giorni lontani gli erano rimasti sulla pelle del dorso delle [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Cavallaselvatica: un goal indelebile, le emozioni che lo circondano sono infinite. complimenti

  • Adribel: Il passato, spesso si vorrebbe fare un rewind e si vorrebbero sistemare cose [...]

Torna su