La lattina faceva un rumore sordo ma deciso ogni volta che picchiava sull'asfalto, sembrava quasi il rimbombo di un tuono lontano. Mino aveva deciso di portarla sino a casa, passando per lo stretto vicolo che separava la sua abitazione dal mercato rionale. In mano due buste di plastica piene di frutta e verdura, sulle spalle lo zaino con il pane; si sentiva importante perchè sapeva che ogni volta che mamma lo vedeva arrivare lo premiava con una caramella alla menta, la sua preferita.
Mino aveva sedici anni, il fisico minuto ma non gracile e una testata di capelli neri ricci. Un bel ragazzo amato da tutti per via dello spirito buono e gentile e quella spontaneità tipica di una mente semplice.
-Un bambino di sei anni- così aveva diagnosticato il neurologo dopo l'ultima visita, una dura realtà che aveva mandato in frantumi le speranze dei genitori. Avevano deciso di smetterla con la ricerca affannosa di una soluzione che non esisteva, di chiudere pure con le sedute dal logopedista, Mino sarebbe stato amato e accettato così. Ed era iniziata per lui una nuova fase della vita, senza più stanze d'ospedale. 
Tirò un calcio forte e la lattina volò in alto, picchiando contro un cassonetto dell'immondizia e rotolando in una via traversa. Mino rise divertito e allungò il passo, in modo da non perdere di vista quel gioco che era diventato una sfida. La vide rotolare pigramente, seguendo la linea curva della strada che portava verso il basso di un vicolo senza uscita, e dirigersi contro ad una sagoma scura accovacciata. Si bloccò curioso e guardandosi in giro capì di essere solo. L'uomo voltò la testa, alzandosi di scatto, poi riconobbe il ragazzo e gli sorrise.
-Ciao Mino- con il piede stoppò la lattina, un attimo prima che questa finisse in una pozza scura. -Forza, vieni a prenderla. Sai, da ragazzo piaceva anche a me tirarci i calci-.
Guardò l'uomo, quindi la lattina e capì che se voleva continuare il gioco doveva fare come diceva lui. Lo conosceva, tutti lo consideravano un poco di buono, ma non aveva mai avuto a che fare con lui. Non lo spaventava, ma provava quel tipico fastidio che spinge una persona a cambiare strada. Non perse di vista la scritta rossa della Coca Cola, ormai graffiata in più punti e procedette col suo carico di alimenti che ballonzolava ad ogni passo, sino a quando qualcosa lo fece arrestare.
Non aveva mai avuto a che fare con la morte, la considerava una cosa astratta da osservare dietro lo schermo di una tv, ma quando vide il corpo a terra della donna capì che quella era realtà, ed era dolorosa.
Gli occhi aperti, i vestiti strappati e i seni appoggiati a terra. Mino chiuse gli occhi, la mamma non voleva che guardasse le donne nude, diceva che non stava bene che lui le sbirciasse. Era peccato, lo sapeva, pure don Angelo lo aveva avvisato. 
-Sta dormendo- sentì dire dall'uomo. Ma Mino sapeva che non era vero.
-No!- esclamò con forza, voltando la testa dall'altra parte. -Motta... lei motta... pù respia...- gli venne l'affanno e provò il desiderio di scappare, ma una mano forte si posò sulla sua spalla. Iniziò a tremare e, nella sua testa da bambino, crebbe la voglia di piangere ed urlare. L'uomo, senza smettere di sorridere, gli si parò davanti; Mino si accorse che in mano teneva un coltello sporco di sangue, dalla cui lama gocciolava denso.
-Ora facciamo un patto- gli disse, mantenendo la voce calma. -Tu prendi la lattina e torni da dove sei venuto. Qui non hai visto nulla, la donna...- e si voltò verso di lei, -la aggiusto io. E' solo un gioco, una sorpresa-.
-Soppresa?...-.
-Si, e deve restare tra di noi-.
-Pecchè?- Mino non capiva.
-Perchè altrimenti sono obbligato a venire a casa tua e rompere tua mamma, ma questa volta non la potrò aggiustare-.
Le parole colpirono il ragazzo, si divincolò dalla presa ed iniziò a correre veloce. Una baguette saltò via dallo zaino, finendo tra la sporcizia del vicolo. Era terrorizzato e non smise di correre fino a quando non raggiunse casa. La madre capì subito che qualcosa non andava, non era da lui essere così sconvolto.
-Rotta, mà... rotta... naso a fagola... naso a fagola...- continuò a ripetere, mentre singhiozzando si perse tra le sue braccia.

Tutti i racconti

1
0
5

I ricordi del becchino : L'uomo delle vespe.

22 November 2024

E’ una caldissima domenica estiva. Sul furgone sto percorrendo le strade di campagna per affiggere i manifesti del caro nonno ‘Tonino’. Il sole picchia, l’asfalto della strada balla per la calura, l’aria condizionata del mezzo è fuori uso. La testa è coronata da perle di sudore. Nonostante tutto [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

9
7
71

Il pupazzo di neve

22 November 2024

Devo ammettere che ho fatto un ottimo lavoro. L'ho chiamato Lumiukko, che tradotto dal finlandese significa "pupazzo di neve." Ecco una descrizione veloce e sommaria di cosa mi sono servito per realizzarlo: innanzitutto, la materia prima cioè la neve, i due pomodori di Pachino ne ricreano gli occhi, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Giuseppe Scilipoti: Grazie Manuela, grazie, questo racconto l'avevo mandato a LdM a fine Dicembre [...]

  • Dario Mazzolini: e provare a chiamare un esorcista? Caro Giuseppe hai fatto centro anche questa [...]

0
2
7

Sono incazzato... 3/3

22 November 2024

A diciassette anni ero seduto al secondo banco del quarto liceo. La matematica è sempre stata la mia passione… non avevo bisogno di studiare la teoria… e soprattutto non ne avevo voglia… teoremi, enunciati, postulati, mi sembravano cose ovvie e banali e non sopportavo di mandare a memoria quel [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dario Mazzolini: bellissimo racconto scritto molto bene al punto di essere diventato il tuo [...]

  • zeroassoluto: Scusate, ma nelle prime due parti, ho dovute modificare di recente alcuni nomi [...]

0
2
8

A38

Una mattina alle poste

22 November 2024

Uno dei luoghi più noiosi della terra suppongo che sia lo spazio dedicato agli uffici postali della mia piccola cittadina. Frustrato da una multa ricevuta poche ore prima mi avviavo, sconsolato, verso quel pezzetto di mondo in cui qualcuno sistematicamente sfoga ansie, rabbia e risentimento nei [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Dario Mazzolini: benvenuto Teo su LDM. Un ingresso divertente e scritto bene. Le poste italiane, [...]

  • Teo Bo: Grazie Dario per il benvenuto in LDM. Spero di non deluderti con il prossimo [...]

3
3
20

La fermata

21 November 2024

Siamo sette alla fermata, è umido ma i saluti fioccano. Siamo un gruppetto abitudinario nel quale Crocefissa spicca. Guarda le moldave, le russe e le africane con distacco. Se non avessi giurato sui miei figli di tacere le spiegherei che la fermata è il punto dove i mezzi pubblici stradali si [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ellissa: la vita è un continuo ricercare un' equilibrio tra noi e gli altri. [...]

  • U1657: Santa crocifissa!!!

2
3
19

Egregio Sig.Ictus

21 November 2024

Ex alza il viso dal piatto al ristorante e la vita è cambiata in un solo istante. Il suo viso è una ridicola maschera tanto che immediatamente penso stia facendo lo sciocco, la ragione non vuole vedere l’abisso che mi aspetta se solo lasciassi entrare i pensieri logici. Poi tutto precipita. Capisco. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Vally: Grazie Dario.
    Buona giornata

  • Adribel: Mi sono venuti i brividi ma penso che il sig. Ictus sia un ver0 signore, determinato [...]

3
7
19

Le mollette

21 November 2024

Ho sempre odiato stendere i panni. Sempre. Lo faccio solo perché mi piacciono le mollette. Ho mollette sparse per casa e spesso ancora attaccate a lenzuola, pantaloni e camicie che ritiro e piego in modo rapido e ripongo in luoghi riparati e sicuri chiamati armadi. A volte indosso i miei vestiti [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ecate: Ellissa, sorella mia, testo a quattro mani

  • U1705: In effetti capita che gli asini volino!

2
10
15

Racconto ln breve la schiavitù dal cellulare

Le persone sono portate a schiavizzarsi.

21 November 2024

È già da tempo che le persone non ragionano con la propria testa, ma con la testa degli altri. Cioè di quelli che manipolano gli individui per portarli a raggiungere gli scopi che si sono prefissati, e la gente crede che tutto si svolge nell'interesse e nel bene dell'umanità- (Praticamente schiavizzarsi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • L’esilioDiRumba: Molti ragazzi di oggi riescono, ancora più di quelli ddella mia generazione [...]

  • Gennarino: L’esilioDiRumba: Grazie per aver letto e commentato. Bisogna educarli [...]

6
13
23

Il caffè col babbo

20 November 2024

È uno dei miei ricordi più belli. A prima vista può sembrare banale ma non lo è. Avevo preso l'abitudine, a metà mattina, di bere il caffè col papà. Ovunque mi trovassi per noi era un'appuntamento fisso. Se potevo andavo a casa dei miei, altrimenti lo bevevo con lui a distanza: dai clienti se ero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Lawrence Dryvalley: Ciao Dario, ho letto questo e le ultime tue proposte anche se non ho commentato. [...]

  • Dario Mazzolini: grazie Lorenzo. Ti leggo sempre volentieri pure io. Grazie ancora per il tempo [...]

2
1
8

Condanna D'Amore

20 November 2024

Condanna Ad ogni battito di ciglia i suoi occhi indigo sprigiona in me ardente ardore. Ha dimenticato il mio sole caldo nel suo vascello come astro d'amore in quei fluttui delle sue tribolazioni. Ero al suo fianco come ancora di salvezza per non farla annegare, conficcata nella sabbia della sua [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

2
3
22

Doppio sogno (2/2)

PG
19 November 2024

Nomina Omina. C’è un destino nei nomi, come nelle collocazioni geografiche. Quella di Los Angeles, confinante con il mare del tramonto giustificava una nota malinconica e decadente, come le palme del vialone mi suggerivano con garbo. Forse avrei potuto inserire questo pensiero, che mi pareva passabilmente [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Un buon racconto, ben costruito, con una trama ben articolata e ben scritto. [...]

  • Gennarino: Molto bello. Bravo

3
3
31

Goal

19 November 2024

Fare il medico gli piaceva. Dopotutto non era un lavoro pesante come fare il fonditore. E lui per tanti anni di estate quando chiudeva la scuola il fonditore lo aveva fatto davvero. Dalla mattina alla sera insieme al suo babbo. Di quei giorni lontani gli erano rimasti sulla pelle del dorso delle [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Cavallaselvatica: un goal indelebile, le emozioni che lo circondano sono infinite. complimenti

  • Adribel: Il passato, spesso si vorrebbe fare un rewind e si vorrebbero sistemare cose [...]

Torna su