Eh, l'intera situazione mi sfugge ma il pelo nell'uovo lo trovo sempre.
Sono i particolari, le piccole cose, a colpirmi, a rimanere impresse nella mente. La soluzione delle piccole cose mi riesce facile, dei piccoli problemi, immediati, maneggiabili. Il cruccio ? il quadro generale.
Voglio dire: una differenza di cinquanta centesimi su un conto corrente, pur complesso, la trovo, mi ci accanisco finché la trovo, ma di leggere una situazione di bilancio non sono capace. Vado nel panico, non riesco a capire se le cose vanno bene oppure no...
E funziona così per un sacco di cose, questo è solo un esempio.
Manca l'equilibrio, manca la via di mezzo, la visione terza, quella che permette di fare scelte opportune, funzionali; quella che porta a un progetto ed alla sua realizzazione. Un progetto traccia una strada che si può seguire, che può dare un senso alla propria vita.
Per contro, la teoria del complotto, di qualsiasi argomento si tratti, mi viene spontanea! La lotta a prescindere nei confronti di ingiustizie che percepisco e di meccanismi che, a volte, sembrano chiarissimi e incontestabili.
So benissimo che un senso, la vita, non ce l'ha. Non di per sé.
Sono qui e respiro e questo è tutto...
Come mai mi è tanto difficile trovare un progetto da realizzare, perseguire un sogno (ne ho avuti un paio, a quanto ricordo), trovare una spinta per mettere un piede davanti all'altro?
Ogni pelo nell'uovo, ogni percepito complotto frena una possibile spinta iniziale.
A quale scopo iniziare un corso di cui già non mi importa nulla? Oh, potessi trovarmi un hobby, qualcosa da fare oltre che lavorare, mangiare e uscire con gli amici... Qualcosa che riempia il cuore, che mi dia gioia.
Finisce sempre allo stesso modo: mi annoio. La noia è una malattia? Esiste una cura?
L'impegno potrebbe essere la cura: mi iscrivo ad una associazione e ci metto tutto l'impegno che posso, riempio le ore. Le ore... No, è l'atteggiamento sbagliato, non si tratta di riempire le ore ma di fare qualcosa che mi appassioni e nulla di quel che ho fatto finora mi ha appassionato abbastanza da diventare fonte di gioia e, soprattutto, da dare un senso alla mia vita.
Smettere di cercare quel senso (ho già detto che non esiste...) potrebbe essere la vera cura.
Smettere di desiderare e vivere dei momenti e godere della mia libertà.
La mia libertà. Non è frustrante essere liberi e non sapere che farne, della libertà?
Dunque la mia "salvezza" sta nel pelo nell'uovo... Il mio equilibro mentale dipende da quanti peli nell'uovo riesco ad accumulare e da quanto riesco a lasciarmi alle spalle, uovo su uovo dopo uovo e via così.
E l'invidia, l'invidia per chi gode di quel che ha e per chi persegue un sogno o traccia una via verso un progetto da realizzare.
Forse dovrei combattere anche l'invidia che provo nei confronti della gente "normale": l'ultimo smart phone, la Play Station 4, un'auto nuova, le vacanze a Sharm, gli Amici di Maria, le partite di Champions League, gli accessori all'ultima moda, le unghie decorate, il Mulino Bianco. La gente "normale" costruisce famiglie e accumula accessori e abbonamenti e mutui con cui pagare il tutto.
Ed ecco che arriva anche la nausea: non sono, non posso e non voglio essere normale quindi la mia invidia non è reale. Non ho neppure l'invidia, come compagna di viaggio.
Il mio equilibro mentale dipende da quanti peli nell'uovo riesco ad accumulare, uovo su uovo dopo uovo e via così.
In fondo, accumulo anch'io. Forse io sono normale in un modo diverso (che sfiga ma che bella medaglia lucente al petto!).
L'ideale sarebbe che il godere della libertà dipendesse dalla volontà di lasciarmi ogni giorno alle spalle per un giorno nuovo, ogni mattina.
Mmm... devo mettere a scongelare il pesce. Ne ho scelto uno con poche spine ma sono certa che ne troverò. E le toglierò tutte. Non ricordo che tipo di pesce ho scelto, però...