La doccia calda le aveva lasciato la pelle profumata e morbida.
Avvolta nell'accappatoio, i capelli bagnati e ribelli, pensava a cosa avrebbe potuto mettersi quella sera, per incontrarlo. Voleva essere perfetta. Voleva essere bella, sentirsi bella, per lui...
Aveva comprato qualche giorno prima uno splendido completo intimo in pizzo, decori barocchi accarezzavano la pelle liscia e mentre osservava la sua immagine riflessa nello specchio immaginava le sue mani, la pressione dei polpastrelli, il calore carico di promesse diffondersi in ogni cellula del suo corpo, il respiro farsi corto, l'eccitazione raggiungere i punti più segreti...
E' arrivato a prenderla, euforia irreale, adrenalina di bimba alla scoperta di un nuovo mondo...
Ristorante, vino... cena, vino... dolce, vino... locale, musica, luci... vino, vino, vino...
Passeggiano, il vialetto sull'argine del fiume è buio e deserto. Il passo incerto, le mani non trovano altre mani che già si insinuano sotto il vestito. Chiede di smettere, vuole andare a casa.
Lui la spinge. Cade.
La violenza dei gesti strappa gli abiti, il pizzo, la verginità, i sogni.
Rimangono urla al vento soffocate dal pianto.
Sotto al vestito sognava mani calde e un abbraccio familiare davanti al frigo per fare colazione insieme l'indomani, le membra affamate dall'amore vissuto, consumato, assaporato fino allo stordimento dei sensi...
Sotto al vestito le rimaneva solo l'anima lacerata e dolore, un cuore grondante di lacrime.
E già arrivava il giorno.