Entro nello studio, "Ciao!" ciao, fa caldo, troppo. Accende il condizionatore e guarda le agende sulla scrivania: "la tua agenda?". Quella nera, sottile, dico mentre mi siedo nella poltrona di fronte alla sua. "Allora, come va il lavoro, senti ancora quella ragazza?". Bene, il lavoro va benissimo, no, non la sento più. Le ho detto che è meglio star lontano dai mostri; non ha replicato. "Di nuovo la tua difesa narcisistica... Lo sai, vero?". Lo so bene. Ho paura, della gente, delle donne in particolare. È per loro che ho costruito il mio muro. Racconto tutto di me per spaventarle... per farmi amare subito... E se non scappano, le caccio via. Se accade che si innamorino delle mie parole, le respingo, le ferisco, le odio perché forse mi potrebbero amare. Le disprezzo, perché se amano le mie parole, i miei racconti, il mio humor, potrebbero amare me e che razza di persona è, una che potrebbe amarmi? Sono un mostro. Troppe passioni, troppi interessi, troppe cose da dire, troppa rabbia, troppo bisogno, troppa indipendenza, caparbia indipendenza, troppa materia grigia, inutile, troppo sensibile, troppo dura, troppo tutto. "Non c'è nulla che non vada, in te. E lo sai". Già. Sono buona, generosa, disponibile, leggo, scrivo, suono, canto, amo gli animali, sono coraggiosa, ho un lavoro, vivo al mare, mi piace viaggiare, parlo due lingue straniere... Cosa mi manca, perché non dovrei riuscire a trovare ancora l'amore? Ho una paura che fa spavento! Così tante cose da dire, da raccontare, tanto da dare... Rovinerei tutto ancora una volta, a causa della paura. Troverei il modo di mandare tutto all'aria alla prima occasione. E poi, ricordi?, odio il mio corpo e lo rifiuto quindi rifiuterei chi dovesse amarlo... "Per oggi, direi che può bastare, ci vediamo tra due settimane." Va bene... Dopo la stagione. Ora sono troppo stanca ma dopo la stagione mi impegnerò per lavorare su questa paura ma, per favore, adesso lasciami ancora un po' dietro al mio muro, dottore, solo ancora per un poco...