Settembre, 1, 2017
Aaahh... Guarda che roba, che foto.
Qualcuno mi ha suggerito di postare la foto di un igloo, velato riferimento a quanto io possa essere glaciale, a volte.
Sarà per questo caldo assassino che fa bollire e sterilizza i sentimenti, per queste gocce stranite, sorprese di scendere proprio qui, di pioggia che non sa bene, non è sicura,
cado, non cado, tocco terra...
Una casa di ghiaccio tra i ghiacci, illuminata da un fuoco, dentro, e il vuoto gelo blu tutto attorno e fuori, mi somiglia, alla me di adesso, sa di rifugio vero.
Non so se si tratti del caldo o di questa foto, postata per gioco, ho sentito un "click" nella testa e più sotto, come se il mio tempo a queste latitudini avesse iniziato un nascosto conto alla rovescia.
Penso a mia madre, a quanto le resta, a quando dovrò tornare dove fa più freddo per l'ultimo saluto.
Settembre, 12, 2017
Penso al gesto spontaneo, a come viene schiacciato. Penso a quanti me ne hanno schiantati a terra e calpestati. Capisco perché non mi si possa credere, quando ancora ne ho uno: sembra già suicidato sul nascere.
Dev'essere qualcosa nella voce o nello sguardo, la poca convinzione che verrò creduta. È un mio problema, io dubito di qualsiasi cosa, sarei più serena se non fosse così. Dubita quindi, dubita sempre, non lasciarmi tutto nelle mani. Come capita a tutti, anch'io, a volte, appoggio le chiavi distrattamente da qualche parte e poi non posso rientrare in casa.
La stagione è finita, ormai. Cinque o sei ospiti in hotel, solo b&b, solo i pendolari della notte alla fermata dell'autobus. Mi sembra di aver perso un anno, di aver saltato le ferie. Eppure mi sono accadute più cose in questi ultimi quattro mesi che non so in quanti anni.
Vorrei raccontare di un'altra avventura o di un incontro o di una normale serata di stupri in Italia e nel mondo ma non posso, non ci riesco. C'è qualcosa di nuovo, di incredibilmente delicato tra le mie mani e non so come vada tenuto. Se stringo soffocherà, se apro troppo le mani scivolerà via, se rilasso braccia e polsi cadrà e potrebbe non rialzarsi. Per raccontare qualcosa, dovrei aprire l'archivio della mia mente e trovare una delle tante storie che ancora non ho scritto e lo farei volentieri, se non avessi questa nuova cosa da tenere con entrambe le mani e per scrivere me ne serve almeno una.
Forum e pensieri notturni, frammenti di conversazioni whatsapp, di post su Facebook, il presente che più presente non si può e alcuni nuovi sogni, quando credevo di aver perso il vizio.