“ ‘A ma’, siamo al pronto soccorso che il Geppi s’è rotto il braccio facendo il pirla sui go kart.. si.. ma’.. vabbè.. no.. è che.. où mi lasci parlare?”..
Allontano il telefono dall’orecchio, parla talmente forte che la sua ramanzina la sento nitida pure a distanza, una pioggia di parole mi inonda e non posso fare altro che aspettare che il temporale finisca..
Immagino i rimproveri di mia madre uscire dal telefono e trasformarsi in uno tsunami, l’onda anomala investe potente e inarrestabile le squallide corsie di questo pronto soccorso portando via nella sua potenza ogni cosa che incontra, la gente fugge terrorizzata ma l’onda è implacabile, non c’è scampo per nessuno..
Mi riscuoto dalla mia visione, cazzo questo posto è da incubo, e non parlo soltanto del fatto che è squallido, sembra uno di quegli ospedali da campo dei tempi della guerra, i pazienti tutti accatastati, l’aria viziata dei locali troppo pieni, un brusio assordante, gente che si lamenta.. una donna, abbandonata su una carrozzina in un angolo, piange in maniera straziante..
.. immediatamente divento il medico militare affaccendato a salvare vite.. intorno a me i corpi straziati dalle granate.. c’è poco tempo e molto da fare.. il mio camice svolazza mentre con passo deciso percorro le corsie.. “.. Desidera?”
Mi riscuoto nuovamente dalla mia fantasia..
Sono sempre stato così.. la mia fervida immaginazione ogni volta mi porta a perdermi in viaggi mentali.. mi estraneo dalla realtà e viaggio con la fantasia.. in questa maniera ho già vissuto centinaia di avventure incredibili, e non importa se poi sono costretto a tornare.. è bello viverle, comunque..
.. Tanto per intenderci, sono quello che continua a sostenere che il mio cane Plin, un bastardino arruffato e con una certa propensione a distruggere tutto quello che trova parli.. avete capito bene. Io sostengo che Plin parla.. ed un giorno ve lo dimostrerò.
Comunque.
La dottoressa è di fronte a me: mastica rumorosamente un chewing gum e mi guarda con aria torva.. in maniera piuttosto sgarbata mi invita in sostanza a togliermi dai piedi.. va beh.. lascio perdere va’..
Mi faccio da parte e continuo ad aspettare in un angolo.. osservo il viavai dei parenti che vanno a chiedere informazioni sui loro cari.. il comportamento sgarbato, mi rendo conto, non era riservato solo a me.. la tipa continua a distribuire risposte sferzanti come caramelle..
.. una donna, che attende silenziosamente il proprio turno, attrae la mia attenzione: Potrà avere all’incirca 40 anni o giu di li..capelli rossi, tutti arruffati, giubbotto di pelle, doctor Martens ai piedi.. al polso un braccialetto borchiato. Sul viso dai lineamenti regolari i segni, probabilmente, di più notti insonni.. gli occhi sono cerchiati e gonfi, come se avesse pianto a lungo.. lo sguardo è triste.
Anche lei deve essersi accorta del comportamento assurdamente scortese del medico.. osserva silenziosa le persone, davanti a lei andare via senza ribattere, mortificate e umiliate.. guarda il volto della dottoressa e il suo sguardo è talmente intenso che quasi temo che possa accendere quel volto come un fiammifero.
Incuriosito continuo ad osservarla.. Ecco, è il suo turno. Farfuglia il nome del suo congiunto, credo che si tratti della madre ma non ne sono sicuro.. a questo punto il medico da il meglio di se.. non riesco quasi a credere a ciò che sto sentendo.. ma questo è davvero un medico? Ma come si permette?
La donna non ribatte cerca di mantenere la calma, le tremano le mani..
Poi, ad un certo punto, una strana luce nel suo sguardo.. prende la rincorsa e con un balzo salta al di là del bancone.. con una velocità e una forza impressionanti la donna afferra il medico per lo scalpo ed inizia rabbiosamente a sbatterle la faccia contro il bancone.. ancora ed ancora ed ancora.. tutto si è fermato intorno, l’unico rumore che si sente è quello della faccia della dottoressa che continua a sbattere violentemente contro il bancone.. ossa che si rompono, e sangue, molto sangue..
.. finalmente due infermieri si riscuotono e si gettano sulla donna che come posseduta da una forza estranea continua ad infierire sulla dottoressa.. la afferrano per le braccia, ma questo punto succede qualcosa di incredibile.. le mani della donna si trasformano, diventano due artigli, affilati come lame.. anche il volto è cambiato, i canini si sono allungati e fuoriescono dalle labbra in maniera grottesca, occhi gelidi, dalla schiena sono spuntate due enormi ali da rapace, la donna (se così ancora si può chiamare questa visione spaventosa) con un colpo delle possenti ali scaraventa i due infermieri dall’altra parte della stanza, poi rivolge nuovamente la sua attenzione sulla preda, che giace ormai inerme di fronte a lei.. ed inizia a straziarle il corpo, pezzo dopo pezzo..
.. sono agghiacciato..
“.. Aò.. Ale.. ma ci sei o no?”.. Geppi è di fronte a me, con il braccio ingessato.. mi riscuoto dalla mia cruenta fantasia, pensando che tutto sommato quel medico del cazzo se lo sarebbe meritato davvero..
Faccio cenno al mio amico di aspettare un attimo.
La rossa è sempre li in piedi di fronte alla “dottoressa”.
Aspetta educatamente che la stronza finisca di parlare.
Dopo di che inizia a parlare lei, e vi assicuro che le sue parole sono pesanti come macigni:
“Ma chi si crede di essere lei? Ma come si permette? Si guardi intorno: qui dentro c’è gente che soffre.. la gente non sta qui per divertirsi. Le assicuro che se chiede ad ogni persona qua dentro le risponderà di sicuro che preferirebbe essere ovunque tranne che qui. L’ho osservata a lungo mentre ad ognuna di queste persone si rivolgeva in maniera sgarbata e cafona.. E le assicuro che per tutto il tempo in cui sono stata qui ad osservare il suo comportamento villano la voglia che ho avuto era quella di farle ingoiare quello schifo di chewingum che mastica in maniera disgustosa.. ma sa che c’è? Io sono meglio di lei.. tutte le persone che stanno qui dentro sono meglio di lei.. altrimenti qualcuno le avrebbe già dato quello che si meritava..
Solo una cosa mi domando: ma lei davvero ha fatto il giuramento di Ippocrate? No, non credo..
Anzi, ne sono sicura. Una medico che si comporta come lei può aver fatto un solo giuramento: quello dell’ipocrita”.
Mentre parlava, a partire dal sottoscritto, tutti i presenti si erano spostati di fianco a lei..
Fronteggiavamo la stronza, guardandola tutti insieme.. e vi assicuro che quando al termine del discorso con un boato assordante si è alzato l’applauso, la “dottoressa” non aveva proprio più quell’aria tronfia.
Sono tornato a casa con un pensiero nella testa: le parole sono frecce acuminate, e se usate bene possono diventare armi invincibili.
Entro in casa e Plin mi viene incontro trotterellando.. “Ciao!”
Avete visto? Ve lo avevo detto: Plin parla!!