“…chi di voi non ha mai desiderato,
almeno una volta nella vita,
di poter rimanere bella e giovane per sempre?”
Mark era un trentenne stufo della sua vita monotona e priva di sensazioni. Non sapeva più cosa fare; voleva solo qualcosa per riuscire a cambiarla. Certe volte pensava anche alla morte come rimedio per smettere di soffrire.
Come ogni sera si recò al solito bar per bere il solito Martini sperando che, durante una di quelle notti gli potesse accadere qualcosa che potesse cambiare la sua vita piatta e senza emozioni.
Anche quella sera era al bar, aveva davanti a sé il bicchiere col suo Martini. Stava seduto ad un tavolo all’esterno del bar. Vide una macchina…una limousine. L’auto rallentò e poi si fermò.Scese una donna, una delle più belle donne che Mark avesse mai visto. Era alta, capelli neri, lunghi e lisci raccolti in una coda, i suoi occhi erano di un blu così intenso da restare incantati solo a guardarli. Il suo corpo perfetto era avvolto da un vestito di raso nero, sui suoi fianchi si appoggiava una cintura formata da cerchi metallici uniti da ganci ed ai piedi, aveva un paio di scarpe nere con fibbie di metallo circolari e tacco altissimo che le slanciava ulteriormente le sue già perfette gambe. Scese dalla limousine, si diresse con passo elegante verso il bar e si sedette al tavolo vicino a quello di Mark.
Lui era abbagliato da quella visione, non aveva altri occhi che per lei. La donna ordinò un calice di vino rosso. Mark la guardava incessantemente e lei notò l’uomo. Lo guardò e ricambiò lo sguardo. In quel momento Mark si sentì in imbarazzo per essersi fatto sorprendere da lei.
Lei invece non sembrava per niente dispiaciuta, anzi, si alzò e con passo felino, mettendo un piede davanti all’altro, tenendo in mano il bicchiere di vino si diresse verso di lui.
Mark non sapeva cosa fare e come comportarsi. Non era pronto ad una come lei. Quando la donna fu dinnanzi a lui, mise le mani sul suo tavolo e, chinandosi in avanti, quasi a sfiorargli le labbra, disse: “Disturbo?”. Lui, imbarazzato, rispose, balbettando un po’: “No no, figurati. Accomodati pure”. La donna si sedette. Era semplicemente meravigliosa.
Passarono insieme la serata parlando molto e scoprendo degli interessi comuni tanto che fissarono un appuntamento per la sera seguente e per quelle successive.
Mark era molto preso da quella donna misteriosa, tanto che iniziò a pensare che la sua vita avrebbe potuto avere una svolta interessante. Lilin, questo era il nome di quella visione.
Una sera Mark le chiese di potersi vedere anche di giorno ma lei rispose che di giorno era molto impegnata e, notando una luce triste nei suoi occhi, gli propose di passare la serata a casa sua la volta successiva. Mark era emozionato come un ragazzino al suo primo appuntamento.
Era arrivato il giorno in cui lui sarebbe andato da lei e fremeva per quell’incontro. Aspettava che calasse la sera. Intanto si cambiò d’abito diverse volte per vedere quello che gli stava meglio. Era indeciso sul colore…finalmente, dopo molti cambi, decise ed uscì da casa.
Si diresse al bar e, come ogni sera, si sedette al tavolo e ordinò il suo Martini. Dopo pochi minuti arrivò la limousine, si abbassò il vetro e Lilin, con un cenno, chiamò Mark. Lui si alzò, lasciò i soldi del Martini sul tavolo e si diresse, con nervosismo, verso la macchina, salì, chiuse lo sportello e la macchina iniziò a muoversi.
Lilin lo mise subito a suo agio, gli offrì da bere e gli disse che stargli accanto le procurava una sensazione di nuova vita. Dopo un’ora di viaggio, su strade che Mark non aveva mai percorso e attraversando luoghi che Mark non aveva mai visto, arrivarono davanti ad una villa isolata. Si aprì il cancello e la macchina entrò. Dopo aver percorso il viale illuminato, si diresse verso l’ingresso e si fermò davanti. Mark e Lilin scesero dalla limousine.
…la cosa strana è che Mark non vide l’autista fino a quel momento quando, sbirciando dal finestrino un po’ abbassato dal lato guida, vide un profilo con una profonda cicatrice sul viso---
Entrarono in casa, il portale era aperto. Si ritrovò all’interno di una villa a due piani, molto grande con uno scalone laterale. Mark chiese a Lilin se lì ci abitasse qualcun altro, non poteva credere che lei vivesse da sola in quella casa tanto grande.
Lei rispose: “No, solo il maggiordomo” e disse ancora con un sospiro: "Non c'è mai nessuno che mi faccia compagnia."
Lilin lo fece accomodare sul divano nel grande salone. Una figura maschile, anziana e tremolante portò loro da bere. Mark si meravigliò dell’età del maggiordomo…”avrà più di cent’anni” pensò ma subito dopo si lasciò distrarre dalle curve di Lilin che, dopo avergli offerto da bere ed averlo messo a suo agio lo invitò a raggiungerla in camera.
Lei andò verso lo scalone ed iniziò a salire. Raggiunse la camera e lasciò la porta socchiusa. Mark non credeva ancora a quell’invito. Si diresse anche lui verso le scale ma la sua attenzione fu attirata da rumori provenienti dal giardino. Guardò fuori dalla finestra e vide un uomo che scavava una buca. Non ci fece molto caso e anche lui salì. Raggiunse la camera e aprì la porta.
Lilin era stesa sul letto, parzialmente avvolta dal lenzuolo di seta nero che lasciava intravvedere il suo meraviglioso corpo nudo. Lui si spogliò e le si avvicinò. Iniziò ad accarezzarla. Lei si lasciava fare, sembrava le piacesse.
Ad un certo punto però Lilin lo allontanò da sé e fissandolo negli occhi disse:
“Sai Mark, la mia bellezza ha un prezzo” e dicendo questo lo baciò sulle labbra.
Mark spalancò gli occhi. Sentiva di non avere più fiato. Non capiva quello che stava succedendo. Si sentiva debole e svenne.
Al suo risveglio vide accanto a sé degli abiti da maggiordomo.
Si guardò allo specchio vicino al letto e la figura che vide riflessa era di un vecchio di circa ottant’anni! Rimase sgomento a guardarsi finché la voce di Lilin, proveniente dal salone, disse: “Mark portaci da bere!”.
Mark discese le scale con molta fatica. Vide nel salone Lilin che parlava con qualcuno. Prese la bottiglia, due bicchieri, li pose sul vassoio e si avvicinò a loro. Anche in quell’occasione vide un profilo con una grossa cicatrice e riconobbe, nell’ospite, l’autista.
Lilin, guardando Mark gli disse: “Ti presento Akrab, lui è il mio succube”.
Akrab si alzò, prese il sacco nero che era dietro la porta dal quale si poteva intravvedere il corpo ormai putrefatto del vecchio maggiordomo e si diresse in giardino.