A volte nella vita capita un momento in cui ti devi chiedere “Ma io... chi
sono?” A volte la vita ti costringe a farti quella domanda. A volte gli
eventi della tua vita si modificano senza che nemmeno tu te ne accorga e
quando cominci a capire, te la devi fare quella domanda. “Ma io... chi
sono?” (pausa) Non voglio dire “Che genere di uomo sono” no, no...
Posso essere buono, cattivo, generoso, vigliacco, ma questi sono attributi
che si aggiungono, non sono l'essenza della domanda “chi sono io”. Cosa
definisce me? Che cosa stabilisce la mia identità? (pausa) Il mio corpo,
certo. Io sono le mie gambe, i miei occhi, il mio cuore. Ma... mettiamo il
caso che per un incidente terribile, per potermi salvare, mi debbano
trapiantare il cuore, gli occhi, un rene e il fegato. A quel punto il mio
corpo non è più del tutto mio. La mia identità in quel caso è salva?
(pausa) Certo, ci sono anche i miei pensieri che mi dicono chi sono io, i
miei sentimenti. Ma se in questo terribile incidente avessi perso oltre a
molti organi vitali anche la memoria, e non avessi più pensieri e
sentimenti che potrei definire miei perché non me li ricordo? Dove
andrebbe a finire la mia identità in quel caso? E che ne sarebbe del mio
io? Chi o cosa potrebbe stabilire la mia identità? Cosa rimane di me in
quel caso, di veramente mio? (pausa) Forse una cosa c'è che nessuna
amnesia e nessun trapianto possono portarmi via. Il mio desiderio.
Desidero addentare una mela: quello sono io. Desidero ascoltare una
musica: quello sono io. Desidero baci e carezze: quello sono io. Desidero
grattarmi un gomito. Desidero un paio di scarpe nuove. Desidero
mettermi una gonna. Desidero fare una coccola ad un cane. Desidero
sorridere, piangere, urlare... Desidero renderti felice. Quello sono io.