Ore 8. Fai finta di non capire. Cos’è questo traboccare di cuori di cioccolata, peluche dall’aria attonita, caramelle con sopra appollaiati i fidanzatini di Peynet? Ma è San Valentino, la stupida festa nella quale devi per forza sentirti innamorata anche se non hai quindici anni, non li ha più nemmeno tua figlia e il tuo matrimonio ha il sapore di un chewing gum masticato per ore.
Ore 8.15. Decidi di mandargli un SMS.
Digiti: Ti amo
Ci ripensi. Cancelli.
Ti voglio tanto bene. No, troppi caratteri.
T v t b. Ohibò, adolescenziale.
Ti voglio bene. Cioè, insomma.
Provo ancora qualcosa per te. Se mi sforzo.
Lasci stare, tanto lui il cellulare lo tiene sempre spento.
Ore 9. Contagiata dall’atmosfera zuccherosa, compri: a) torta a forma di cuore. b) vassoio di pasticcini a forma di cuore. c) ½ kg di ravioli a forma (guarda un po’) di cuore. Più che la lista della spesa sembra l’elettrocardiogramma.
Ore 9.15. Le mise nella vetrina del negozio d’intimo farebbero arrossire persino Alex Comfort. Irrompi, affascinata da un body rosso e nero. Ti assicurano che è identico a quello indossato da Nicole Kidman in Moulin Rouge. È sorretto, spiegano, da autentiche stecche di balena. Costa quanto la rata del mutuo, ma tu non sai resistere e ci abbini pure un reggicalze coordinato. Intanto pensi a quand’è stata l’ultima volta che lo avete fatto. Forse tre mesi fa, la sera del compleanno di nonna Rosina? Oppure quattro mesi fa, per festeggiare l’automobile nuova? Controlli sull’agenda ed eccola lì, bene in evidenza, la crocetta rossa che indica l’avvenuta attività sessuale, depositata fra le 15 e le 16 di sabato scorso. Ma forse perché la cosa si è svolta fra la telefonata della zia Pina e il rinnovo della tappezzeria del divano, proprio non la ricordi per niente.
Ore 10. La tua collega arriva in ufficio con aria trasognata. Come Violetta nell’ultima scena della traviata, stringe al petto un mazzo di fiori. Ha le guance soffuse, gli occhi luminosi. Agita freneticamente le pratiche, caso mai tu non avessi notato il solitario che le sfavilla all’anulare. Alla fine non si trattiene più. «Guarda cosa mi ha regalato lui!». E tu, candida: «Quale dei tre?»
Ore 11. Immersa nella lettura di un manuale di ricette afrodisiache, stai per scoprire come si stecca il filetto col pepe di cayenna, quando ti becca il capo. Avvampi e balbetti frasi sconnesse sull’importanza dell’aggiornamento quotidiano in campo amministrativo. Si allontana scuotendo la testa e tu capisci che non l’ha bevuta nemmeno stavolta. Il resto della mattina lo passi a scrivere (sopra un originale biglietto a forma di cuore) quanto contino, nel rapporto di coppia, rispetto, stima e complicità. Cerchi di dimenticare quando, da fidanzati, correvate nudi ed ubriachi nel parco.
Ore 17. Ti catapulti dal parrucchiere, il quale ti esamina disgustato e affonda immediatamente le forbici. Rinunci con un sospiro alla maschera al ginseng, perché hai già speso tutto lo stipendio e siamo ancora al 14 del mese.
Ore 18. Stecchi l’arrosto con doppia dose di arrapante pepe di cayenna. Rovesci i cassetti in cerca di quegli stampini a forma di cuore, che tua sorella ha gettato via dopo aver scoperto suo marito a letto con la migliore amica. Metti in frigo lo spumante e apri le ostriche.
Ore 19. Accendi più candele di monsignor Milingo durante uno dei suoi esorcismi, stendi sul letto le lenzuola leopardate comprate a ferragosto dal marocchino, t’immergi in un bagno di schiuma holliwoodiano.
Ore 19.10. Squilla il telefono. Come una fontana sguazzi per tutta la casa alla ricerca del cellulare. «Topina», bisbiglia lui, “sono in riunione, arrivo appena posso”. Tu vorresti urlare, ma lo sai che giorno è oggi? invece mordi la cornetta e tubi: «Va bene, ti aspetto.» Poi, infuriata, asciughi le pozze d’acqua sul parquet.
Ore 19.30. Più che ricordare Nicole Kidman e il can can, addosso a te il body rosso e nero con le stecche d’autentica balena fa l’effetto raccordo anulare. Deve essere per via di quei rotoli di ciccia che sbuzzano dai fianchi. Frughi nell’armadio alla ricerca di quel vestitino di shantung, scollato dietro, che quest’estate ti stava così bene. Scopri che da Natale sei ingrassata di cinque chili. Le stecche di balena ti si conficcano nello stomaco e non respiri più. Ti arrampichi su un paio di sandaletti argentati con il tacco a stiletto. Li allacci sulle gambe nude e depilate come quelle delle star di Holliwood (che, per altro, è in California, dove fa caldo anche a Febbraio). Aspetti.
Ore 20.45. Senti il rumore della sua chiave nella serratura. Illividita dal freddo gridi: «Sorpresa!» Traballando sui tacchi di 12 centimetri, indichi estasiata la tavola apparecchiata con la tovaglia delle grandi occasioni, i flute che spumeggiano e i canapè a forma di cuore ormai stecchiti nel piatto. Lui ti guarda imbambolato. Si slaccia la cravatta con aria distrutta «buon compleanno, Topina!», esclama.
A testa bassa, tu gli porgi il bigliettino su cui ti sei scervellata tutta la mattina. Lui lo prende in mano, lo soppesa, poi lo mette giù, estenuato. «Lo leggo domani», ti dice. Sbottona la camicia, si toglie i pantaloni e, in mutande, fa scorrere la pagina sportiva del televideo, mentre tu schiumi di rabbia in cucina, davvero molto, molto tentata di offrire le ostriche al gatto.
Ore 21.05. Con gli occhi incollati al Gabibbo, lui addenta distrattamente un trancio di peperoncino e ulula dal dolore.
Ore 22. Siete entrambi sul divano. Tu sei scesa dai tacchi e ti sei tolta il vestitino. Indossi le pantofole e la tua vecchia, confortante, vestaglia. Sotto hai ancora il body di Nicole Kidman, con le autentiche stecche di balena ormai conficcate nella carne. È davvero la mise ideale, rifletti, per fare quello che, in effetti, state facendo.
Cioè guardare un documentario sui panda in tv.