L'estate lentamente abbandona il tempo che ci è dato di vivere.
Tornerà l'autunno con la danza di foglie nel vento e l'inverno nel rigore del freddo, abbracciato stretto, dei cappotti.
Ci sarà dato da vedere, protagonisti e spettatori insieme, se la poesia che ha invaso le nostre menti, le nostre anime e i nostri corpi avrà il sapore dell'eternità ripetuta dei giorni o se sarà sopraffatta da dubbi, pensieri, domande, risposte... e silenzi.
Rimarranno, scolpiti immutabili e immutati nei ricordi, i solchi, dolci di melassa e profondi come gli abissi dove, lontano dal mondo, si stringono davvero le anime affini, di parole, e gesti, e sguardi, e pelle su pelle che hanno reso meraviglia sognante e sognata lo scorrere del nostro tempo insieme.
Riusciremo ad alimentare la fiamma fresca, leggera, effimera eppure così calda del fuoco che ci ha colpito, quando fuori sarà freddo e buio?
Proverò a soffiare lieve, finchè acconsentirai a che io lo faccia, sul tenero fuoco ardente che adesso ci avvolge, perchè non abbia timore di illuminare il cielo e scaldare i cuori. I nostri, poichè ne saremo pervasi e assetati come di acqua fresca nel sole, e quelli dei tanti là fuori, ormai spenti e cinerei, bramosi, come eravamo noi, di riaccendere disilluse speranze mai spente davvero.
Non voglio perdermi la stupefacente quanto insperata occasione di leggere la tua anima e infilare, tra le tue righe, le parole scomposte della mia, almeno fino a quando mi darai il permesso di poterlo fare, con eleganti e doverosi rispetto e gratitudine.
Intanto, nel lento raffrescarsi delle notti di fine estate, regalo a te lo scoppiettante e meravigliosamente luminoso crepitio delle esplosioni finali che lo spettacolo dei fuochi d'artificio della mia anima, accesi dalla miccia del tuo sguardo, fanno adesso nel cielo della mia vita, accendendolo di bagliori tremanti di gioia pura, riconoscenza, affetto, serenità, felicità... e amore.
Tua.
Appartenente, appartenuta, a te.