Claire sentiva che la sua vita era arrivata a un nuovo bivio, a uno di quei punti in cui, a ogni anima senziente a cui sia data dal cielo la possibilità di abitare un minuscolo atomo di questo mondo, si impone l'urgenza di compiere una scelta. Se rimanere immobile nello stato delle cose o se compiere un passo avanti, con la fatica che ne consegue, per evolvere ad uno stadio superiore della propria crescita.
A questo pensava mentre si asciugava i capelli. Aspettava l'uomo che in qualche modo, da qualche tempo, le dava segnali luminosi e chiarissimi, come fari nella nebbia, che qualcosa stesse già cambiando nel complesso sistema della sua vita. E che stesse cambiando in meglio.
E allora, perchè non buttare nella mischia una manciata di volontà personale e di impegno perchè la spinta che quell'uomo eccezionale le dava non si limitasse alla sfera delle emozioni, così importanti per Claire, e trascinasse con se, come un volano di rivoluzione personale, tutti gli altri aspetti della sua vita? Dal lavoro alla gestione del suo tempo, dalle opportunità che conosceva e che non aveva il coraggio di cogliere, ritenendosi incapace di meritarle, fino al rapporto con la parte più profonda di sè dove albergavano ancora, ben nascosti ma mai sopiti, i suoi desideri disattesi di bambina?
Mentre il phon frullava il suo rumore ipnotico, le tornò in mente l'immagine di una sera di diversi anni prima a casa di amici, durante la quale una ragazza che conosceva appena aveva catalizzato l'attenzione dei presenti con la lettura dei tarocchi, nella quale si dilettava da un pò.
Claire, con quella titubanza che la legava a previsioni di futuri tanto improbabili quanto facilmente confutabili, aveva accettato l'offerta che quella ragazza dalla chioma fluente di capelli lunghissimi le leggesse le carte.
La domanda iniziale a cui i tarocchi avrebbero dovuto fornire risposta era stata quella che riguardava la direzione complessiva della sua vita, non limitando quindi l'esito della sorte ad un ambito particolare, ma in qualche modo mettendo alla prova quel gioco casuale di carte sull'intera sua esistenza, per vedere un po' se sarebbero state in grado di fornirle riposte plausibili, arrivati al dunque della domanda che conteneva in sè tutte le altre.
Claire non ricordava assolutamente quali allora fossero state le carte che aveva estratto dal mazzo, ma ricordava benissimo la risposta che l'improvvisata fattucchiera le aveva fornito leggendole, variopinte, una volta disposte sul tavolo.
Le carte erano divise in due parti nette, contrapposte e contrarie. Da una parte una serie di carte negative, dall'altra una corrispondente serie di carte positive.
"È rarissimo che le carte si dispongano in modo così simmetricamente contrapposto", aveva esordito Adele. Si chiamava così la sibilla di quella serata lontana che riaffiorava prepotente alla memoria di Claire.
E aveva proseguito:
"Qui nella parte delle carte negative, c'è tutto quello che non va nella tua vita o che in qualche modo ti senti addosso come un vestito troppo stretto. Di qua, dove ci sono le carte positive, c'è tutto quello che ti aspetta per essere felice. Devi solo passare da quest'altra parte e tutto andrà a posto."
"Devi solo passare da quest'altra parte" si ripeteva Claire continuando a sentire il phon scompigliarle i capelli.
Sopra il rumore del vento caldo sentì suonare alla porta.
Staccò il phon, lo rimise a posto, scese di corsa le scale passandosi una mano tra i capelli per rimetterli un pò in ordine e si precipitò ad aprire la porta.
L'uomo che era in grado di allargarle il sorriso sulle labbra ogni volta che i loro occhi si incontravano, la aspettava appoggiato alla macchina.
"Tutto quello che vuoi è dall'altra parte delle paura."
Le aveva scritto questo aforisma di Jack Canfield la sera prima, intercettando l'irrequietezza che aveva caratterizzato le ultime giornate di Claire. Lui le voleva bene davvero e Claire lo percepiva sulla pelle e oltre, in ogni diramazione della sua anima, in modo nettissimo.
"Tutto quello che vuoi è dall'altra parte della paura. Devi solo passare dall'altra parte, Claire", si ripetè allora, come un mantra per chiudere il flusso dei suoi pensieri.
Prese le chiavi dal tavolo, uscì, richiuse la porta alle sue spalle e prese la mano che l'uomo meraviglioso che aveva di fronte le offriva.
"Bene Claire, andiamo dall'altra parte. Questo è un ottimo inizio" si disse tra sè e sè.
Claire sorrise. L'uomo che le teneva la mano sorrise.
E si incamminarono insieme, fianco a fianco, nell'aria tiepida di un luminosissimo tramonto di fine estate.